Era lì, seduto sulla panchina, in mezzo al parchetto.
Era solo.
Non era cosciente del fatto che lei lo stesse osservando da lontano.
Probabilmente nemmeno si ricordava di lei, del suo nome. O almeno così pensava.
Guardandolo da lontano, le vennero in mente diverse immagini di quando erano piccoli, non si vedevano da anni ormai, non si sentivano più da un'eternità.
Lui si accese una sigaretta, la portò alle labbra e aspirò lentamente.
<<fuma>> penso lei. Osservava attentamente ogni suo movimento.
Si soffermò sul suo respiro, sulla regolarità del movimento del suo petto che veniva interrotta dall'aspirare.
Non trovava il coraggio di parlargli.
Era intimidita.
Intimidita e impaurita, aveva paura della persona che lui avrebbe potuto essere divenuta.
Si chiedeva cosa facesse nella sua vita.
Faceva sport? Aveva una ragazza?
Dopo qualche minuto decise di girarsi ed andare via. Non riusciva proprio a trovare il coraggio. Non ci riusciva.
Fissarlo in silenzio era inutile. Veramente inutile.
Quando si voltò si senti un leggero rumore che richiamò l'attenzione del ragazzo, il quale si voltò e guardò la sagoma allontanarsi, non capì chi fossse, da quanto tempo si trovasse lì e perché.
Sentiva però che c'era qualcosa in più, lo sapeva; per questo motivo decise di alzarsi e raggiungerla. Gettò la sigaretta a terra e senza nemmeno degnarsi di spegnerla, preso da una foga per lui immotivata, si mise a correre verso di lei. Nel momento in cui la raggiunse le toccò la spalla. Era fredda. Era una piccola e fragile bambina, talmente fragile da alimentare in lui la paura che anche solo toccandola in quel modo avrebbe potuto farle male.
Ma la bambina di voltò, il suo viso era inespressivo, nessun sorriso, niente di niente.
Al contrario il volto di lui si riempì di lacrime, l'abbracciò velocemente, un gesto impulsivo pieno di amore e di affetto. <<fratellone>> gemette lei <<lasciami andare>>. Più lei parlava, più lui piangeva, le lacrime scorrevano veloci sulle sue guance.
<<non posso lasciarti>>sussurro lui.
Nel momento in cui la strinse più forte, nel momento in cui le sue lacrime entrarono in contatto con il piccolo corpo della bambina,
Essa cominciò a dissolversi nell'aria.
<<non posso lasciarti andare via di nuovo>>
Lacrime, lacrime e singhiozzi, lacrime e lamenti, lacrime ed urla.
<<sono venuta a salutarti, per l'ultima volta>>
Fu questo il momento in cui il suo viso divenne finalmente espressivo, le sue labbra si curvarono in un sorriso e una sola lacrima si fece strada dai suoi occhi fino ad esse.
<<ora sono felice, fratellone, ora so che ti ricordi di me>>.
Un sorriso compiaciuto fu quello che apparve sulle labbra del ragazzo.
Lei si dissolse nell'aria, lasciando una traccia luminosa nel cielo.
8 settembre 1999: la data di nascita di Erica R. 8 settembre 2018 13 anni dopo la sua morte avvenuta nel 2005 Alessandro R. Suo fratello maggiore fece un sogno.
In questo sogno è stato capace di rivedere la sua piccola e amata sorellina, la vide scomparire per la seconda volta davanti ai suoi occhi.
A differenza della prima volta però, una sensazione di amara dolcezza prese il sopravvento in lui.
La mattina seguente risvegliatosi in lacrime, gli parve come se quello non fosse stato solo un sogno.
Ma era più facile credere che lo fosse.(Storia e personaggi sono frutto della mia immaginazione)
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Raccolta di Racconti
RandomCos'è un racconto? Teoricamente è un testo in prosa più corto di un romanzo; praticamente io lo considero come un fulmine che colpisce la superficie e poi va subito via, qualcosa che lascia un segno, qualcosa che con poche parole può farti pianger...