Non ho mai viaggiato in treno; mi sono spostata in auto, pullman, bus, tram, e sono addirittura decollata in aereo, ma non sono mai salita su di un treno; semplicemente non ne ho mai avuto bisogno.
Eppure, ho accolto ed accompagnato innumerevoli volte amici e parenti alla stazione, e l'impressione che mi lascia ogni volta, è quella di un crocevia di persone, di storie, che attendono freneticamente di farsi strada lungo binari di corse infinite.All'ingresso la biglietteria, un luogo magico e solenne, un luogo in cui si sprigiona la forza di un pezzo di carta che tesse le fila di centinaia di destini che si incrociano e si scontrano.
Che meraviglia la stazione!
Si respirano idee, speranze, delusioni, amori.
Pisolini lungo le panchine, cappelli che volano con l'impeto dei mezzi, baci e promesse;
lacrime di chi parte con la pioggia, stridii di denti che accompagnano quelli delle rotaie...
In tutto il perfetto caos della stazione, si respira una vitalità umana, la stessa vitalità che anima il nostro mondo interiore, la nostra vita.
Sarà per quel pullulare di spiriti indaffarati che attendono di essere dislocati nei propri scomparti;
sarà per il mistico potere di un pezzo di carta, dove numeri e parole diventano codici d'accesso ad universi paralleli;
sarà che i treni, in fondo, mi ricordano le persone.
Ci sono treni che corrono imperterriti verso la propria meta;
ci sono treni che si fermano spesso, sempre in attesa di probabili e nuovi passeggeri;
ci sono treni che trasportano merci, e treni che trasportano anime.
A quanto pare siamo molto simili a questi esseri artificiali, trasportatori di vitale e di non vitale.
Ci sono treni puntuali e caparbi, che perdi per un secondo;
ci sono treni pazienti, che conoscono i tempi del mondo.
Treni che si inseguono, treni che sfrecciano, treni che partono, altri che arrivano.Eppure...eppure le persone non sono treni.
Già, dovremmo abituarci all'idea che le persone non sono treni;
non si possono scegliere orari, costo del biglietto, né è possibile scegliere la destinazione.
Si può solo scegliere se partire o aspettare un'altra corsa, magari in un altro luogo, magari condividendo la poltrona con qualcun altro.Dobbiamo abituarci all'idea che la vita non è un treno, non è un mezzo...che la vita la si raggiunge in treno, a piedi, con l'autobus...
che tutti coloro che incontriamo in stazione, (noi compresi), sono come tanti piccoli pezzi di carbone ammassati in uno stretto vagone merci...tanti piccoli elementi polverosi che non aspettano che ardere, che dar vita a una stella, che scaldare qualcuno.
Perché la vita è oltre il treno, è oltre gli orari, oltre il biglietto...
perché il prezzo della vita lo misuri dai sorrisi che scambi col passeggero appena entrato, la misuri dai saluti che mandi agli sconosciuti attraverso i finestrini, la misuri attraverso i cuori disegnati coi polpastrelli intrisi di condensa...
La vita è questo...in carrozza!
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Riflessi
General FictionPerché ognuno di voi possa in questa storia trovare il proprio riflesso.