La potenza di un nome

21 2 0
                                    

Odio il mal di pancia.

E' il peggiore di tutti i mali.

E naturalmente avevo un mal di pancia terribile.

Al mio risveglio non c'era nessuno, ero sola in una stanza bianca.

Quando dico stanza bianca intendo dire che qualsiasi cosa in quella stanza era bianca.

Le coperte, il comodino, la lampadina, perfino l'orsetto di peluche nel letto.

Non appena lo vidi naturalmente pensai perchè mai mi avevano dato un orsetto di peluche.

Caspita avevo quasi 16 anni! almeno fatemi morire con dignità.

Giá 16 anni dovrebbe essere l'etá perfetta, a 16 anni accadono tutte le cose fantastiche.

Tutte le protagoniste dei libri trovano il loro amore a 16 anni, la maggior parte delle principesse Disney ha 16 anni, tutti amano avere 16 anni!

E in quel momento pensai che io magari non ci sarei nemmeno mai arrrivata.

Okay questo era un pensiero davvero pessimista e deprimente ma meglio prepararsi al peggio no?

Mentre ero immersa nei miei pensieri la porta si aprì.

Fece capolino Mister occhi verdi e mi lanció uno sguardo annoiato.

Dissi la prima cosa che mi passava per la testa:" perchè c'è un peluche?"

Lui fece finta di non aver sentito.

Entró dentro la stanza con molta disinvoltura e si sedette sul letto accanto a me.

Appoggió le braccia sulle ginocchia e si mise a fissare il vuoto.

Fu in quel momento che lo osservai con maggiore attenzione.

Aveva dei folti capelli castani che si arricciavano leggermente verso le punte.

La carnagione era scura, un'abbronzatura perfetta, dovevo ammettere.

Attraverso la maglietta aderente arancione che indossava (che effettivamente risaltava un sacco la sua carnagione) si riuscivano ad intrevedere muscoli ben formati.

E poi naturalmente c'erano i mitici occhi verdi con cui avevo giá avuto a che fare.

Dopo un minuto di silenzio parló:

"Qual è il tuo nome?"

Fui tentata di dirgliene uno falso ma prima che potessi farlo mi lanció un'occhiata fulminante.

In quel momento fu come se la mia bocca parlasse per me :"Katrina Farz"

Subito dopo mi venne una fitta allo stomaco.

"Come fai?" dissi dopo.

Lui si acciglió.

"Come scusa?"  ribattè subito dopo.

"Come fai a farmi fare quello che vuoi?"

"Tu te ne accorgi?" aveva una espressione sbalordita.

Era ironia o era davvero stupito?

"Hai intenzione di continuare a prendermi in giro?"

Lui si ricompose subito.

"Perdona il mio comportamento vile e incivile"

Scoppiai a ridere.

Lui mi fissó di nuovo.

Smisi all'istante accompagnata dalla solita fittia.

misteriusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora