Occhi verdi

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Il tempo passava ma ancora non avevo trovato niente da fare.

E' possibile annoiarsi in piena estate?

Insomma una persona normale in estate uscirebbe tutte le sere, andrebbe a ballare, in spiaggia a fare faló, in paese a farsi selfie..

Beh io no.

Effettivamente la mia vita è paurosamente monotona e noiosa.

Mi chiamo Katrina e quel pomeriggio tutto andava come al solito.

Mi trovavo in una villetta sul pizzo di una montagna con la mia famiglia.

E' senza dubbio un bel posto per trascorrere le vacanze, è accogliente fresco è ventilato.

C'è un unico problema: è isolato dal mondo.

Mi stavo domandando come passare il resto della giornata.

Infine decisi di iniziare un castello di carte.

Deprimente come attività.

Per quanto mi sforzassi di fare attenzione le carte iniziavano a crollare non appena iniziavo il secondo piano del castello.

Potevo aggiungerlo alla lista delle cose in cui sono una frana.

Al primo posto c'è senza dubbio la pallavolo ma a questo arriveremo piú avanti.

Ad un certo punto arrivó un grido dalla camera di mia sorella.

Andai di corsa a vedere cosa accadeva.

"Cassi che succede?"

"Questo stupido medaglione non ne vuole sapere di aprirsi!"

"E ti sembra il caso di gridare? Ringrazia che papà sia andato in paese o ti avrebbe tirato una sberla!"

"Finiscila Kat e continua a divertirti con i tuoi stupidi giochetti" ribattè lei.

"Fammi dare un occhiata a questo medaglione"

Era uno stupidissimo medaglione di bigiotteria, probabilmente un regalo che le aveva fatto qualche prozia.

"cosa c'è dentro?"

"una foto"

"una foto di che?"

"lascia perdere"

Non avevo per niente voglia di mettermi a discutere con Cassandra quindi me ne andai sbattendo la porta.

In quel momeno suonó il campanello.

Strano pensai.

Non sapevo nemmeno ci fosse un campanello quì! E poi i miei avevano le chiavi.

Il cane inizió subito ad abbaiare.

Damon è un coker che mio padre ha comprato un paio di anni fa e ha la fastidiosa abitudine di abbaiare per qualsiasi rumore.

Andai subito al cancello.

Per poco non mi venne un colpo.

Dietro le sbarre grigie e scolorite della mia villa-prigione si trovava una ragazza che doveva avere piú o meno la mia età.

Non vi era nessun essere vivente di etá inferiore ai cinquanta anni nei dintorni che io sapessi.

Andai ad aprirle.

"Ciao" le dissi.

"Ciao" mi rispose.

Seguirono una decina di secondi imbarazzanti.

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