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Quello fu il più bel giorno della vita di Jongdae.

Aveva fatto amicizia con le sirene, nuotato nel fiume che conduceva al villaggio degli indiani, aveva conosciuto altri amici di Xiumin che vi abitavano e aveva imparato alcune delle loro usanze, oltre che un paio delle loro odi alla natura. Adesso aveva le guance piene di piccoli disegni colorati, oltre che il nome indiano di Fulmine Sonante – o persino Chen, per brevità.

- Sei stanco?- domandò Xiumin, passeggiando con lui sulla riva di un torrente.

Jongdae fece spallucce. - Solo un po'.- rispose, giocando a restare in equilibrio sulle rocce piatte lì accanto. - In tutte queste ore, non hai pensato a dove possano essere finiti i tuoi amici?-

- Beh, neanche tu l'hai fatto.- ribatté Xiumin, strizzandogli l'occhio come sempre. - E poi saranno di sicuro a divertirsi dall'altra parte dell'isola.-

Seduto sulla sua spalla, Luhan restò in silenzio come faceva ormai da un pezzo e notò per l'ennesima volta come i due si guardassero con degli occhi grandi, lucidi e pieni di una magia sconosciuta. Non poté fare a meno di pensare di sentirsene escluso, siccome era qualcosa che solo Xiumin e Jongdae parevano in grado di sperimentare.

Ad un tratto, Jongdae percepì una goccia d'acqua bagnargli lo zigomo, decorato da una striscia di pastello azzurro. Sollevò il viso e si accorse di come il cielo fosse diventato grigio.

- Sta per piovere.- annunciò Xiumin. - Vieni, qui vicino c'è un posto dove possiamo ripararci!-

Senza che ce ne fosse davvero bisogno, iniziò a correre e trascinò con sé Jongdae tenendolo per mano.

- Aspetta, vai piano!- cercò di dire quest'ultimo, anche se rideva e correva insieme a lui.

Dal momento che probabilmente per loro non avrebbe fatto differenza, Luhan decise di lasciarli andare e di ripararsi altrove dalla pioggia imminente, magari in una qualche tana. Non gli dispiaceva in modo particolare, ma non poté fare a meno di sospirare, pensando a come era stato messo un po' da parte per tutta la giornata.

In pochi minuti cominciò a piovere forte e Xiumin condusse Jongdae in una radura, dove il torrente sfociava in un laghetto creando una piccola cascata; dietro di essa vi era una grotta rocciosa. I due si sedettero ed ammirarono come il breve temporale tinse d'argento gran parte dell'isola. Xiumin, inquieto per via di un paio di tuoni, si spostò più vicino a Jongdae e appoggiò la testa sulla sua spalla, sapendo che l'altro l'avrebbe lasciato fare.

- Sta finendo.- osservò Jongdae a un certo punto, quando la pioggia si fece più leggera.

Xiumin annuì e tirò su il capo, per poi rimanere a fissare il profilo del ragazzo con espressione concentrata e rapita. Jongdae se ne accorse dopo un lungo minuto e arrossì, ma non distolse lo sguardo dal suo.

Per tutto il giorno i due si erano scambiati occhiate fugaci e piccoli sorrisi che dovevano essere nascosti, ma invece erano fin troppo consapevoli. Erano attratti l'uno dall'altro e in un luogo magico come quello, dove potevano essere liberi di fare ciò che volevano, le emozioni non potevano restare chiuse nel cuore a lungo.

Lentamente sentirono entrambi la testa farsi pesante e avvicinarsi a quella dell'altro. Erano molto, molto vicini, e le palpebre si abbassarono in modo naturale ... ma prima che potesse succedere altro, una piccolissima mano premette sui nasi di tutti e due, spingendoli a sobbalzare e allontanarsi.

- Luhan!- strillò Xiumin con disappunto. - Che cosa fai??-

Mentre Jongdae avvampava e tentava di seppellire l'imbarazzo, il piccolo elfo si affrettò a parlare all'orecchio di Xiumin. L'espressione di quest'ultimo si distese e si tinse di un'urgenza che a Jongdae non piacque.

Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora