Lauren POV
Tutta contenta si gira per iniziare a sparare.
Non crederà sul serio, che sia così facile vincere?.Posiziono le mani sui suoi fianchi, alzo di poco la maglia e faccio dei piccoli cerchi con le dita.
Inizia subito a tremare."Cosa stai facendo?" sussurra.
"Devi essere concentrata sempre, anche se ci sono molte distrazioni attorno a te" rido.
"Non riuscirò mai a sparare in questo modo" spara un colpo, ma non c'entra nemmeno il cartellone col manichino.
"Hai visto?" cerca di girarsi, ma faccio più pressione sui fianchi.
"Sei così fragile, che ti arrendi al primo ostacolo Camila?" faccio scontrare la sua schiena col mio petto, le esce un piccolo gemito.
"Sei quel tipo di persona?... allora rispondi?" metto una mano attorno al suo collo, mentre lei abbassa la pistola.
Deglutisce a fatica, il suo cuore batte forte e osservandola in tutto questo, mi sto eccitando e non poco.
"N-no non sono così..." si morde il labbro e inizia a strusciare il sedere sulla mia figa.
Libero anch'io un sospiro e chiudo gli occhi.
La mia mano scivola lentamente in mezzo alle sue gambe.
Accarezzo la sua natura da sola le mutande e la scopro completamente fradicia.
La vedo mordersi il labbro."Senti senti cosa abbiamo qui... sei completamente fradicia" sussurro vicino al suo orecchio.
"Oddio..." geme andando in contro alla mia mano.
Sposto la sua mutande e trovo il suo clitoride turgido e bagnato.
Lo pizzico piano e lei inarca il bacino.
Infilo un dito dentro di lei, entra senza alcun ostacolo da quanto è bagnata, così introduco anche il secondo.
Inizio a muoverle piano, ma fino in profondità."Sei così sensibile Camila" mordo il suo collo senza farle male.
"Oh ti prego Lauren... fammi venire" quasi urla.
"Vuoi venire qui? Sai che potrebbe entrare qualcuno.
Vuoi che ti vedano, venire in questa maniera?" il solo pensiero mi fa girare il sangue."No... ma voglio solo che tu mi faccia venire" il suo respiro si fa sempre più pesante.
"OK allora faremo una cosa veloce".
La trascino il più velocemente possibile nel spogliatoio femminile.
Chiudo la porta a chiave e la faccio sedere.
Mi osserva eccitata e spaventata allo stesso tempo.
Le tolgo i pantaloni e le mutande.
La sua natura gronda di umori caldi e densi."Ti prego..." mi supplica.
Senza smettere di guardarla, do la prima leccata.
Butta la testa indietro e allarga di più le gambe.
Prendo il clitoride gonfio in bocca, ma inizia a gemere molto forte."Oh così non va affatto bene, apri la bocca" lo fa, senza storie e le infilo le sue mutande umide dentro.
"Non guardarmi così, fai troppo rumore" detto questo inizio a lavorarmi la sua figa.
È dolce al punto giusto, il suo sapore mi manda fuori di testa.
La tengo ferma per le cosce e le infilo senza preavviso due dita dentro.
Inarca il bacino e cerca di andare in contro alle mie dita.
Sincronizzo la bocca con le dita, la sua figa inizia a contrarsi deliziosamente.
Mi avvicino al suo viso e noto i suoi occhi lucidi."Camila cosa aspetti a venire? Forza vieni per me" aumento la velocità, mentre il suo corpo inizia a tremare.
L'orgasmo l'attraversa e fa dei versi, visto che non riesce a parlare.
Le rimuovo le mutande e inizia a respirare con la bocca aperta."Respira o avrai bisogno di un'inalatore" sorrido strofinando il naso sulla sua guancia.
"Sei pr-proprio spiritosa..." chiude gli occhi e si innumidisce le labbra.
"Forza è ora di andare" dico allontanandomi da lei.
Durante il tragitto in macchina io e Camila non parliamo molto.
Di tanto in tanto la vedo guardarmi le sorridermi con la coda dell'occhio.
Mi sento bene, il mio cuore batte forte.
Ma in qualche modo sento, di non meritarmi tutta questa serenità."Come va lo stomaco e la testa?" chiedo guardando la strada.
"Tutto bene... senti volevo dirti di non prendertela con Michelle.
Si non è stata colpa sua" sussurra."Se la difendi tanto perché la prossima volta, non te la fai leccare da lei?
Visto che da quello che vedo, ci tieni così tanto" borbotto."Come? Ma che dici?
Non volevo dire questo, solo che è stata colpa mia... tutto qui" accosto l'auto su un parcheggio di un ristorante."Ascoltami bene, non sei tu il capo qui ma io.
Sono io che decido cosa fare, delle persone con cui lavoro e specialmente delle loro punizioni, non tu.
Quindi non mettere naso sugli affari, che non ti riguardano... sono sta chiara?" la guardo arrabbiata."Si limpida come l'acqua" incrocia le braccia e mette il muso.
Quando torniamo al distretto, chiamo subito Michelle nel mio ufficio.
"Lauren so quello che vuoi..."
"Sta zitta stronza che non sei altro, sei sospesa per una settimana... ora vattene.
Non voglio vederti" ordino."Non puoi farlo" tenta di contraddirmi.
"Si che posso invece, perché tu sai benissimo di cosa sono capace. Vero?" mi avvicino a lei e quest'ultima indietreggia.
"S-si ora vado" esce di corsa dal mio ufficio e chiude la porta.
Mi siedo sulla sedia e fuori dalla finestra e lascio un lungo sospiro.
A stento ho controllato la mia rabbia prima, quella ragazza sta distruggendo tutte le mie barriere mentali.
L'orgasmo che le ho fatto avere oggi, è stato una delle cose più eccitanti della mia vita.I miei pensieri vengono interrotti al bussare alla porta.
"Avanti" mi giro per vedere chi è.
"Lauren ehm io volevo scusarmi... hai ragione, le persone con cui lavori non sono affar mio e io non devo intromettermi.
Puoi perdonarmi?" chiede mettendo il labbruccio."Ok tranquilla, sei venuta solo a dirmi questo?" la guardo.
"No... cioè" prende un lungo respiro e si abbassa per andare sotto alla mia scrivania.
"Ma che cazzo stai facendo Camila?" sussurro eccitata.
"Voglio farti star bene" sorride e inizia ad abbassarmi la zip dei pantaloni.
"Ti hanno vista entrare qui e poi potrebbe entrare qualcuno" borbotto.
"Nessuno mi ha vista, quando sono entrata e poi nessuno entrerebbe senza il tuo permesso" sorride e mi abbassa i pantaloni, mentre mi guarda.
Cazzo spero tanto, di non far troppo rumore.
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Amore Tormentato
RomanceVedo la vita delle persone scorrermi vicino, vedo bugie, ansia, rabbia, tristezza e dolore. Mi chiamo Lauren Jauregui e sono un sergente della polizia di Chicago. Il mio lavoro mi ha insegnato a non farmi coinvolgere troppo, a nascondere le mie emo...