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《Donghyuck!》 urlò Mark con tutto il fiato che aveva nei polmoni correndo verso l'amico.
Il più giovane si trovava disteso a terra e con voce flebile e spezzata chiamava il maggiore affinché si avvicinasse.
Mark si buttò a terra di fianco a lui portandogli la testa sulle sue gambe.
《Hyuck sono qui...》
《Mark... ho freddo... p-puoi chiedere alla mamma... di prendere delle coperte...?》
Mark rimase spiazzato da quella domanda.
《H-Hyuck... la mamma... la mamma non c'è...》
Donghyuck accennò una risata che rilasciò un leggero rivolo di sangue appena fuori dalla sua bocca.
《Idiota... certo che è qui, non è ancora andata a lavoro...》
Hyuck stava ormai delirando, se fosse per la grossa quantità di sangue che stava perdendo, Mark non ne aveva idea, l'unica cosa certa era che Hyuck non era realmente accanto a lui, sarebbe rimasto lì ancora per poco.
Al sol pensiero gli occhi di Mark cominciarono a pizzicare.
《Hyuck... cosa vedi di fronte a te?》 chiese il maggiore con voce tremante.
《Ma... sei forse... scemo? Vedo ciò... ciò che vedi tu...》

"Non credo proprio mio caro Hyuck"

《L-lo so... però tu dimmelo lo stesso》
《Beh... siamo seduti sul portico... quindi vedo il nostro giardino... e il sole che splende... tu cosa vedi?》 disse con voce sempre più flebile.
Mark riconobbe quello scenario.
Hyuck si era nuovamente rifugiato in uno dei suoi ricordi, era una cosa che gli capitava spesso a dire il vero, come un meccanismo di autodifesa che si attivava non appena ciò che lo circondava cominciava ad essere troppo estenuante.
Mark non si sorprese di quel gesto, aveva visto Donghyuck nascosto sotto il letto rifugiato nei suoi ricordi per cose infinitamente più futili rispetto a ciò che stava affrontando in quell'istante.
Ciò che sorprese Mark fu la scelta del ricordo: non era successo nulla di particolare su quel portico, quel giorno a dire il vero nessuno dei due aveva parlato molto, non avevano molto da dirsi, o meglio, non avevano molto coraggio, specialmente Mark avrebbe voluto dire tante di quelle cose su quel portico, come avrebbe voluto dirle in quel momento, ma si limitò a porre una semplice domanda al fratellastro.
《A cosa pensi Hyuck?》
Lui non rispose subito, allarmando Mark, ma anche se deboli il suo respiro e il suo battito erano ancora lì.
《N-non posso dirtelo...》
《Avanti Hyuck... tanto lo sai che me lo scordo subito!》
Il maggiore utilizzava spesso quella scusa, ovviamente falsa, ma aveva imparato che gli serviva per capire il motivo dei rifugi mentali del minore.
《Va bene... penso che...vorrei stare con te... per tanto tempo... perché sei carino... anche quando mi tratti male...》
Eccolo lì il pugnale, ciò che Mark avrebbe tanto voluto non sentire mai, ciò di cui si vergognava profondamente: il bullismo psicologico che gli aveva inflitto fino a qualche anno prima.
Mark non ne andava affatto fiero, si rese conto col tempo che, nonostante tutte le cattiverie che gli avesse fatto, Donghyuck era sempre accanto a lui, lo cercava, lo difendeva e lo aiutava se era necessario.
Mark non si era mai scusato per ciò che aveva fatto, e si sentiva responsabile della condizione mentale instabile del più piccolo, avranno davvero fatto così male quelle parole?
《Tu invece a che pensi?》
I suoi sensi di colpa vennero interrotti dalla flebile voce di Donghyuck che, sempre disteso sulle gambe di Mark, osservava un punto indefinito del soffitto di quel magazzino, probabilmente la vista era già venuta meno.
Mark sospirò prima di parlare, non sapeva se era il caso dire una cosa del genere in quel momento, se Hyuck fosse scappato in un altro ricordo mentre era già intrappolato in quello, Mark lo avrebbe perso per sempre accelerando solo la sua morte, il cervello del minore sarebbe andato in tilt, ma Mark non voleva lasciarlo andare senza essersi prima scusato con lui, che questo avesse accelerato le cose o meno, Mark doveva scusarsi per tutto il male che gli aveva fatto.
《Pensavo... che sei una bella persona...》 cercò di utilizzare le parole più semplici e di velare il discorso in modo tale da farlo risultare più dolce e meno aggressivo o rude per il minore 《sei sempre rimasto accanto a me anche quando non lo meritavo...》
《Ma è ovvio!》 fece Donghyuck curvando un po' le labbra all'insù 《Dopo tutto siamo fratelli, no?》
La lama dentro il cuore di Mark si fece sempre più profonda.

safe and sound • markhyuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora