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In seguito i ragazzi si divisero:

Marta andò con Jimin nella sua stanza, per assicurarsi che stesse bene e che arrivasse sano e salvo.

Jimin era ancora un po' traballante, però cercò di camminare da solo per non far vedere alla ragazza che in realtà stesse ancora male.

Sembrava tutto tranquillo, finché non entrarono nell'ascensore e, nel momento in cui partì, il movimento improvviso lo fece un attimo vacillare. Di colpo, fu preso sotto braccio da Marta che, da lì fino alla camera, non esitò mai un secondo nel lasciarlo andare.

Le camere da letto erano sempre le stesse per tutto l'hotel: moquette arancione, divano bordeaux, letto rosso e vetrata enorme sul fondo.

Appena entrati, Marta poggiò il corpo indolenzito del ragazzo sul letto, così che potesse riposarsi ancora un po'.

Nel miglior coreano che potesse tirare fuori in quel momento, la ragazza gli chiese se volesse qualcos'altro da mangiare per ritrovare le forze.

Aveva studiato coreano in quegli anni. La decisione partì semplicemente dal fatto che, con la scoperta dei BTS, la voglia di ascoltare le loro canzoni, di saperne il significato di colpo, le impregnava i pensieri fin dall'inizio.

Jimin con fil di voce riuscì a dire poche e semplici parole. Voleva solo qualcosina da mettere sotto i denti.
Visto che il piccolo frigo della stanza, conteneva solo shot di alcolici e un paio di bottigliette d'acqua, Marta si vide costretta ad andare un attimo al buffet.

"*나는 곧 돌아올거야."

Jimin's POV

Il malandato guardò intensamente la ragazza mentre lasciava la stanza per poi puntare gli occhi al soffitto e pensare.

Non voleva rimanere solo. Non ora.

Narratore esterno

Marta percorse quelle lunghe scale, perché, per conto suo, con l'ascensore ci sarebbe voluto troppo.

Arrivò alla sala ristoro e in un attimo si buttò a cercare qualcosa che potesse fare al caso suo: prese un pasticcino al cioccolato e nel caso Jimin non avesse voluto un dolce, prese anche un paio di tramezzini.

Nel mentre che si girava, stava per andare a sbattere contro qualcuno e rovesciare tutto. Quel qualcuno non era altro che Namjoon, venuto lì per fare rifornimento.

Era ancora strano per lei ritrovarsi davanti i ragazzi che aveva osservato per anni attraverso uno schermo, per poi averli a pochi centimetri. Con ognuno di loro il respiro velocizzava, il cuore batteva come non mai e il cervello andava sempre più a puttane per ogni centimetro che si avvicinavano.

Namjoon la salutò gentilmente per poi chiedere con fare disinvolto come stesse l'amico.

"He's better" rispose accennando un sorriso.

Prima che la piccola se ne potesse andare, sentì delle parole di RM che le fermarono il cuore.

"Stay close to him. He needs you"

In un attimo, Marta si ritrovò di nuovo da vanti alla porta della camera e, aprendola, si trovò davanti un Jimin in fil di forze che cercava disperatamente di alzarsi dal letto color cremisi.

Velocemente, la ragazza poggiò il cibo nel tavolino e si precipitò dal cantante per afferrarlo per le spalle e fermarlo dicendogli di rilassarsi. Una volta bloccato ed essersi assicurata si fosse calmato, gli porse il cibo per poi sedersi davanti a lui.

Mentre mangiava, gli occhi della ragazza viaggiarono per tutti i lineamenti dell'idol, soffermandosi prima sui capelli biondi, che avrebbe tanto voluto spettinare di mano sua, sugli occhi marroni e profondi, che sprizzavano chissà quali emozioni a lei sconosciute e infine sulle labbra: labbra che lei stessa e le sue amiche ritenevano da stupro.

Come cazzo fa ad essere sempre così sexy...

Si era persa immensamente nei suoi pensieri, che non ti accorse minimamente che Jimin aveva già finito di mangiare e che si era soffermato pure lui a scrutare la ragazza ai suoi piedi.

Gli sguardi di entrambi si incastrarono l'uno con l'altro. Sta volta, Marta vide nelle sue iridi, color cioccolato che amava tanto, una punta di preoccupazione, così gli domandò se fosse tutto ok.

Jimin tra sé e sé, si maledì di essere sempre stato un libro a perto e, dopo aver tirato un sospiro sconsolatorio, raccontò del fatto che doveva preparare, entro la settimana seguente, dei passi da mettere in una nuova coreografia, ma non era ancora riuscito a inventare nulla. Non aveva alcuna ispirazione.

Detto ciò, Jimin scivolò lentamente giù dal letto, fino a sedersi per terra, esattamente di fronte a Marta. Quest'ultima, presa alla sprovvista, deglutì rumorosamente e dopo essersi ricomposta, rispose: "You have to think about what makes you feel happy"

Mimò un po' i concetti, così da essere sicura che capisse, visto che non sapeva esattamente come dirlo in coreano.

Istintivamente, il ragazzo guardò per terra con fare un po' rassegnato e sul suo viso ancora un po' imperlato di sudore, spuntò un tenero sorriso.

"*그래서 너를 생각해야 해." disse lento senza prestar conto al fatto che la ragazza potesse capirlo. Magari in fondo era quello che voleva.

Marta perse un paio di battiti nel momento in cui riuscì a tradurre la frase, facendo colorare le sue guace di rosso e le orecchie di lui dello stesso dolore. Rimasero con gli sguardi incastonati in quello dell'altro per buoni 15 minuti, finché non andarono a letto, stanchi per la giornata passata.

Ognuno di loro con i pensieri fissi su quelli dell'altro.

~~~

*나는 곧 돌아올거야 = in coreano "Torno subito"

*그래서 너를 생각해야 해 = in coreano "Quindi devo pensare a te"

Hey hey cerbiatti miei... sorratemi x non aver pubblicato prima ma sono PIENISSIMA DI IMPEGNI.
Sorry ancora... e buona notte.
Kisses♡

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