Finisce lo spettacolo si accendono le luci e rimango solo in mezzo al palco, col mio pesante trucco, sono il clown.
Solo i bambini mentre i loro genitori si affrettano per rivestirli a volte mi salutano e ridono . Poi la loro attenzione viene rivolta verso il piccolo pony che gli fa fare loro un giro per qualche spicciolo.
Attorno gli operai puliscono palco e platea e preparano il circo per il giorno successivo. Poi finalmente si spengono le luci appena in tempo prima che le lacrime scendano e con loro il mio pesante trucco.
Il clown è il personaggio più triste del circo e io forse lo sono ancor di più, mi faccio forza alzo il mio pesante corpo e mi incammino verso la mia roulotte.
Faccio piano pur sapendo che mia moglie da anni se ne è andata, la vita del circo non le è mai piaciuta, come non le piacevano le colombe.
Le dicevo di portar pazienza che si sarebbe liberato il posto di bigliettaia invece ...ultima di tre sorelle non si dava pace che come marito le fosse toccato il peggior partito.
Quando se ne andò non rimasi sorpreso ma colpito si, neanche una parola, un messaggio niente. Prima che succedesse mi accorsi di qualcosa, capitò nei pressi di Piacenza avevamo in programma 3 serate, la prima sera si fermò al termine dello spettacolo a parlare lungamente con un contadinotto dal viso anonimo. La seconda sera vi prestai più attenzione, a fine spettacolo parlarono pochi minuti, di lui mi ricordo una smorfia nervosa che lo portava a storcere la bocca.
Il terzo giorno non si presento allo spettacolo, trovammo una sostituta volante per le colombe, seppi poi che lo aveva seguito e che era andata a convivere con lui, etichettata dal tutto il paese come donna non rispettabile. Questo fu l'unico colpo di fortuna che mi ricordi di aver avuto nella vita.
Io presi un cane che non la fece certo rimpiangere. Seppi anni dopo, che dandosi all'ozio e alle golosità prima si deformò poi ammalatasi di diabete le dovettero amputare un piede. Attualmente era ricoverata presso una clinica del modenese, mi sembrava una clinica rinomata.
Non l 'andai mai a trovare per l'imbarazzo forse o più semplicemente perché ero troppo pigro.
Gli anni cominciavano a farsi sentire, e fare il clown comportava sempre più fatica, ma non dovetti pensarci molto.
Poco tempo dopo mi offrirono il posto di bigliettaio chiesi subito se potevo continuare a truccarmi da pagliaccio ma mi fu vietato . Ero molto preoccupato perché mi era stato chiesto di accogliere gli spettatori con un bel sorriso.
Ma come potevo sorridere, non ne ero capace, passai tutta la notte davanti allo specchio a provare ma che orribili smorfie ne uscirono. Sfinito mi addormentai , per fortuna pensai che gli spettacoli sarebbero ripresi un mese dopo.