Uno scheletro, così fragile, ma agghiacciante, a tratti affascinante ed elegante.
Uno scheletro vestito per non mostrare il vero se stesso.
È timoroso di andare in frantumi per un "no".
Di essere deriso per com'è, quando dentro siamo tutti raccapriccianti e misteriosi come lui.
Uno scheletro con in mano una rosa.
Rosa rossa, rosa, viola,
rosa che si dispera,
rosa nera.Tenuta in mano in modo galante, pollice ed indice che la colgono in un perfetto equilibrio.
Un concerto in bianco e nero.
Una fiera bisognosa di colori.
Un treno di eccitazione che si porta via qualsiasi pensiero.
Una primavera livida, tappezzata da petali tetri.
Fasci d'erba realizzati d'aculei.
Prato sfiorito, non accudito.
Sovrastato di germogli cupi.
Più niente attorono.
Solo uno scheletro e una rosa,
insieme, messi in posa.Ci sono solo loro.
Abbracciati dal nulla.
Dietro, uno sfondo vuoto, senza particolare significato.
Ci sono solo loro.
Delusi e amareggiati da tutto.
Vestiti di scuro.
Ci sono solo loro,
il silenzio,
il nulla.Racchiusi nella freddezza.
Di caloroso non c'è più niente.
Persino la rosa sta appassendo.
Traspira vuoto.
Niente di niente.
Nient'altro di nuovo:
stessa rosa,
stesso scheletro,
stessa posa.
Stessa aria torpida,
stesso mistero,
stessa eleganza,
stessa indifferenza,
stessa terribile angoscia,
sempre stessa freddezza agghiacciante.
“Vorresti uscire con me?” lui le chiedeva titubante, mentre lei indietreggiava spaventata.
"No." gli disse con fermezza.
Con occhi di ghiaccio.
Con tono distaccato.
Le labbra tinte da un rosso rubino che alludono al sangue.
I denti bianchi e dritti.
Il viso bianco come fosse di ceramica.
Il volto smorto.
Il cuore morto.
Lui gli occhi del terrore, tremante con la rosa.
Adesso occhi neri, spenti
ha subito troppi maltrattamenti.Occhi vuoti.
Mente morta.
Pensiero fisso.
Il cuore nell'abisso.
La rosa rossa.
La rosa nella fossa.
La rosa scura,
è insicura.
Perde un petalo.
Ne perde un'altro,
ne perde altri cento.
Sono infelici, sottomessi ad un rifiuto.
Sono diversi da tutti, la rosa nera e l'uomo scheletro.
Si cercano e non lo capiscono.
Si vogliono, ma non vogliono ammetterlo.
Hanno bisogno l'uno dell'altro e non lo sanno.
Si chiamano nei loro silenzi.
Si guardano, e non c'è nient'altro da guardare.
Sono uguali e dicono di essere i soli.
Troppo simili per accorgersene.
Trafitti dal dolore.
Cambiano di continuo sono bipolari.
La rosa prima è rossa poi si intossica.
L'uomo prima è scheletro poi si trasforma.
Così simili e si sentono così diversi.
Così vicini, ma così lontani.
Dei perfetti sconosciuti in perfetta sintonia.
Sono muti, ma lo gridano il loro dolore.
Ascoltano gli altri, ma nessuno ascolta loro, le loro urla.
Pensano, e pensano che il mondo non sia degno dei loro sfoghi.
Si amano inconsapevolmente.
Si fanno del bene incondizionatamente.
Lo fanno senza rimorsi.
Sono solo uno scheletro ed una rosa, eppure sono uguali.
Provano emozioni, le stesse.
Hanno l'anima nera.
Sono fragili come la neve.
Due gocce d'acqua abbattute sul terreno.
Si sentono solo una goccia in un'oceano immenso d'illusione.
Si sentono come Paolo e Francesca,
sentono una certa brezza,
sono travolti dalla bellezza
prima di essere travolti dalla tempesta.E saranno solo una rosa ed uno scheletro spazzati dalla bufera.
#SpazioAutrice
È stato davvero
difficile cercare di scrivere qualcosa di buono
e originale, dunque
spero di non deludervi.
Se vi va lasciate
una vostra opinione
Le parole del testo sono 518.
shadowLestrange4
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Diamo voce ai pensieri
Short StoryPartecipante del concorso di scrittura diamo voce ai pensieri