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Capitolo 5

E' passata una settimana dal ballo e nei giorni dopo la festa ho cercato di parlare con Ruby non so quante volte, ovviamente senza alcun successo. Sempre impegnata, sempre pronta a scappare. Oggi ho intenzione di affrontarla una volta per tutte, così mi preparo al meglio, cercando di districare i miei lunghi ricci con le dita. Mi dirigo di gran passo verso casa sua. Se non posso parlare con lei durante il giorno, allora andrò direttamente a casa sua, prima che vada in città e si rintani alla taverna.

Una volta raggiunta la piccola casa nascosta dal bosco ho un piccolo momento di titubanza, ma le mie intenzioni sono più forti della paura. Cammino lentamente sotto al sole autunnale del mattino presto, e l'aria fresca mi sferza il viso. Rabbrividisco per un attimo, stringendomi le braccia al petto e prendo un lungo respiro, creando poi una nuvola di fiato condensato. Mi faccio coraggio e mi incammino lungo il piccolo viale contornato da fiori colorati. Busso un paio di volte alla porta di legno e poco dopo sento dei flebili passi. Deglutisco rumorosamente quando vedo chi apre la porta. La nonna di Ruby. E' una donnina minuta, un po' paffutella, i lunghi capelli ormai argentati raccolti in una crocchia alta sulla testa e i piccoli occhiali a mezzaluna appoggiati sul naso a patata. Ha profonde rughe intorno agli occhi e ai lati della piccola bocca rosa.

"Cosa vuoi ragazzo?" mi chiede senza mezzi termini, aprendo appena la pesante porta di legno, giusto per studiarmi con i suoi piccoli occhi chiari.

"Buongiorno signora, so che è presto ma ho urgente bisogno di parlare con sua nipote." rispondo, cercando di essere il più cordiale possibile.

"Non è in casa. Ora te ne puoi andare." risponde duramente, fulminandomi con lo sguardo. Fa per chiudermi la porta in faccia, ma la blocco con una mano, un gesto che pagherò caro, già lo so. Infatti lei allarga le narici, fissando la mia mano sulla porta e lentamente porta il suo sguardo glaciale sul mio.

"Togli quella mano dalla mia porta, signorino, o sarò costretta a tagliartela." dice, con grandissima calma, come se mi invitasse a pranzo.

"Mi scusi signora, davvero. Ma ho bisogno di parlare con Ruby." rispondo, imbarazzato mentre tolgo velocemente la mano dal legno ruvido della porta.

"Cosa non hai capito della frase non è in casa, precisamente?"

"Come è possibile che non è qui? Sono appena le otto del mattino!"

"Non osare contraddirmi. Ruby, la mia adorata nipote, non è in casa. Ora smamma, se non vuoi una randellata su quella testolina riccia e vuota."

E così mi chiude violentemente la porta in faccia. Rimango lì impalato per qualche istante, sconcertato. Poi decido di fare una cosa ancora più pericolosa di quella di bussare alla porta e fronteggiare la nonna. Faccio il giro della casa, fino a che non raggiungo il retro. Sono più che sicuro che le camere da letto siano da questa parte, e piegato per non farmi vedere e più silenzioso di un gatto, comincio a sbirciare dalle finestre. La prima stanza è sicuramente quella della nonna, è vuota e con il grande letto di legno in disordine. Così mi acquatto ancora e raggiungo l'altra finestra. Il mio cuore esulta quando vedo Ruby seduta ad un piccolo tavolino con un grande specchio appoggiato sopra. Si sta pettinando i capelli ed è già vestita di tutto punto con tanto di mantello sulle spalle. Mi azzardo a bussare delicatamente al vetro della sua finestra e la vedo sussultare e stringere gli occhi quando mi vede. Serra la mascella e velocemente raggiunge la finestra che apre in malo modo.

"Cosa diamine ci fai qui, Harry?" mi chiede, sibilando fra i denti.

"Ho provato ad essere gentile, ma tua nonna mi ha sbattuto la porta in faccia." ribatto io sorridendo. La luce del mattino rende ancora più belli e profondi i suoi occhi verdi, e non posso fare a meno di sentirmi debole guardandola.

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