Parte 5

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Ignoro il fatto che ormai sia assente e continuo a massaggiargli la testa, affondando le dita nei suoi capelli mossi color nocciola.
Rimango incantata dal profumo che emanano, e prendo un po' di tempo per concentrarmi su di lui, Peter.

Passo alle sue ciglia, accorgendomi di quanto siano lunghe.

Passo un dito sul suo naso, dolcemente, come a contare le sue lentiggini.

Gli accarezzo le guance, così morbide che forse mi andrebbe di morderle.

E poi.. le labbra.
Le labbra di Peter hanno una forma tutta loro, di un colore roseo. Passo il pollice sul labbro inferiore, poi lo mollo e questo rimbalza un poco sotto i miei occhi.

La mandibola di Peter è quasi affilata.

È proprio un bel ragazzo.

D'un tratto si sveglia e io tolgo velocemente le mani sul suo viso per tornare ai capelli.
«Harvey sei davvero brava a fare i grattini.»
mi dice con la voce roca mentre le mie unghie gli accarezzano la cute.
Poi si gira verso di me e mi mette ancora apposto un ciuffo fuori posto, che era scappato dall'elastico che teneva ferma la coda.
Poi mi scioglie i capelli e passa le dita tra questi facendomi chiudere gli occhi per la stupenda sensazione.
Ne approfitta del mio momento 'non vedo' per fare qualcosa.
Mi avvicina d'un tratto a lui e mi bacia.
Spalanco gli occhi e mi stacco facendo schioccare le nostre labbra.
«O mio Dio scusa Harvey... Era il momento sbagliato» dice lui con un'aria terribilmente triste.
Rimango a guardarlo un po' e gli rivolgo le braccia in cerca di un abbraccio.
Credo che pensi stia scendendo a un compromesso.
Lo stringo forte, poi ci ritroviamo ancora fronte contro fronte, sguardi incrociati, e allora che faccio? Rimango impalata? Bacio Peter lentamente, le nostre labbra sono unite e a lui scappa un sorriso.
Mi rimette una mano sui capelli massaggiandoli ancora, allora gli metto una mano sul viso e parte un bacio più forte.
Credo di non aver mai capito cosa significhi avere le farfalle nello stomaco fino a quel momento.
Io e Peter ci separiamo e sorridiamo entrambi.
«Cazzo Harvey non ho mai provato qualcosa del genere.» mi dice lui.
Lo guardo felice e poi ci corichiamo sul letto.
Lui a pancia in sù, io ho la testa posata sul suo braccio, e con la mano di questo mi accarezza i capelli.
Poi chiudiamo gli occhi e tentiamo di dormire.

Io e Peter siamo rimasti insieme abbracciati per tantissimo tempo, tanto che ad un certo tempo ho avvertito Jessy che apriva la porta della camera e verificava che non fossimo morti.
Sto così bene tra le braccia di Peter.

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