Il Brasile
È così grande ed immenso
Che di parlarvene come se lo conoscessi non avrebbe senso
Molti mi chiedono com'è, come è stato, se sia veramente vivace o sia più cupo di quel che appare
Ed io da futuro agronomo semplicemente rispondo
È il paese del Pernambuco
Ma aspetta per favore non fare quella faccia da deluso
Se mi fossi fermato anch'io come te all'apparenza
Sarei tornato come in partenza
Dovresti sapere che oggi quest'albero sta facendo la resistenza
Nonostante già in passato abbia pagato penitenza
Il mercato nero non si ferma
Anche se di schiavi non c'è né più
Di schiavi non c'è né più
Questo ti direi mi fossi fermato come te all'apparenza
Ma Quest'albero invece è stato sradicato e trasportato
Dagli altri paesi sfruttato
Che poi è un albero dal fiore colorato di giallo
Bello e felice come le feste ed il ballo
E noi là abbiamo ballato
E pure tanto
O per lo meno ci abbiamo provato
Tornato qui una cosa mi son ricordato
Che mai si sarebbero arrabbiati se la sera avremmo festeggiato
E magari pensato
A loro
Alla samba che accenavo imbarazzato
A quanto siano più bravi loro a fare tardi
E soprattutto a fare i botti
Li facevano tutte le notti
Notti per noi insonni
Ma questi fiori gialli dentro sono rosso sangue
Come la terra sulla quale abbiam fatto la calce
Sulla quale abbiam fatto a calci, ma tranquilli nel senso del calcio
Dopotutto nella terra di Pelé, sarebbe stato da pazzi non farlo
E quanto corrono questi ragazzi
Che per la maggior parte erano pure scalzi
Rosso sangue
Come quello versato per far crescere due rape
Su quella terra, che terra non era
era sabbia infame
Che poi ci davan tutto e noi ricambiavamo con niente
Ho ancora in testa il gusto dei succhi e le tisane alle erbe
Ma il pernambuco è anche un albero verde
Ed intorno a noi di piante ceneran finché la vista non si perde
Tra quelle terre
Dove famiglie per anni vivevan dentro delle tende
Per avere un pezzo da cui rendere
Sui cui vivere
Ancora mi chiedo come si possa non cedere
Continuare a lottare
Contro un governo assente, indifferente
Che vive nelle ville costruite illegalmente
Il pernambuco
Un albero che per guardalo devi guardare in alto
Ed ora vi invito tutti a farlo
A guardarlo, a guardare in alto
Perché ha un lungo fusto
Parecchio robusto
E scuro
Già scuro
Come la maggior parte della popolazione
Soprattutto in quella regione
Si chiama immigrazione
O forse nel loro caso sarebbe più corretto chiamarla importazione
Ed ora loro sono il fusto della nazione
Che però ancora li denigra per il colore
E noi abbiam visto pure la piazza della mercificazione
Dove ora ballano e vendono bracciali di ogni colore
Ma prima lì si consumava l'orrore
L'orrore della vendita, vendita di persone
Che poi Salvador è bella ma fa veramente impressione
Nelle spiaggie ragazze bionde surfan sulle onde
Mentre a 100 metri le case stanno ammassate come foglie
E poi quest'albero oltre alle sue belle fronde
ha pure radici profonde
È forte come quando un padre ti si para di fronte
Facendoti vedere di quanta acqua per un mese dispone
Ma per vedere bene quest'albero devi guardare in alto
Dove il verde si mescola col giallo
E sullo sfondo s'intravede l'azzurro del cielo
Azzurro come gli occhi quel ragazzo
Che a guardali pensavi cazzo
Sì proprio così
E scusate ma era proprio così
Ti guardava e tu volevi abbracciarlo
Per nulla al mondo dimenticarlo
Lui che suonava la chitarra e ci faceva cantare
Delle loro battaglie, del loro non mollare, del loro continuare
Penso ancora
Al blu immenso del cielo così profondo
Che non sembra nemmeno il nostro
E che ancora non ci credo sia lo stesso
Dove luna ci sorrideva ogni sera
E le stelle riempivano i rientri
Quando andavamo lontano e facevamo tardi
Stavamo tutti fuori dai finestrini
A riempirsi la faccia di moscerini
Azzurro
Come gli occhi di quella bambina
Che viveva con la zia
Perché il padre era stato ammazzato
E la madre era impazzita
O la ragazzina in stampelle
Che se sopravviverà le porterà per sempre
Per una deformazione laggiù incurabile
Si laggiù
Perché laggiù anche un'influenza intestinale
Diventa mortale
Perché laggiù stanno male
E ci vogliono bene
Perché sanno che un giorno lottando potranno
Potranno cambiare il mondo
E renderlo bello come il nostro
Anche se il nostro non è per niente meglio
Ma non diteglielo, questo loro non lo sanno
Loro lotteranno, lo faranno
Così ora che sono tornato
so qual'e il nostro compito
tocca a noi migliorarlo
Prima che loro possano copiarlo.
Detto ciò penso proprio di averti spiegato cosa il Brasile sia stato
E ti ringrazio che all'apparenza non ti sei fermato
Perché non ho la certezza ma forse è per i colori che ti ho raccontato, il giallo, il verde, il blu e soprattutto il rosso
che il Pernambuco del Brasile albero nazionale è diventato.
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la sveglia per la rivoluzione
Poetryquesta sarà una raccolta di frasi, poesie e pensieri che parleranno dei miei viaggi, del mondo, della vita, delle ingiustizie, delle guerre, delle migrazioni, di tutti noi.