Capitolo 5

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Ciao ragazze, volevo dirvi che mi dispiace molto se ci sono eventuali errori, ma sono davvero di fretta e non ho né tempo né voglia di starmi a rileggere tutto il capitolo.

Volevo scusarmi anche del fatto che sono anni che non aggiorno questa storia, e mi dispiace.

Spero vi piaccia e che lasciate qualche commento.

Buona lettura .x

***

5.

Ieri passeggiando per il centro della città notai un piccolo volantino attaccato alla vetrata centrale del centro commerciale, sotto il titolo 'annunci'.

Cercavano una babysitter abbastanza brava con i bambini da assumere per un mese, la paga sarebbe stata abbastanza alta a fine giornata.

Ho staccato il foglietto con su scritto il numero della Signora Season che ora ho in mano, aspettando che un po' di coraggio mi raggiunga per chiamarla e vedere se ho qualche possibilità di essere assunta.

Ho un fratello maggiore, ma me la sono cavata con il figlio più piccolo di mia zia, undici anni più piccolo di me. Magari ho qualche possibilità.

Afferro il telefono fisso, il coraggio è arrivato e ha parcheggiato nella mia voce, aspettando che la Signora Season risponda.

"Pronto?"

"Signora Season? Sono Abigail Rich, ho chiamato per informazioni riguardo la sua ricerca di babysitting."

"Oh sì, è un piacere avere qualcuno che si sia proposto. Cosa ne dici di parlarne di persona? Abito a Piedmont Street 105, ci vediamo lì tra mezz'ora. Va bene?"

"Sì certo, a dopo Signora Season." Attacco.

Corro in camera a cambiarmi, passando dal mio pigiama rosa a dei jeans comodi con il risvolto alle caviglie ed una T-shirt coperta da una felpa con la zip aperta.

Afferro il portafogli ed esco, sperando non chiami nessuno al telefono fisso mentre sono via.

Mentre chiudo la porta con le chiavi, vedo Harry appoggiato allo stipite della sua veranda immerso nei suoi pensieri.

Non voglio disturbarlo così tento di sgattaiolare verso la fermata della metropolitana qui vicino, mi mancano ancora venti minuti.

"Abby!" Mi chiama la sua voce roca, facendomi fallire con il mio intento.

Mi giro nella sua direzione, vedendolo mentre mi sorride. "Ciao Harry!" Lo saluto sventolando la mano in aria.

"Dove vai di bello?"

Siamo ancora fermi nelle nostre posizioni.

"Ho un uhm.. colloquio di lavoro, se posso chiamarlo così."

"Davvero? Che lavoro è?"

"Babysitter." Dico.

"Vuoi che ti ci porti io, bellezza?"

Arrossisco al suo commento mentre cerco di tornare in me e pensare ad una risposta coerente. Mi farebbe molto comodo un passaggio in macchina dato che ho solo quindici minuti per attraversare la città, e con la metropolitana ormai non ce la farei. Ma sono tremendamente imbarazzata dal suo aggettivo inappropriato.

"Se non disturbo." Faccio un mezzo sorriso.

"Assolutamente." Sorride anche lui afferrando qualcosa dal tavolo fuori la veranda e facendomi segno di raggiungerlo per salire nella sua auto parcheggiata sul parciapiede, proprio davanti la sua casa.

"Okay." Sussurro entrando in auto.

"In che via hai il colloquio?" Dice azionando il motore.

"Piedmont Street numero 105, ho soltanto dieci minuti." Guardo il mio orologio al polso.

"Ce la possiamo fare." Dice sfrecciando lungo le vie di Atlanta.

Abbiamo attraversato quasi l'intera città in soli nove minuti, ed è stato fantastico. Sono davanti al campanello con su scritto Season C. Johnson M. dopo ventinove minuti dalla telefonata e dopo un minuto, spingo il dito sull'apposito pulsantino, perfettamente in orario.

"Season."

"Sono Abigail Rich, per il babysitting."

"Oh sì, ti apro subito."

Il portone viene sbloccato e mi guardo indietro vedendo Harry ancora seduto nella sua postazione di guida.

"Harry vorresti.. vorresti venire?"

"Io? Davvero?"

"Sì."

"Okay, sì certo." Scende dall'auto bloccandola e mi segue su per le scale, raggiungendo l'appartamento della Signora Season, al quarto piano.

"Permesso?" Chiedo spingendo la porta lasciataci socchiusa dalla signora.

"Prego!" Urla da chissà quale stanza.

Entriamo nel grande appartamento trovando la Signora Season in completo elegante.

È una signora sui quaranta, non ci sono tracce di rughe nel suo viso pallido e le si apre uno splendido sorriso appena ci vede entrare nella sua visuale.

"Salve." Le sorrido porgendole una pano che lei stringe poderosamente.

"Piacere, io sono Caroline Season e lei è Morgan Johnson, mia figlia. Da quello che ho capito al telefono, Abigail, vorresti occuparti di lei, non è così?" Mi sorride indicando sui figlia ai suoi piedi.

"Sì esattamente." Annuisco.

"Ed anche lei," si rivolge ad Harry. "Vorrebbe occuparsi di mia figlia come babysitter? Perché io-"

"No signora." La interrompe subito Harry. "Io sono qui soltanto per supportare Abigail."

Arrossisco alla sua scelta di parole mentre Caroline dice "Perfetto, allora comunciamo, Abigail. Accomodati." Mi indica una sedia del tavolino della sala da pranzo dove mi siedo, Harry prende posto accanto a me.

Sono un po' ansiosa, vorrei che questo colloquio andasse bene per racimolare un po' di soldi e metterli da parte per il futuro. Non è il massimo dei lavori, ma è. Harry mi sorride dalla mia destra, come per augurarmi buona fortuna e rassicurarmi dalla mia ansia.

"Abigail." Inizia Caroline. "Dimmi qualcosa su di te." Sorride.

"Mi chiamo Abigail Grace Rich e vengo da Memphis, in Tennessee. Ho appena finito le superiori e il prossimo anno vorrei iscrivermi all'università di Cultura Mondiale qui ad Atlanta, alla Georgia State."

"Molto bene." Mi interrompe, molto attenta alle mie parole, esattamente come Harry, che mi guarda incuriosito. "Mi fa piacere sapere cosa riguardano le tue ambizioni, Abigail." Mi elogia.

"Grazie."

"Ti farò sapere in giornata, Abigail. Mi basta ciò che mi hai detto." Si alza tendendomi una mano. "È stato un piacere."

"Oh va bene. Anche per me." Le stringo la mano mentre mi alzo, proprio come Harry.

Saluto con un sorriso la piccola Megan che rimane in salone a fissarmi fin quando non esco dall'appartamento. Sembra molto dolce ma un po' timida.

Io ed Harry torniamo in auto silenziosamente. Sono rimasta un po' delusa, non mi ha fatto parlare tanto quanto volevo, ma ha detto che non le dispiacciono le scelte delle mie ambizioni, e questo è qualcosa. In pratica però mi ha messo in lista d'attesa, probabilmente è un no.

"Come credi sia andata?" Mi chiede Harry accendendo l'auto.

"Non so, credo bene. Lo spero."

"Sei andata grande." Mi sorride per un secondo, poi riporta gli occhi sulla strada.

Unreal [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora