Capitolo 6

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Sì, la sua vita non era un romanzo. Ne era sempre stato consapevole, ma se ne rese particolarmente conto quando, cinque anni dopo, ancora non sapeva cosa fosse l'amore.

Perché ci tenesse tanto a scoprirlo, era ancora più un mistero. Si trattava forse di mera paura della solitudine? O del bisogno inconscio di avere qualcuno nelle cui mani posare tutta la propria inadeguatezza, così da affrancarsi da quel peso? Oppure la tensione di uno spirito osservatore e curioso?

Non aveva trovato risposta nemmeno nei libri. O nel cinema. Lì, l'amore appare sempre così...semplice. Sono ostacoli esterni a complicarlo, sono finte amicizie, impreviste opportunità, tragedie improvvise. In qualche modo, trova sempre una conclusione, sia essa felice o drammatica.

Per Namjoon, invece, era un tunnel: mai realmente iniziato, mai finito. Una costante invisibile e irraggiungibile, tanto bramata quanto temuta. Era straziante percepirla, e non poterla mai toccare.

Capì che, prima o poi, avrebbe dovuto rassegnarsi. Tanto anche avesse amato, non sarebbe stato ricambiato.

Meglio così, si ripeteva.

Non avrebbe saputo scegliere quale fosse la sofferenza maggiore: restare nell'inesperienza, o amare senza speranza di ricevere indietro quell'amore. Aveva provato entrambi, la seconda opzione una volta sola. E già era bastata.

Che poi ancora si chiedeva se non fosse stata pure quella tutta un'illusione. Inutile rifletterci ancora.

Sentì inatteso lo strillo di un clacson, e si guardò attorno, assorbendo il grigiore di quella città. Camminava ancora su quelle stesse strade che, tempo fa, aveva disgustato. Quelle stesse strade che aveva affermato non sarebbero mai state "casa". Non le avrebbe mai definite così a voce, ma inevitabilmente lo erano diventate.

Casa non è dove torni la sera con la stanchezza del giorno addosso? Dove ti siedi su un divano a guardare la tv?
Se non una persona, quei palazzi bui saranno stati la sua casa.

Inspirò l'aria densa e malsana di quella giornata nuvolosa e, straordinariamente, un sorriso prese forma sulle sue labbra. Rilasciò il fiato e sentì quasi il bisogno di ridacchiare. Scosse la testa come a bloccare quell'istinto ed entrò nel negozio di fiori accanto alla stazione centrale.

"Ciao, cerchi qualcosa in particolare?", chiese il commesso dietro al bancone bianco, mimetizzato tra i vasi ricolmi.

"Sì, vorrei un bonsai"

Col naso tra un vaso di primule, Namjoon chiuse un attimo gli occhi ed annusò il loro delicato profumo. Inebriato, si voltò per associare un viso a quella voce gentile, e, invece, si ritrovò a spalancare gli occhi e sbattere le palpebre un paio di volte a quella vista.

Indietreggiò di un passo, sconvolto, lo sguardo fisso su ciò che sembrava essere uno strano sogno. Rivide se stesso qualche anno fa tra le bancarelle di una fiera, una silhouette illuminata da dietro, una frase dal nulla. Ricordò di aver desiderato di poter ammirare quegli occhi nascosti, ma di aver colto solo il colore dorato dei suoi capelli. Ricordò quella ignota curiosità e il filo invisibile che sembrava ricondurlo a una spiaggia ricoperta di castelli fatti con la sabbia.

Davanti ai propri occhi, stava in piedi una figura che aveva il suo stesso volto: gli occhi neri e irrequieti, gli zigomi alti, i capelli castano chiaro; aveva i suoi stessi sogni, le sue stesse paure. Scosse la testa, come a volersi risvegliare, ma nulla. Ancora vedeva il proprio riflesso in una stanza priva di specchi.

Proprio come era successo tanti anni fa, quella notte passeggiando per le vie poco illuminate. Aveva riconosciuto se stesso nel sorriso di un passante, aveva incontrato le proprie paure sotto forma di un ragazzo in attesa dal dentista, aveva aveva visto la propria passione in quella di un ballerino, aveva incontrato i suoi sogni nella gentilezza di uno sconosciuto fuori dall'università, aveva concretizzato i propri dubbi nella persona che si era detto di amare e, ora, finalmente, trovava la risposta alle proprie domande.

Quelle persone avevano tutte l'identico volto.

Il suo.

Namjoon ebbe lì, tra i fiori variopinti di un negozio in centro città, l'epifania che da tanto attendeva: capì che l'amore, quello che stava inseguendo da anni, era un altro.

E che la persona di cui aveva disperatamente bisogno era se stesso.

il caso di essere soli | NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora