THE MURDER

CAPITOLO I: il ritrovamento

Un pomeriggio come gli altri, nella fredda città di Parigi, il celebre investigatore Aubert venne avvisato del ritrovamento di un cadavere in via Mascagni 3.

Immediatamente si recò sul luogo del delitto, riconoscendo subito il cadavere. La vittima, non morta da più di due ore, era l'ex fidanzata dell'investigatore: il suo nome era Amelie Dupois. Il fatto insolito era che ella era circondata da un triangolo verde. Amelie era una ragazza di ventidue anni, alta circa 1.65, con gli occhi verde speranza e i capelli color castano. Aveva una brillante intelligenza e ai tempi del liceo, era una fra le prime della classe, ragion per cui Aubert l'amava perdutamente da sempre. 

Era lì, in mezzo alla strada, coperta da foglie secche d'autunno  e con la faccia sfregiata. Aveva un vestito elegante, da sera, tutto stracciato e bucato. Le sue mani erano piene di tagli, indicando così che aveva opposto resistenza prima di morire. Segni normali per un semplice omicidio. La cosa più difficile da comprendere per Aubert era il triangolo verde che la circondava. Qual'era il suo significato? Perchè era stato disegnato? Tutte domande che ovviamente sorsero nella mente dell'investigatore, ancora incapace di credere all'accaduto. 

Arrivato in centrale, e dato il via alle indagini, iniziò anche lui a ragionarci. Si ricordò improvvisamente che quando stavano ancora insieme, lei gli aveva accennato dei suoi problemi finanziari, e che, i pregiudizi dei suoi genitori le avevano impedito la sistemazione a casa di un uomo. Per questo, aveva preso un monolocale proprio in centro città insieme alla sua migliore amica Valérie.

Aubert direttosi verso la casa di Valérie, trovò la porta dell'abitazione aperta, con la serratura scassata. Dopo essere entrato tremante dall'agitazione, la vide. Per terra, strangolata, con una corda di canapa al collo e con un bigliettino sporco di sangue fra le dita. Gli oggetti della sua casa erano spariti: sembrava  che si fossero volatilizzati. Dopo aver controllato che in casa non ci fosse nessun'altro, finalmente lesse il biglietto. Sopra di  esso, c'era scritto a caratteri cubitali:  "REMEMBER ME?".