29 aprile 2017

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Bucky era arrivato sotto casa di Rafflesia, venti minuti prima dell'appuntamento. Era agitato. Parecchio. Aveva riposato pochissimo, dopo i baci ardenti della sera precedente.

Pensò di citofonare lo stesso, per avvisarla.

'Sono James e sono in anticipo...ti aspetto giù, scendi quando sei pronta, con comodo'.

'Sali!' Fece lei, prontamente, aprendo il portone.

Il ragazzo andò all'ultimo piano, lo ricordava dal giorno prima.

La trovò, sulla porta di casa, ad attenderlo. Uno spettacolo per gli occhi. Bella da morire coi capelli arruffati, una maglietta oversize e scalza. Una tazza di caffè in mano.

'Buongiorno, sei caduto dal letto?' lo prese in giro.

'Ciao...non mi sono regolato coi tempi' si scusò.

'Entra...non importa...dimmi la verità, morivi dalla voglia di rivedermi...' ridacchiò, molto languida.

'Sì, è vero... ti ho pensata tutta la notte...mi sei mancata tanto e... non vedevo l'ora di rifarlo...' l'attirò a sé, per il primo bacio della giornata. Odorava di buono, sapeva di caffè e biscotti...si scambiarono un unico bacio, intenso e passionale.

'Facciamo così, adesso ti metti seduto qui e mi aspetti'. Indicò lo sgabello alto della cucina. Gli passò il giornale e prese una tazza dallo scaffale, gli versò il caffè e poi si allontanò in direzione della camera da letto. 'Devo andare a prepararmi. Fai come fossi a casa tua'.

Mentre la ragazza era sotto la doccia, Buck fece un giro dell'appartamento, davvero splendido. All'entrata, dietro la porta, una zona con rastrelliera per appendere giacche e cappotti, un soggiorno con un grande divano grigio e due poltrone in pelle nera, limitrofe ad un piccolo camino...era la prima volta che James vedeva un camino in un palazzo di New York!

Di lato al soggiorno, una sala da pranzo con un tavolo posizionato accanto a delle enormi finestre che davano su una veranda arredata, da cui si vedeva il panorama ed il fiume Hudson.

Sulla sinistra, una cucina grigia chiara con le ante di vetro ed un'isola centrale con gli sgabelli, dove lo aveva fatto accomodare. Alle spalle della cucina, una piccolissima veranda coperta, chiusa anch'essa con delle vetrate, arredata con un divanetto ed un tavolino, stracolmo di libri e riviste. Sembrava un angolo personale, più riservato.

Sbirciò, in camera. Era spaziosa, con il soffitto a travi di legno scuro, spiovente, un letto con testiera anch'essa dello stesso materiale, un pouf quadrato a destra, un televisore enorme, un piccolo scrittoio appoggiato sotto la finestra. C'era anche lì un camino, incredibilmente.

Dalla stanza si accedeva sia ad una cabina armadio sia al bagno, che aveva un ulteriore porta che dava sul corridoio, per gli ospiti.

La casa era davvero bella, come gli aveva detto, non enorme, ma lussuosa, gli piacque tanto e si chiese cosa avrebbe pensato lei della sua, molto diversa.

Rafflesia, dopo la doccia, indossò in fretta il costume, una canotta bianca a costine, un paio di bermuda color sabbia e le scarpe da ginnastica e preparò uno zaino con il necessario per la spiaggia.

'Sono pronta, andiamo'. James era immerso nella lettura del giornale. Aveva una maglia a manica lunga leggera bianca ed un paio di pantaloncini blu, scarpe da tennis. Immaginò che volesse coprire il braccio e che avrebbe sofferto il caldo ma preferì non dirgli nulla, sembrava sereno in quel momento.

Scesero in strada 'Mi piace la tua macchina' gli disse, salendo sulla jeep, un vecchio modello Suzuki, azzurro metallizzato, col cambio manuale.

Impostarono il navigatore satellitare portatile all'indirizzo dato da Sharon e James accese la radio, mettendo su un cd di Bruce Springsteen, una raccolta di successi, una canzone più bella dell'altra.

La ragazzina del Sergente Barnes#Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora