il confessionale

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È il seguito de "l'armadio", lo trovate prima di questa parte.

Chissà cosa vorranno da noi?

È questa l'unica frase che penso mentre mi avvio verso il confessionale tenendo per mano Ermal, come a volermi dare conforto.

Il riccio sembra intuire il mio disagio e stringe ancora di più la presa, come a volermi dire "Tranquillo, sono qui e non ti lascio andare."

La porta rossa non ci è mai sembrata così pesante.

È opprimente la sensazione di avere il destino già scritto da altri, perché alla fine è questo il Grande Fratello. In pochi vogliono riconoscere la verità, perché fa troppo male. Tutto è pilotato, noi già sappiamo chi vincerà ed è per questo che di solito nessuno si stupisce delle nomination o di altre punizioni. Io ed Ermal già sapevamo cosa ci avrebbe detto la produzione.

Chiamarci lì era solo una pura formalità.

La busta oro che c'era sul divanetto ne era la conferma.

Ermal si sedette, facendomi accomodare sopra di lui e tenendo la lettera con una mano.

Sentì qualcosa sotto di me. Guardai Ermal e la sua faccia diceva tutto.

Era una normalissima reazione.

L'erezione nei suoi pantaloni sarebbe stata molto difficile nasconderla quando saremmo usciti dal Confessionale.

Lesse lui, ad alta voce, per entrambi.

"A causa di comportamenti illeciti e poco rispettosi della pubblica decenza, la direzione ha deciso di espellervi immediatamente dalla Casa."

Mi guardò e io non potei fare altro che annuire. Era una decisione sbagliata forse, ma poi che giusta in una società che rispetta le diversità, ma allo stesso tempo le condanna.

Si schiarì la voce e riprese a parlare.

"Sul serio? Davvero non sopportate la vista di due uomini che si baciano e trasmettete in chiaro delle porcherie? Spero che quei letti siano stati disinfettati dalle precedenti edizioni, perché davvero quello che ci hanno fatto tra quelle lezioni mette la pelle d'oca. Mi fate schifo, voi e chi orchestra questa cosa. Io qui ci sono entrato perché avevo bisogno di soldi, ma non ci posso fare nulla se il mio cuore ha deciso di comandare la mia mente e farmi innamorare della persona più bella che esista."

Sentì le guance in fiamme. Gli diedi un bacio sullo zigomo, sopra quei ricci così belli che mi sarei perso ad ammirare per delle ore.

Mi alzai per uscire da quella stanza, per preparare la valigia ed abbandonare quella casa per sempre.

Ma Ermal non era dello stesso avviso.

"Diamogli quello che vogliono."

Non capì subito a cosa si riferisse, ma quando la sua bocca fu sulla mia intuì quale fosse la lezione da dare a quelle persone che accettano tutto tranne che l'amore.

Ricambiai il bacio con una convinzione che solitamente non era mia.

Le sue mani furono sui miei fianchi e la sua bocca si spostò sul mio collo.

Gemetti senza ritengo mentre con la mano destra strofinava senza pudore il mio membro già duro e costretto nei jeans, mentre l'altra mi teneva ancorato a lui prendendomi una natica.

Le mie mani si mossero veloci sulla sua camicia, lacerando quella misera stoffa sentendo i bottoni cozzare contro tutte le pareti di quel luogo.

La sua bocca sta martoriando la mia pelle senza sosta. Un gemito esce dalle mie labbra. Non posso resistere ancora a lungo.

Ermal sembra accorgersene e sposta una mano sulla mia ormai evidente erezione, accarezzandola lievemente per poi sbottonarmi i pantaloni e infilare la mano all'interno, oltrepassando la sottile stoffa delle mutande e arrivando al mio membro.

Gemo senza controllo mentre le mie mani trafficano con la sua cerniera, liberando anche la sua erezione.

Mi stacca dalla mia pelle e mi rivolge un sorriso che trasuda malizia, prendendomi per mano e facendomi sedere a cavalcioni su di lui, non prima di avermi spogliato le scarpe ed avermi tolto i pantaloni, che ora giacciono a terra indisturbati.

Mi accordo che spicca anche un pezzo di stoffa rossa.

Cazzo.

Sono nudo.

Davanti a una telecamera.

Mi correggo, davanti a tutta Italia e forse non solo.

D'istinto mi porto una mano a coprirmi la mia nudità, ma Ermal, che ormai è nudo seduto comodamente sulla poltrona rossa, mi toglie la mano e mi dice:"Diamo loro ciò che vogliono."

Si inginocchia davanti a me, prendendo il mio membro in bocca e aiutandosi con le mani dove non riesce.

La mia mente vola altrove.

Chiudo gli occhi in preda alla lussuria più cieca, mentre le sue dita stuzzicano la mia apertura, che si restringe incontrollata quando sente una falange al suo interno.

Quel bastardo non l'ha nemmeno bagnata.

Tento di fermarlo, ma appena tocca ripetutamente la mia prostata gemo senza ritegno, incoraggiandolo ad andare oltre, lasciando che aggiunga un secondo dito.

Non resisto.

Se continua così verrò in meno di trenta secondi.

"Er...Ferma..."
"Tranquillo-mi dice alzandosi di scatto e togliendo le dita da dentro di me- adesso ti do ciò che vuoi."

Torna a sedersi sulla poltrona, trascinandomi con lui.

"Apri bene le gambe e vieni qui."

Il tono autoritario e lussurioso non permette repliche.

Eseguo gli ordini e sento una presenza contro il mio fondoschiena.

"Ermal..."
"Non urlare troppo."

Con una spinta secca entra in me.

Non sono alle prime armi, ma il riccio è dotato e fa male. Tanto.

Trattengo le lacrime mentre le sue labbra catturano le mie, spingendo più volte in me.

Il dolore diventa piacere e non capisco più nulla.

Gemo mentre la mia prostata viene colpita più volte.

La mia mano stringe la sua erezione, masturbandolo in sincrono con le sue spinte.

"Sto...per..."tento di dire tra i gemiti.
"Anche...io"dice contro al mio orecchio.

Veniamo entrambi urlando il nome dell'altro.

Ermal mi scosta da sé, prendendomi in braccio e cullandomi fino a quando il mio respiro non torna alla normalità.

Mi scosta i capelli sudati dalla fronte, baciandomi dolcemente subito dopo.

Ermal rivolge lo sguardo alla telecamera:"Spero vi sia piaciuto lo spettacolo, addio."

Non credo che possa esistere un uomo migliore di lui. Lo amo.

Mi stringo ancora di più a lui. Non lo voglio più lasciare.

Spazio autrice
Ok, la puntualità non è il mio forte.

Domanda... avete un personaggio in mente per una oneshot? Scrivetelo nei commenti.

Dani

Una notte non di piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora