prologo

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Bellezza, passione, una faccia d'angelo e tanta, anzi moltissima crudeltà. Queste erano le caratteristiche perfette per un demone assetato di sesso e sangue.
Eppure non ero cosi all'inizio. Anzi, ero un bravo ragazzo: detito alle regole, molto timido e con pochi amici, che mantengo tutt'ora.
Nessuno sa della mia doppia vita, al di fuori di me.
Prima seduco le mie prede e poi assaporo il loro sangue: adoro sentire le loro grida mentre vengono ferite da me lentamente ed ogni giorno desidero fare sempre più vittime, che siano uomini o donne non ha importanza. Ciò mi permette di non far male ai miei amici e di condurre una vita da normale ventenne.
Era una nottata tranquilla, i raggi della luna entravano dalla finestra facendo brillare la mia pelle bianca. Ero al bordo del letto di quest'uomo che a breve sarebbe diventato la mia prossima vittima. Ignaro di ciò, con le sue mani calde inziò a toccarmi e baciarmi il collo. Adoro quando pensano che io sia tutto per loro, la mia indole si stava risvegliando ed era il momento di agire: presto quel fantastico corpo sarebbe stato tutto mio. Quasi mi dispiaceva aver sedotto un così bel ragazzo di venticinque anni al pieno della sua carriera da ultra miliardario.
Sentivo la massa del suo membro aumentare e suoi muscoli contrarsi: volevo strappargli il cuore e volevo farlo subito.

"Cristian sei pronto?" mi chiese con un piccolo orgasmo.
"Sì" risposi, leccandomi le labbra.
Potevo dire il mio vero nome a tutti senza paura di essere scoperto. Mi eccitava sentirlo dire, anche perché sarebbero state le loro ultime parole.

Fu così che, mentre lui mi penetrava con violenza, le mie code lo avvolsero: fantastico, non si era accorto di nulla.
Un ultimo bacio e il sangue sgorgò a fiumi dal suo ventre bucato.
Le urla riecheggiavano in tutta la stanza; voleva scappare, ma ero troppo eccitato e lo spinsi ancora più dentro mentre lui si dimenava: il mio  corpo lo bramava, ma il tremore dell'eccitazione finì non appena morì.

"Uff, odio quando durano cosi poco!"

Presi i miei vestiti e me ne andai, lasciando il corpo lì sul letto: un'opera darte come sempre. Deliziato da ciò apri la porta e me ne andai. Da lì a poco sarebbe diventato giorno e guarda caso avevo proprio un'altra vitt... ops volevo dire incontro.
Mi svegliai alle 9:30. Ero in ritardissimo, avevo promesso a Denise e Simona di far colazione assieme prima dell'università. Da seduttore quale ero, ci misi un po' a prepararmi. Ogni cosa doveva essere perfetta, dalla mia testa in giù.
"Niente errori" dissi guardandomi allo specchio; presi le chiavi di casa e uscii salutando il mio gatto.

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