Capitolo 4

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Anche se il loro era un accampamento di fortuna, avevano comunque qualche bottiglia di birra. Beth non aveva mai bevuto fino a quel giorno, ma aveva scoperto di reggere parecchio bene l'alcol. Capacità che invece Josh e Max non avevano per nulla. Dopo il secondo sorso di birra, stavano già dando di matto. Avevano cominciato a sbiascicare, andando in giro come degli idioti per le varie tende. Poi Max era rientrato con Josh sotto il braccio, e si approcciò a Irwin, parlandogli. Gli disse qualcosa tipo "guarda, bella signorina bionda, ti ho portato un cagnolino." A quel punto Josh si mise ad abbaiare. Cinque minuti dopo erano a terra, stesi dall'alcol e dalle botte di Irwin. La scena era parecchio esilarante, e le risate del gruppo continuarono fino a notte inoltrata. Beth fu una delle ultime ad addormentarsi. Quando quasi tutti stavano dormendo, uscì dalla tenda, e si sedette guardando nella direzione da cui era arrivata. La città non le mancava per nulla, a dire la verità. Le mancavano moltissime comodità che qui logicamente non aveva, ma la compagnia era infinitamente meglio. Certo se non fosse per il fatto di essere costretta ad andare via senza un motivo. E poi lui le mancava.

La notte era scura. Nessuna luce, nessuna candela, niente di niente. Tutte le lampadine nelle tende erano state spente, perché l'energia era limitata. Una tenue luce naturale penetrava nella gabbia in cui era intrappolato l'intero pianeta. Fortunatamente, le polveri sottili lasciavano filtrare qualche raggio di sole durante il giorno, come un piccolo barlume di speranza. Ma la notte era quasi completamente un'altra cosa. La Luna, oramai, era totalmente coperta. Solo qualche luccichio qua e là illuminavano quelli che oramai erano i resti della superficie terrestre, distrutta, saccheggiata, abbandonata.

Beth tirò un grosso sospiro, chiuse gli occhi, inspirò ed espirò a fondo. Quella che si respirava era aria stranamente buona, non come quella in città. Una lievissima brezza si era alzata, e scompigliava i capelli di Beth, rivelando il fine viso nascosto sotto di essi. Ai insinuava persino nei suoi vestiti, rinfrescandole il corpo.

- Stai pensando a qualcuno?-

Una voce oramai familiare le parlò da dietro la sua schiena.

- Irwin, non stai dormendo?-

- No. Ti ho vista uscire, quindi mi è sembrato il momento giusto per parlarti. Solo io e te.-

- Solo io e te – ripeté Beth, con una voce quasi ironica ­– cosa ti aspetti che ti dica?-

- Non lo so, sei tu che devi parlare.-

Beth lo guardò per un po'. Stava per rispondere, quando lui ad un tratto ricominciò a parlare.

- Potresti cominciare a dirmi a cosa pensi...-

- A niente. Sto guardando le stelle.-

- Sai anche tu che le stelle non si vedono da almeno vent'anni.-

Beth si rese conto di quanto era stata stupida a dire una cosa del genere. La coltre di nubi che copriva quasi interamente il sole copriva anche le stelle.

- Già... ringraziamo la Grande Catastrofe.-

- Si chiama davvero così?-

- Ovvio che no. Sarebbe ridicolo.-

- Allora c'è tutta la probabilità che si chiami così.-

Beth lo guardò, a stento trattenendo una risata, anche s quella frase non aveva il minimo senso. Irwin sorrise, e quel sorriso mise un leggero velo di gioia nei pensieri nostalgici della ragazza.

- Va bene, allora. Riformulerò la domanda.-

Si schiarì la voce, e poi guardò in cielo.

- A chi stai pensando, Beth?-

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