Prologo

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Sto tornando da scuola e appena metto piede sullo zerbino posto davanti al portone del palazzo un ciuffo spunta alla mia vista, annunciando l'arrivo di Peter.
«hey Harvey»
Alzo gli occhi al cielo e metto avanti il braccio per spostarlo facendomi strada verso le scale.
«Quindi abiti al sesto piano?» dice lui
Mi accorgo solo in quel momento che mi segue per le scale.
«Sai benissimo che abito al sesto piano Peter.» dico seccamente io.
«E... perché non prendi l'ascensore?»continua facendo spuntare sul suo viso un sorriso divertito ma cattivo.
Mi fermo d'un tratto:
«Sai benissimo anche che ho paura dell'ascensore.»
«pf» dice lui iniziando a ridere.
Peter abita al terzo piano, così a metà strada, mi tocca il braccio e mi saluta.
Rispondo con un ciao molto frettoloso ma poi lo sento chiamarmi ancora.
«Harvey.. sei bellissima»
Sbuffo un po' e continuo a salire le scale.
Arrivata a casa giro la chiave nella serratura e lancio lo zaino vicino al divano, per poi buttarmi su questo e finire per addormentarmi.

Mi sveglio alle sei di sera dopo una lunga dormita senza aver nemmeno pranzato, così mi stiracchio un po' e mi stropiccio gli occhi, per poi andare in cucina a prendere qualcosa da mangiare.
Riscaldo un piatto di pasta nel microonde e nell'attesa controllo le notifiche del telefono, accorgendomi di avere 7 chiamate perse da mia madre.
Mia madre torna sempre verso le otto e mezza da lavoro, e si assicura che tutto sia a posto chiamandomi.
La mia dormita a quanto pare non mi ha permesso di sentire la suoneria.
Richiamo subito mia madre, e tenendo il telefono tra la testa e la spalla, apro lo sportello del microonde e tiro fuori il piatto di pasta

tu tu tu

Il telefono squilla ma nessuno risponde.
Provo a richiamare diverse volte ma mia madre sembra essere assente.
Poi, qualcuno bussa alla porta.

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