CAPITOLO III

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Sariel rimase accovacciato per quelle che a lui sembrarono ore, passò così tanto tempo a terra che per un attimo pensò di star sognando, ma gli bastava girarsi leggermente a sinistra per vedere lo zio immerso in una pozza di sangue.
Dopo un lungo lasso di tempo prese un pò di coraggio e si alzò e fece per avvicinarsi alla lettera, cercando di non guardare quel che restava di suo zio; dopo averla raccolta la esaminò prima di aprirla,dopotutto, al suo arrivo la lettera non c'era, ed era impossibile non sentire le urla degli zii...
All'improvviso Sariel iniziò a sudare freddo, i vicini l'avrebbero notato, era impossibile non sentire tutto il baccano che avevano fatto, e considerato quanto fossero impiccioni, era sicuro che avessero già chiamato qualcuno; non c'era tempo da perdere doveva scappare prima che qualcuno arrivasse e vedesse quel casino!
Senza attendere oltre corse in camera e prese uno zaino, una penna e un'agenda; poi corse in cucina dove prese dell'acqua e del cibo in scatola, più delle posate da campo, poi prese dei vestiti di ricambio e tutti i soldi che trovò in giro per la casa; dopo di ciò si catapultò fuori e salì sulla prima corriera che trovò.
La corriera andò avanti per ore, stava salendo, dopo un pò sarebbe arrivato a Milano e Sariel, essendo annoiato, decise di aprire la lettera, questo è quello che lesse:
'' Caro Sariel,
Hai notato dei cambiamenti nel tuo corpo e sopratutto nella tua mente?
Hai avuto a che fare con un individuo misterioso e violento?
Beh se hai domande o altro ci trovi presso ogni grande monumento antico, a presto.''
Così terminava la lettera lasciando Sariel pieno di domande, ma sopratutto, chi diavolo aveva lasciato quella lettera?
Come facevano a sapere più cose di lui?
Erano stati loro a organizzare il tutto?
''OHI RAGAZZO! DATTI UNA CALMATA! COS'È CHE TI AFFLIGGE?''
Improvvisamente nella testa del giovane rimbombarono tali parole, il quale abbastanza terrorizzato gridò
''CHI SEI! COSA VUOI DA ME? ''
Fortunatamente la corriera era vuota e l'autista per qualche strana ragione indossava le cuffie... (non fatelo a casa o... in auto...)
''Fortuna che la provvidenza è con noi... Non fare domande scontate, dopo il nostro primo incontro dovresti già sapere chi sono... sù dì il mio nome''
Sariel esitò un momento, poi prese coraggio e mormorò: ''C-Cesare?''
La voce nella testa stette in silenzio per qualche istante poi esordì:

''... Sbagliato. ''






Angolo dello sfigato:
Ehylà! Prima di tutto mi fa molto piacere che questa storia abbia dei lettori, sono "tipo" straniero!
Poi beh qualora qualcuno volesse esprimere la sua opinione o dare consigli mi farebbe molto piacere.
A presto

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