I matti. Ricreiamo il mondo nella nostra mente, lo riempiamo di luci, suoni, odori mai sperimentati prima, lo tingiamo di colori mai visti. Ogni regola del mondo cui apparteniamo viene riscritta, modificata in funzione del nuovo mondo. E allora il sopra può diventare sotto, la luce ombra, l'orrendo sublime. In questo mondo il matto è un dio, un dio giullare, un dio bambino, inconsapevole spesso del suo potere. E danza, danza, danza in questo sfacciato creato di cui è l'autore, una danza che è ebrezza e gioia, una felicità sperimentabile solo abbandonando ogni legame con ciò che è a terra. Stiamo soli perché il nostro mondo ci basta. Non lo condividiamo perché è impossibile per altre persone immaginare un colore che non hanno mai visto. Siamo felici perché quel mondo lo abbiamo creato a nostra misura.
Magari questo nasce da una incapacità nell'analizzare le informazioni che vengono dall'esterno, magari invece le rifiutiamo semplicemente, magari invece le potenziamo a un punto tale da alienarci. Tanti moventi, un solo finale. E in quel finale, tutto è meraviglia e stupore. Potreste protestare: "Ma è finto,un'illusione, una bella favola" e cos'è la realtà se non ciò che una persona sente e vede e sperimenta con i sensi? Questo mondo è tanto reale quanto il vostro. Ma, a differenza di quest'ultimo, è uno spettacolo. I matti non si curano, perché non hanno nulla da cui essere curati, nulla da cui vogliono essere curati. Nulla che si possa considerare maligno. Nulla che faccia penare o soffrire. Noi matti siamo sani.
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Del mondo e della Follia
Non-FictionUn semplice diario di pensieri di qualcuno che è matto nell'animo più che nella mente. Enjoy.