Pv. Peter
Ero sul tetto della casa di quella ragazza che mi ha incuriosito parecchio quando l'ho vista vagare da sola con una strana borsa con le ruote che portava con lei. Guardo la neve mentre, intanto ascolto la conversione che sta facendo con i suoi fratelli. Quando però l'ha sentì cantare è come se una strana forza mi costrinse ad entrare in quella stanza. Aspetto che se ne vada a dormire prima che, volando raggiunsi la sua finestra aperta. Con i piedi nudi sul piccolo balcone mi nascosi dietro lo stipide della finestra ossarvando la camera silenziosa, il mio sguardo vaga sui letti, soffermandomi sul suo controllando che stesse dormendo, ed infatti fu così. Entro con cautela e cerco di avvicinarmi al suo letto senza fare rumore. La guardo dall'alto sospeso per aria ed è, a mio parere, la femmina più carina che avessi mai visto. Non che sull'isola che non c'è non ci fossero femmine per carità, ma erano la maggior parte sirene e io non le sopporto proprio, l'unica femmina con le gambe è giglio tigrato, un indiana, ma è più piccola di me per quanto ne so. Continuo a fissare il viso rilassato e dolce della creatura. Ad un certo punto aprì gli occhi e mi guardò stranita poi si mise paura emettendo un piccolo grido e cadde dal letto portandosi con se le coperte. Io mi misi paura a mia volta e volai fuori dalla finestra lasciandola li confusa più che mai con le coperte attorcigliate al corpo facendola sembrare un non so cosa. Il mio cuore batte fortissimo e ho il respiro irregolare per l'aggitazzione. Guardai un attimo in giù dal tetto verso la finestra e vidi lei che forse mi stava cercando. Guadò in sù e feci in tempo a nascondermi tirando indietro la testa. Dopo poco mi sporsi piano e vidi che era rientrata. Volai vicino la finestra e sbirciai all'interno vedendo tutto spento tornai sul tetto per rilassarmi prima di tornare sull'isola che non c'è per raccontare la storia e la canzone ai bambini sperduti. Dato un ultimo sguardo aldilà della finestra, in compagnia di Trilli la mia fatina vo la i verso l'ultima stalla a destra ovvero dove stava l'isola che non c'è.
Attraversai la stella e dal alto potei ammirare tutta l'isola nella sua meraviglia. Atterrai vicino l'albero e aprì la porta che conduceva alla casa dentro esso. Fui circondato dai bambini sperduti che mi davano il bentornato.
«Allora com'è?» mi chiesero tutti.
«Com'è chi?» risposi confuso.
«La ragazza»
«Oh è fantastica e ha raccontato una storia di una ragazza di nome Anastasia che combatteva contro le sue compagne che si erano date alla pirateria» riggirai un pò la storia per farla sembrare più bella e avventurosa mentre prendevo a volare e a fare dei gesti di combattimento verso i bambini.
«Ma poi venne messa all'angolino dalla più forte di loro Samira ma Anastasia riuscì a liberarsi ad imprigionarla a sua volta contro la parete» presi il mio pugnale che portavo sempre con me legato alla cintura e lo puntai alla guola di un bembino, Ciciolino. Tutti gli altri mi guardarono con il fiato sospeso.
«Samira implorò pietà ma lei gliela negò. La legò e la face camminare sull'asse della nave fino in fondo. Arrivò lui… con quel suono lucubre.... Tic Tac Tic Tac.…. La malcapitata aveva sempre più paura» camminai verso Ciciolino che indietreggiava.
«Anastasia batteva il piede sull'asse sempre più forte fino a che Samira non cadde giù e…» riposi il pugnale e alla fine del racconto mi avvicinai di più a lui.
«Aaargh…. venne mangiata con un solo coccone» imitai il coccodrillo e Ciciolino fece un sussulto spaventato. Mi allontanai un po e tutti emisero dei gridolini contenti. «Quando la porti sull'isola?» mi chiese Piccolino.
«Non lo so. Ma sarà molto presto vedrete» dico convinto.
Loro urlarono dalla gioia e si misero a discutere sulle domande da fargli appena sarà qui.
«Rimarrà con noi per sempre vero?» mi chiese Sandrino.
«Certo»
«E sarà la nostra mamma?» mi chiese Ricciolino.
«Certo che si»
E continuarono a urlare per la gioia e io le guardai fiero di me per aver finalmente trovato qualcuno che ci intrattiene dopo le battaglie ed un ottima compagna per me.Pv. Narratore
Intanto dall'altra parte dell'isola un uomo dalla capigliatura riccia coperta da un cappallo rosso con delle piume al lato e dalla barbetta nera, gli intensi ed espressivi occhi scuri erano concentrati, stava pianificando la sua vendetta. Quest uomo è un signore dalle volte burbero e dalle volte insaziabile di vendetta e giustizia nei propri confronti verso Peter Pan. Vive un pò nella paura del ricordo del coccodrillo che per sbaglio ha inghiottito un orologio emettendo cosi dei suoni che l'uomo ormai associa ad un pericolo, che gli ha mangiato la mano costringendolo ad indossare uncini che lui usa in battaglia o nel suo vivere nella sfarzosa cabina della sua nave. Già l'uomo era il capitano di una nave o meglio di una nave pirata. L'uomo era il conosciuto e temuto Capitan Uncino.
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~Peter Pan || A modo mio~
FanfictionQuesta lo scritta per intrattenere i lettori dell'altro mio libro ~mi sono innamorata di te~ spero che vi piaccia. PS. Non è la solita storia ma ho cambiato solo i personaggi di Wendy e dei suoi fratelli.