1.

696 23 4
                                    

«Ricorda che tu sarai sempre il mio nipote preferito» dice Zia Astrid, stringendogli le guance arrossate. Harry alza gli occhi al cielo, scacciando con una mano Rose, che continua a pestargli i piedi. «Zia, Liam non è tuo nipote» le dice, incrociando le braccia al petto. Zia Astrid muove una mano nella sua direzione. «Sta’ zitto, sfigato» gli dice, allontanandosi finalmente da Liam e prendendo in braccio Jack, l’altro dei gemellini pestiferi. Kathleen si mette a ridere e addita Harry con l’indice macchiato di pennarello blu. «Ti ha chiamato sfigato» lo prende in giro, tenendosi la pancia. Harry le lancia uno sguardo molto cattivo e si volta – finalmente, grazie tante - verso il suo migliore amico.
«Sappi che ti odio, anche se sono molto fiero di te» dice, battendo il pugno contro quello già teso di Liam.
Il fatto che il suo migliore amico stia per trasferirsi dall’altra parte del mondo gli sembra ancora una tragedia di quelle a livelli colossali. Può darsi che abbia pianto un pochino anche la scorsa notte, ma questo è un dettaglio che Harry considera parecchio irrilevante e troppo imbarazzante perché qualcuno che non sia sé stesso possa saperlo.
Liam sa benissimo che andandosene lascerà Harry da solo in mezzo ad un branco di lupi affamati – ovvero la sua stessa famiglia – ed Harry lo odia anche un po’ per questo, ma se studiare medicina è ciò che il suo migliore amico vuole – e che si merita, soprattutto – lui si farà sbranare molto volentieri. Ok, non è vero, sente un vuoto nel petto ed è parecchio arrabbiato con Liam, ma non c’è bisogno che lui lo sappia.
Harry lo abbraccia e gli sussurra che non è vero che lo odia e che è davvero felice per lui. Liam gli ride all’orecchio e gli ordina poco gentilmente di non dimenticarlo.
«Non lo farò, Lee» dice, toccandosi il petto con le dita, sulla zona del cuore. «Giuro solennemente che odierò con tutta l’anima chiunque verrà ad abitare nella Paynabitazione»

A casa, quello stesso pomeriggio, Harry trova Anne e Nonna Jenn parlare di una tisana parecchio sospetta alle bacche di Goji, i Gemelli Effe confabulare sottovoce riguardo degli innaffiatoi ripieni di burro e il Nonno Ernie urlare qualche parolaccia davanti alla partita del Chelsea. Harry si chiude in camera sua e scrive qualche battuta squallida delle sue a Liam, nonostante abbia sicuramente il telefono spento. Guarda dalla finestra la casa al di là della strada poco trafficata, fingendo di essere uno di quei ragazzi molto belli che girano i video musicali delle canzoni d’amore. Si passa una mano tra i capelli e fa un sospiro solitario, lanciandosi un’occhiata allo specchio. No, non è decisamente abbastanza bello per poter registrare un video musicale. Alza le spalle con indifferenza perché, davvero, lui le canzoni preferisce ascoltarle. E scriverle.
Afferra il libro di Harry Potter lasciato a metà di un capitolo e si immerge nella lettura, lasciando fuori Liam, la sua famiglia, i video musicali e quella maledetta casa vuota con la porta rossa un po’ scrostata.

Due giorni dopo, Harry si sveglia a causa di un rumore al piano di sotto. Non osa guardarsi allo specchio perché si è addormentato alle tre di notte e non vuole davvero sapere come sia massa la sua faccia. Si trascina giù per le scale con la voglia di vivere di un bradipo e si dirige in cucina. Solo quando Zia Ada lo trascina via acchiappandolo per il bordo della maglietta, si accorge di avere i piedi nell’acqua. Guarda per terra per un secondo, schiaffandosi una mano in viso l’istante successivo. «Chi ha lasciato il rubinetto aperto, questa volta?» chiede, sfregandosi gli occhi assonnati. «Rose» risponde Gemma, alle sue spalle. «Come stai, fratellino?» chiede poi, scompigliandogli i capelli con una mano ingioiellata. I capelli di Harry si impigliano ad un suo anello e prima di riuscire a sfilarli lei glieli strappa tutti. «Molto bene, prima che nascessi tu» le risponde, massaggiandosi la testa. Gemma gli colpisce una spalla e si siede su un gradino. «Quando io sono nata, moccioso, tu non eri neanche un piccolo spermatozoo»
Kathleen tira i pantaloni di Harry e gli chiede cosa sia uno spermatozoo, ma, prima che possa rispondere, Zia Ada la trascina via, lanciando uno sguardo agghiacciante ad Harry. «Niente che i tuoi sette innocenti anni abbiano bisogno di sapere» sussurra al suo orecchio, trascinandola su per le scale.
Zio John arriva poco dopo, trafelato e con la maglietta al contrario. Scende le scale due gradini alla volta e scavalca Harry, Gemma, Ernest Jr, Gary Cooper e i gemellini, che sono appollaiati sui primi gradini delle scale.
«Rose» la guarda con un enorme punto interrogativo in viso e lei si nasconde dietro il braccio di Harry. «Zio John, mi dispiace!» gracchia. «Jack mi ha fatto paura mentre mi lavavo i denti e mi sono dimenticata di chiudere il rubinetto perché dovevo rincorrerlo» si giustifica.
Zio John scuote la testa con un sospiro e si arrotola i pantaloni da lavoro fin sopra le caviglie. «Bene» dice. «Oggi vi divertirete tutti quanti ad asciugare l’acqua per terra. Devo dare il cambio a Zio Mike al FAEL» dice, affrettandosi a recuperare le scarpe dal ripostiglio. Prima di uscire, si volta di nuovo verso le scale. «Ah, Harry» lo chiama. «Oggi ci sono i colloqui per la libreria, ricordi?»
Harry annuisce e Zio John esce di casa di tutta fretta.
«D’accordo, piccoli schiavetti» Harry si sfrega le mani, sorridendo malefico. «Devo proprio assentarmi per qualche ora, come avete tutti quanti sentito, e, visto che sono l’unico uomo qua dentro, al momento, vi consiglio di cominciare a recuperare alcuni stracci belli grandi per raccogliere l’acqua»
I bambini corrono su per le scale, inveendo contro Harry, ma eseguendo. Gemma, invece, gli dà uno scappellotto e gli dice che è un cretino. Salgono le scale insieme, battibeccando e spintonandosi, finché non si dividono per raggiungere le loro rispettive stanze. «Dov’è mamma?» le chiede Harry, pronto per chiudere la porta.
«Ha fatto il turno da receptionist, questa notte» risponde Gemma, facendogli una linguaccia e lasciandolo solo in corridoio.
Harry si veste con la prima maglietta – gialla – di Star Wars che trova e scende al piano di sotto per mangiare qualcosa. Entra in cucina in punta di piedi e afferra una banana; se ne va poi velocemente, infilandosi le scarpe in veranda.

Jack Spinse Rose Oltre Il Parapetto | LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora