Phil si svegliò a causa della suoneria del suo telefono che rimbombava nella casa vuota.
Si sfregò gli occhi, che erano ancora rossi e gonfi a causa del pianto della sera precedente.
Quando fu completamente sveglio il telefono aveva finito di squillare. Phil guardò l'ora: le otto e un quarto. Pensò di rimettersi a dormire, ma il telefono squillò ancora una volta. Avrebbe voluto ignorarlo, ma decise infine di alzarsi per rispondere.
Iniziò a vagare per il piccolo appartamento, seguendo il suono e cercando di ricordarsi dove avesse lasciato il cellulare. Accadeva sempre, lo poggiava da qualche parte e poi si dimenticava dove. Quando finalmente lo trovò aveva nuovamente smesso di squillare.
Lo sbloccò e con stupore notò 24 messaggi e 37 chiamate perse da suo fratello. Si colpì la fronte con la mano quando realizzò che la sera prima, preso dallo shock, si era dimenticato di mandargli un messaggio come promesso.
Il telefono squillò di nuovo, il numero di Martin brillava sullo schermo, e Phil rispose immediatamente.
"Ehi Martin..." disse in un sussurro
"Cosa cazzo è successo e dove cazzo sei stato per tutto questo tempo?" urlò il fratello, procedendo poi ad insultarlo e a dirgli quanto si fosse preoccupato dopo non aver ricevuto nessun messaggio.
Phil aveva solo voglia di piangere di nuovo.
"Scusami... scusami tanto..." cercò di rimanere calmo, ma la voce gli si spezzò mentre una lacrima si faceva strada lungo il suo viso "possiamo parlarne quando vieni qui?"
Martin rimase in silenzio per un attimo, turbato dalla reazione inaspettata del fratello
"Si" rispose poi "scusami se sono stato un po' troppo duro... cos'è successo Philly?" chiese con tono dolce e premuroso
"Preferisco parlarne di persona Martin" rispose il ragazzo asciugando le lacrime con il dorso della mano
"Okay, tranquillo... Sarò lì per le otto, stasera, va ben..."
"NO!" lo interruppe Phil preoccupato, "alle quattro, sto pomeriggio. Devi essere qui per le quattro."
"Phil, non so che ti sia preso ma mi stai facendo preoccupare.. comunque va bene, verrò per le quattro, ora cerca di rilassarti e se hai bisogno chiamami, okay?"
"Va bene... a più tardi"
Si salutarono e Phil chiuse la chiamata ormai sveglio del tutto. Tornare a dormire ormai era impossibile, decise quindi di vagare per l'appartamento alla ricerca di qualcosa da fare.
Pensò di iniziare a sistemare quelle poche cose che aveva portato via di casa, ma realizzò che non aveva più il borsone, concludendo poi che, our avendogli lasciato la sua vita, la gang si era portata via tutto ciò che possedeva.
Aveva fame, avrebbe voluto fare colazione, ma il frigo era ovviamente vuoto e l'idea di uscire per cercare un negozio non gli piaceva.
Aveva ormai deciso di aspettare fino a pranzo per ordinare una pizza a domicilio quando il campanello suonò.
Aprì la porta e di fronte si trovò l'anziana signora del pianoterra con cui aveva parlato la sera prima.
"Buongiorno" disse Phil con un sorriso
"Salve" rispose lei "ho pensato che non avresti avuto nulla da mangiare, quindi ho preparato un po' di the inglese con dei biscotti e volevo domandarti se volessi unirti a me per la colazione... Non ti ho svegliato, vero?"
"No, non si preoccupi, ero già sveglio. Il suo è un pensiero molto gentile e si, mi farebbe piacere unirmi a lei signora" rispose Phil.
"Oh, per favore, chiamami Mary, signora mi fa sentire ancora più vecchia di quanto già sia" disse lei avviandosi verso le scale.
Phil la segui fino nel suo appartamento, era più spazioso del suo,l'arredamento era antico e di legno massiccio e ogni mensola era colma di soprammobili e souvenirs. Le pareti erano rosa antico e al centro della stanza troneggiava un grosso tavolo da pranzo.
"Accomodati pure, vado a prendere la colazione" disse la signora Mary, indicando il tavolo.
Phil prese posto su una delle sedie e si guardò un po' intorno, poi l'anziana tornò reggendo un vassoio su cui si trovavano una teiera, due tazze e un piatto colmo di biscotti.
Lei si sedette di fronte al ragazzo e disse "Mi fa piacere avere un po' di compagnia, solitamente siedo sempre sola a questo enorme tavolo"
"Quando desidera compagnia, Mary, sa dove trovarmi" disse Phil rivolgendole un sorriso caloroso.
Chiacchierarono del più e del meno e Phil fini poi per raccontarle di come dallo Yorkshire fosse finito lì.
Si sentiva a suo agio con la signora Mary, a tal punto che parlò tranquillamente di quel l'argomento così delicato. Sentiva che l'anziana lo avrebbe accettato per quello che era, ma la risposta che ricevette lo stupì comunque.
"Che ipocriti, scusa se mi permetto. Sai, la mia nipotina è... aspetta, com'era già quella parola? Ah, si... Pansessuale!" esclamò con entusiasmo.
Phil sorrise all'idea che l'anziana fosse così interessata a quel mondo così diverso e nuovo da quello in cui era cresciuta.
"I suoi genitori, mia figlia e il suo compagno erano due rimbambiti. La mia piccina ha capito presto chi fosse veramente, aveva solo 13 anni... Quei due se ne sono andati lasciandola qui, dicendo che sarebbero tornati nel giro di qualche giorno, ma ne io ne la piccina abbiamo creduto loro. Non abbiamo neanche provato a rintracciarli, lei non ha voluto. Mi ha sempre detto che preferiva in ogni caso vivere con me"
Sospirò e bevve un altro sorso di the, Phil la guardava con occhi colmi di curiosità, voleva sapere di più, voleva conoscere la storia intera, ma non si osava chiedere all'anziana di continuare il racconto, non voleva sembrare troppo invadente.
Con sua grande gioia, però, Mary riprese il suo racconto.
"Non so cosa ho sbagliato con mia figlia, ho cercato di crescerla all'insegna del rispetto e dell'educazione, nonostante l'ambiente in cui siamo non è dei migliori per riuscire in questo intento. Questo è un quartiere difficile e essere una madre single ha reso il tutto più complicato, ma non mi sono mai arresa. Purtroppo però il quartiere ha vinto sulle mie buone intenzioni e a soli quattordici anni mia figlia rimase incinta. Il ragazzo la spinse a tenere il bambino e di questo gli sono grata, non voglio neanche immaginarmi una vita senza la mia nipotina. Ma una cosa che non potevo accettare di quel giovane uomo è che fosse il capo della gang del quartiere, la stessa che ti ha aggredito ieri sera. Non capisco come mia figlia si sia potuta innamorare di uno come lui, soprattutto sapendo ciò che faceva per vivere. Ma immagino che il fascino criminale abbia attirato mia figlia, al punto che presto si ritrovò coinvolta nelle azioni illegali della gang... Che ingenua. La coppia maledetta, li chiamavano sui giornali."
"Quando nacque la bimba mia figlia sembrò abbandonare tutti gli intenti criminali, come se l'istinto materno li avesse cancellati. Ma purtroppo non durò a lungo e presto fummo di nuovo al punto di partenza. Più la bimba cresceva, più calava l'interesse della madre nei suoi confronti. Penso che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata il coming out, e la coppia ha deciso di fuggire dalle proprie responsabilità. Sono certa che la piccola ne abbia sofferto tanto, anche se non lo da a vedere... Oddio, continuo a chiamarla piccola quando fra un paio di mesi compirà 18 anni" disse ridendo.
"Resterà sempre la sua piccola" disse Phil.
"Si, hai proprio ragione. Anche ora che è grande, forte e indipendente. Non passa più molto tempo a casa mia, ma quando non ha troppi impegni passa a trovarmi e la corazza che veste per affrontare il mondo cade e lei torna la dolce bambina che mi si stringeva al petto quando i tuoni la spaventavano"
Il ragazzo sorrise a quell'immagine e Mary fece lo stesso.
"Mi spiace che anche lei sia entrata nel giro dei suoi genitori, ma ha reso il quartiere più sicuro. Ogni decisione della gang passa da lei, che a differenza dei suoi genitori non ha dimenticato gli ideali che le ho insegnato. Fa strano pensare che lei sia a capo di tutto, ma si è guadagnata quel posto con l'ingegno, anche se penso che la reputazione di figlia della coppia maledetta abbia aiutato... Non è come gli altri però, lei è speciale, la mia piccola Alaska..." concluse asciugandosi una lacrima dalla guancia con un fazzoletto di tela.
I pezzi del puzzle si assemblarono finalmente nella mente di Phil, che si alzò di scatto e, spalancando gli occhi, ripeté quel nome che così chiaramente gli era rimasto impresso in mente la sera precedente.
"Alaska."
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The Night
Ficción GeneralAlaska e Phil sono amici da anni e insieme sono riusciti a superare molti problemi che la vita a posto loro davanti. Il loro legame, nato in maniera un po' strana, è talmente forte che ormai sono come fratelli. Sarà forse l'arrivo, in una notte qua...