LA BETE DU GEVAUDAN

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La Bestia del Gévaudan
(in francese: La Bête du Gévaudan)
fu un criptide che terrorizzò le contrade del Gévaudan, nell'area centro-meridionale della Francia, tra il 1764 e il 1767, uccidendo e ferendo uomini e animali.
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li attacchi vennero registrati in un'area di 80–90 km e causarono un centinaio di vittime, per la maggior parte bambini.
Quasi tutti i corpi furono ritrovati sgozzati e divorati integralmente o parzialmente. Per tentare di debellare questa piaga furono dispiegati ingenti contingenti militari; la Corona francese assegnò la direzione delle battute a famosi cacciatori dell'epoca.
Mentre gli attacchi furono provati e documentati, non si riuscì mai a chiarire la vera natura dell'animale. Secondo gli storici e biologi moderni è probabile che le uccisioni fossero opera di diversi lupi e che l'isterismo collettivo avesse contribuito alla diffusione di storie inverosimili sugli attacchi, attribuendo alla fantomatica bestia poteri sovrannaturali e fisionomie insolite.
Altra probabile ipotesi è quella che non fosse un'unica bestia ad uccidere. Secondo alcuni recenti studi, almeno l'ultima delle cosiddette bestie, uccisa nel 1767 da Chastel e probabilmente responsabile della maggioranza degli attacchi avvenuti in quei quattro anni, sarebbe stata un enorme lupo (oltre 70 kg di peso, 90 cm di altezza al garrese e quasi 150 cm di lunghezza) affetto da acromegalia.
Tale malattia, esistente anche tra gli esseri umani, causa una crescita smisurata delle ossa, come dimostrano gli sproporzionati piedi (16,2 cm di lunghezza per 12,2 di larghezza, grandi quasi quanto quelli di una tigre) e l’abnorme testa, i cui muscoli temporali e masseteri superavano in totale i tre chili di peso. Le fauci pertanto esprimevano probabilmente una pressione di oltre 700 kg, pari a quella di una iena maculata.

La vicenda ebbe inizio nell'aprile del 1764, quando una ragazza fu attaccata da un predatore poi messo in fuga dall'intervento delle mucche che stava portando al pascolo. La giovane descrisse la "bestia" come un enorme lupo, dalla peluria folta e nera, con due grandi canini laterali.
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l 30 giugno del 1764 la bestia fece la sua prima vittima: una ragazza quattordicenne. Nei mesi successivi furono decine le vittime, per lo più donne e bambini.
Col moltiplicarsi degli attacchi e dei morti, il governo francese inviò in questa regione uno squadrone di 56 dragoni, comandati dal capitano Jean Boulanger Duhamel che per le ricerche poté contare anche sugli oltre 400 miliziani dei Volontari di Clermont, di stanza nei pressi. Duhamel avvistò la cosiddetta "bestia" più volte, senza mai riuscire a ucciderla. Secondo il parere di Duhamel la belva era un ibridi mostruoso, con le fattezze di un lupo ma la stazza di un vitello.
Nel 1765 il re di Francia inviò un famoso cacciatore di lupi, il nobile normanno d'Enneval, nel Gévaudan. Questi condusse numerose battute di caccia, dichiarando infine di aver ucciso la creatura. Come lui anche molti altri asserirono più volte di aver ucciso o ferito mortalmente la bestia che però puntualmente tornava a mietere vittime. Anche per questo motivo, tra gli abitanti della regione iniziò a farsi largo l'idea che la bestia avesse poteri magici, tanto da far nascere la superstizione che essa fosse immortale.
Gli attacchi continuarono e allora il re  sostituì d'Enneval con François Antoine, il "Gran portatore di Archibugio del Re" e massimo rappresentante della "Grand Louvetier", associazione francese nata nel XIV secolo per l'eliminazione delle bestie feroci.
Antoine era accompagnato da suo figlio Francois Antoine de beauterne e da circa una dozzina di guardiacaccia scelti fra i migliori del regno.
Anch'egli cacciò e uccise un grosso lupo dal pelo nero ma le morti attribuite alla misteriosa creatura non si placarono.


Nel giugno 1767 un certo Jean Chastel uccise probabilmente la vera bestia, in quanto dopo non ci furono più attacchi né vittime. Con ogni probabilità si trattava, come per alcune delle altre bestie uccise prima di allora, di un lupo divenuto antropofago.
Chastel portò il corpo dell'animale al re sperando in una lauta ricompensa ma non l'ottenne, poiché il re credeva la bestia morta già nel 1765 per mano di Antoine.
Il cadavere dell'animale ucciso da Chastel, malamente imbalsamato, fu immediatamente distrutto per ordine del re.
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l totale delle vittime accertate fu di 136, su almeno 270 attacchi totali, 14 delle quali decapitate, forse a causa della trazione esercitata sul collo dalla bestia per trascinare i cadaveri delle vittime.
Ma con ogni probabilità le vittime furono molte di più, forse 300-500, in quanto ad un certo punto si smise di conteggiarle per ordine dello stesso re .
Tale ordine fu esteso anche ai curati per quanto riguardava gli atti di morte.

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