Capitolo 7

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7.

ABBY's pov.

"È fantastico." Sussurro.

È così bello. Tutto è meraviglioso. Tutto ciò che mi circonda è incredibile.

Le stelle brillano luminose sopra di noi, nel cielo scuro della notte che si sta svolgendo alla fine. Mi sento così piccola sotto di loro, il mio primo amore. Le miei compagne di vita, che avrebbero aspettato con me fin quando non sarei riuscita a prendere me stessa in mano e andare avanti da sola.

La loro luce fioca è come una ninna nanna per me. Vedere quei raggi crescere e diminuire, mi tranquillizzano. Esattamente come Harry qui accanto a me.

Mi sento bene, come non sono mai stata.

Le stelle lassù in alto mi fanno sentire più leggera, la coperta distesa sul prato sotto di noi ammorbidisce la nostra posizione sul duro terreno bagnato dalla rugiada che si sta formando sulle foglioline verdi dei fiori e sui ciuffi d'erba della stessa altezza del mio naso. La mano calda di Harry che stringe la mia, la quale non ha intenzione di lasciare l'altra.

E la bottiglia fredda di vodka, che rabbrividisce la mano libera, ancora mezza piena.

"Anche tu lo sei." Farfuglia Harry prendendo un goccio dalla sua bottiglia, più vuota della mia. Stringe la mia mano e si fa più vicino a me, riscaldando con il suo calore la parte destra del mio corpo.

"Siamo fantastici." Dico incantandomi nelle stelle nel cielo.

Mi sento in paradiso, forse ci sono già. Forse è successo qualcosa ieri sera, quando Harry ha deciso di andare a festeggiare per il mio nuovo lavoro.

Ma non riesco a ricordare nulla. Nulla. Vedo tutto sfocato se chiudo gli occhi, e fa abbastanza paura da rendere la piccola frazione di secondo quando sbatto le palpebre, troppo lunga da rimanere tranquilla.

Ma riesco a tranquillizzarmi, sapendo di stare vicino ad un ragazzo del quale non so cosa pensare, se non che non riesco a smettere di pensare a lui, e che sono ancora sotto lo stesso cielo stellato.

Quindi lo faccio, chiudo gli occhi.

Vedo il buio. Infinito buio che mi attira e mi fa andare sempre più giù. Vedo delle strisce rosse squarciare il nero tenebroso.

Adesso sono arancioni.

Ed ora gialle.

C'è del fuoco. Due mezzi. Un corpo.

Vedo le fiamme incandescenti avanzare verso l'altro fianco dell'auto e tutto il resto del camion finito sul piccolo veicolo sotto di esso. I finestrini dell'auto nera sono tutti rotti grazie al forte scontro trai due, il metallo bianco e ondulato del camion invece è ammaccato. Un corpo morto giace a sette metri di distanza dall'incidente fatale. C'è un cartellino attaccato alla plastica nera che lo ricopre, il nome di chi apparteneva fino a poche ore prima il corpo.

È mio padre.

Apro immediatamente gli occhi, ho paura.

***

Apro gli occhi. La testa mi martella talmente forte da far sembrare questo piccolo gesto, così faticoso. Mi fanno male tutte le ossa, soprattutto quelle del collo. Faccio peso su un braccio e mi tiro su. Sono nell'auto di Harry, lui è addormentato sul sedile del guidatore con una bottiglia di vodka secca vuota vicino ai pedali. Ce n'è una alla pesca anche nello spazio del mio sedile, completamente vuota anch'essa.

Richiudo gli occhi, è uno sforzo troppo grande per me in queste condizioni, ora come ora. Mi ri-appoggio sul sedile e lascio la mia mente vagare da sola.

Sento un lamento da parte di Harry, mi tiro su di nuovo, per vedere se sta bene. Strizzo gli occhi per un momento. Anche se sembra così, non credo la mia testa possa far più male di come sta facendo ora. Diventa tutto nero, delle macchie blu appaiono dovunque fin quando il dolore diminuisce, solo un pochino.

"Harry." Cerco di emettere. Un solo suono strozzato esce dalla mia bocca. È così strana la mia voce ora, rauca e pesante. Non credo la vodka mi faccia un buon effetto. "Harry." Ritento.

Mi giro verso i sedili posteriori, per vedere più o meno in che momento della giornata siamo. Il celo è azzurro ed il sole splende alla mia destra, ora coperto dalla fiancata dell'auto. Siamo in un grande prato, sembra non essere molto frequentato. Non riesco a ricordare quando e come siamo arrivati qui, da quanto tempo ho dormito e quanto ho bevuto, o dove prima di qui. C'è una coperta di plaid verde buttata sui sedili posteriori. La prendo, notando che ha una terribile puzza di alchol ed è bagnata in alcuni punti sull'angolo destro. Non ricordo chi fosse sdraiato su quell'angolo la notte scorsa. Avvolgo la coperta su di Harry, il quale si accoccola sotto di essa.

Non sono capace di formulare parole o frasi razionali ora come ora, ma posso dire che è così dolce.

Guardo l'orario sulla schermata dell'auto. "Cazzo!" Urlo facendo sobbalzare Harry sul suo sedile. Si gira dalla mia parte con una faccia più bianca del latte, in forte contrasto con il colore scuro dei suoi capelli, un totale cespuglio color cioccolato.

"Che hai?" Si strofina gli occhi con le grandi mani, come un bambino. È così bello, e nonostante faccia del tutto nel dare a sé stesso l'aspetto di un duro, è dolcissimo.

"Sono le nove del mattino, Harry! Tra un'ora devo essere dalla signora Season, e sembro uno zombie! Non ce la farò mai, non faccio mai una cosa giusta." Mi copro il viso con le mani disperata. Non sono buona a nulla, sono un continuo disastro e infinite delusioni per la gente. Sono capace di rovinare tutto quello che ho di bello, e spero davvero che Harry non faccia parte della mia lista di persone spinte via involontariamente. Sono così stupida.

"Non ti preoccupare, ce la faremo." Mi promette Harry togliendomi le mani dalla faccia. Mi alza il mento, permettendolo di guardarmi negli occhi.

"Harry, ma che dici? Non mi vedi? Farei paura ad un fantasma e nessuno dei due è abbastanza sobrio da poter guidare." Tossisco, coprendomi la bocca con il palmo della mano. Harry resta in silenzio per un istante, non sapendo come ribattere.

"Posso guidare, ne sono capace." Insiste. Non gli avrei mai permesso di guidare in queste condizioni. Non mi sarei mai perdonata se sarebbe successo qualcosa, e se soprattutto fosse successo qualcosa a lui e non a me. No, niente discussioni, chiamerò la signora Season e mi darò malata.

"Non in queste condizioni." Tossisco di nuovo, questa volta più forte. Mi sento infuocare, ho bisogno d'aria. Apro la portiera e il mal di testa si accentua, facendomi perdere l'equilibrio. Mi appoggio sulla macchina aspettando che le macchie blu si dissolvano e mi ridassero la vista. I postumi della sbornia sono presenti, facendomi venire la nausea. Non posso vomitare, non voglio. Si presume che tra meno di un'ora avrò il mio primo giorno di lavoro con una dolcissima bambina, e sono con Harry.

Sono con Harry, non posso vomitare davanti ad Harry.

"Hey." Appoggia una mano sulla mia spalla, facendola scivolare lungo il braccio e poi fermandosi attorno la mia vita. "Ti senti bene?"

"Non ne sono molto sicura." Rispondo sinceramente. Non voglio sembrare debole ai suoi occhi, ma non posso mentire, nonostante in stato di post-sbornia. Ho bisogno di una dannata doccia.

"Ti porto a casa." Mi bacia una guancia e cerca di farmi rientrare in auto. Nonostante sia rossa dal suo bacio sulla mia guancia, oppongo resistenza.

"No Harry, non voglio che tu faccia la stessa fine di mio padre."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 08, 2014 ⏰

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