Capitolo 1: The River's Edge

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La nostra è la storia della città; una piccola città e delle persone dove nella città ci vivono. Vista da lontano si presenta come tante altre identiche città sparse nel mondo: sicura, ordinata, innocente.  Ma appena ti avvicini cominci ad intravedere delle ombre sotto la superficie. Il nome della nostra cittadina è Riverdale.

La nostra storia, credo, cominci con quello che i gemelli Blossom fecero quell'estate.
Il 4 luglio, sorta da poco l'alba, Jason e Cheryl Blossom si recarono in auto allo SweetWater River per un giro in barca.

-Hai paura Jason?- Domandò Cheryl al fratello mentre si scostò i suoi lunghi e fluenti capelli rossi. Il fratello,in risposta, scosse la testa guardandola con i suoi occhi blu come l'acqua del fiume. Poco dopo salirono in barca. Mentre le montagne, dietro la foresta, decoravano il paesaggio, Jason remava senza parlare e sua sorella lo continuava a fissare. Ma un temporale compro all'improvviso: un tuono fece spaventare degli uccelli che stavano appollaiti sotto i rami di un'albero e l'acqua del fiume si fece sempre più violenta.

Ciò che di certo accadde poi fu che Dilton Doiley, alla guida del gruppo scout di Riverdale, durante un'escursione per lo studio della fauna, si imbattè in Cheryl sulla riva del fiume.

Il capo del gruppo scout, insieme ai suoi cadetti, iniziò a scrutare in mezzo alle frasche di qualche albero un possibile animale da far vedere ai suoi allievi ma quando girò il binocolo vi trovò una figura che stava seduta su uno dei tanti sassi presenti intorno alla riva. La ragazzo si girò e il Dilton la guardò: il suo trucco era tutto colato e i suoi capelli rossi erano bagnati fradici. Gli si poteva leggere perfettamente una moltitudine di emozioni negative. -Jason...- Pronunciò la ragazza dai capelli rossi mentre tratteneva le sue lacrime. Dopo averla riscaldata con una coperta, Doiley chiamò la polizia. Quest'ultima non tardò ad arrivare ma con essa giunsero anche i genitori dei due gemelli.
Durante le ricerche la ragazza continuava a guardare un punto fisso, mentre suo padre e sua madre trattenevano le emozioni negative che cercavano di uscire.

La polizia di Riverdale dragò il fiume alla ricerca del corpo di Jason; ma non lo trovò.

Sull'altra sponda del lago si era formata una moltitudine di gente che cercavano di guardare il quanto più possibile ma i Signori Cooper non sembravano affatto sorpresi della scomparsa del gemello. -Se è davvero morto...- Pronunciò la signora Cooper mentre guardava tutta la scena accanto al marito. -Spero che nell'ultimi istanti abbia sofferto.- Spostò il suo gelido sguardo verso i Signori Blossom che discutevano ardentemente con un poliziotto. -Che Jason Blossom possa bruciare all'inferno.- Il marito la guardò con uno sguardo per niente sorpreso dalla sua affermazione.
Poco sopra di loro un ragazzo con un cappello e con una fotocamera appesa al collo guardò velocemente le barche della polizia che sfrecciano veloci sul fiume alla ricerca del corpo.

Così una settimana dopo, la famiglia Blossom seppellì una bara vuota e la morta di Jason fu archiviata come incidente,mentre la storia di Cheryl faceva il giro della città. Raccontava che gli era caduto un guanto nel fiume, che Jason aveva cercato di raccoglierlo e nel farlo era finito in acqua. Si era fatto prendere dal panico ed era annegato. Quanto a noi, l'ultimo giorno delle vacanze si parlava ancora della tragedia di quel 4 Luglio, quando un nuovo mistero si affacciò in città.

Un'auto nera come la notte si fermò davanti ad una casa, che assomigliava di più ad un mausoleo. Il finestrino anteriore si aprì, facendo uscire degli occhi neri con delle sfumature marroni e con una collana di perle attaccate al collo della ragazza che guardò la sua nuova casa. Con poca fiducia aprì lo sportello della macchina. -Reggiti forte ora: l'appartamento è piccolo ma in ogni caso di pregio.- Disse la donna al fianco della ragazzo mentre sua figlia ripeteva le sue parole come un pappagallo. -In più è la sola proprietà intestata a me e non a tuo padre.- Concluse e trasse un profondo sospiro, mentre la ragazza continuò a guardare la casa.

Aprirono le porte ed entrarono: era molto più ampia e più bella di quanto si potesse immaginare. -Signora Hermione, bentornata.- Lui era Smithers; l'unico maggiordomo che era ancora rimasto in quella casa. Indossava uno di quei completi da facchino che hanno negli hotel. Era un uomo abbastanza anziano, avrà avuto sulla sessantina. Il maggiordono abbraccio la donna e gli diede il benvenuto dandole un bacio per guancia. -Come è stato il viaggio?- La donna rispose che per fortunata non c'era stato nessun traffico e dopo gli presentò sua figlia: Veronica. -Ah. È un vero piacere, signorina.- Tese la mano e la ragazza, prima si scostò i capelli, la afferrò. -Prendo i bagagli.- Smithers si avviò verso la porta ma prima di uscire si girò verso le ragazze. -Gli porto il menù signora? Così può ordinare.- Hermione rispose che aveva una gran voglia degli hamburger di Pop's e gli domandò se c'era ancora il Chocolate Shop.

-Che cos'è il Chocolate Shop e perché vende hamburger?- Domandò la ragazza con curiosità ma appena si girò vide lo sguardo gelido della signora e quest'ultima girò lo sguardo verso il maggiordomo.

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