Vanesia

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Correvo, correvo a perdi fiato per quella meta a me sconosciuta.
Lo sentivo, riuscivo a percepirlo: quel dolore che non ti molla mai, lieve ed estenuante, il battito accellerato e il respiro mozzato.
Il dolore con il tempo svanisce ma non volevo saperne di abbandonarlo, sempre più leggiadra, sempre più vuota.
Credo nel destino... credo nel nome che ad ognuno di noi è stato assegnato fin dalla nascita.
Eppure... sta a noi sceglierne il significato, sta a noi decidere chi vogliamo essere.

Un angelo o un demone?
Oppure un angelo caduto?

Sicuramente non ero niente di tutto ciò, semplicemente una miserabile.
Un'umana miserabile, vuota, privata di quella sensazione che ti fa sentire vivo... e no.
Non parlo del dolore
ma parlo del cuore.
Eppure arriva la ragione, ti urla di essere umana! E allora dimmi
O Dio
Perchè questa sensazione non mi abbandona?
Perchè sono alla ricerca di qualcosa a me sconosciuto, di cui ho un solo vago ricordo?
Perché da quando te ne andasti, cominciai a deteriorarmi ripetutamente?

Sì, non sono niente di tutto ciò.
Sono solamente un miserabile essere umano.

Si deus me relinquit
Ego deum relinquo.
-
Sed,
Qui me defendet
Ab me terribilissimo ipse?

Vanitas vanitatum et omnia VanitasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora