CHI SEI?

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Fissai l'orologio in attesa della campanella, allo scoccare delle 13:00 mi precipitai fuori dall'aula, stavo attraversando il cortile per raggiungere Nash quando due braccia da dietro mi circondarono la vita. "Vieni alla festa stasera?"
"Jack!". Con delicata fermezza mi liberai e lo fissai dritto negli occhi.
"Una volta ti piaceva"
"Una volta stavamo insieme". Scrollò le spalle come se non fosse importante.
"Allora ci vieni?"
"Ho altri impegni ". Mentre quel suo mezzo sorriso si spegneva pensai a come un tempo avrei fatto faville per quella curva.
Eravamo la coppia più ammirata e perfetta della scuola. Lui, il brillante affascinante capitano della squadra di football con un futuro promettente io, l'alunna diligente e più brava della scuola. Tutte mi invidiavano. Tutte a distanza di anni ancora mi dicevano che ero stata una pazza a lasciarlo. Forse lo ero stata o forse no, ma quella relazione durata quasi tre anni era finita, e anche se lui ancora non si rassegnava per me era un capitolo chiuso.
"Scusa, devo andare". Raggiusi l'uscita mi guardai intorno, la sua voce mi raggiunse.
"Cerchi qualcuno?"
"Si, Te". Girai su me stessa con un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Nash mi imprigionò all'istante nel suo mondo speciale. Con il suo sguardo.
"Pronta a tornare a casa?".
"Non vedo l'ora". Attaccata al suo braccio cominciammo ad allontanarci
" É con Lui che sei impegnata?". La tensione nella voce di Jack mi costrinse a staccarmi e girare la testa. Mi guardò truce, fulminò Nash e poi, passandoci nel mezzo camminò fino a sparire. Scossi la testa e tornai a quegli occhi, che con tacita domanda mi fissavano perplessi
"Non farci caso". Riallacciandomi al suo braccio riprendemmo a camminare. Lungo il tragitto per evitare domande iniziai a fargliene io. Rispose quasi a tutte ma restando comunque molto sul vago in quelle personali. Chiacchierando del più e del meno ridendo e scherzando evitammo l'argomento spinoso fin quasi casa, anche se di tanto in tanto a mia insaputa, così credeva Lui, mi lanciava occhiate curiose piene di pensieri.
-Qualcosa gli frulla nella testa, qualcosa su Jack. Ne sono più che sicura-
"Non vuoi proprio dirmi chi è quel biondino?".
-Ce ne hai messo di tempo-" E' il miglior quarterback della scuola". Alzai gli occhi e sorrisi. Mi fissò intensamente, sapevo cosa voleva sapere. "Si chiama Jack ed è il mio ex". Come se sapere di Jack l'avesse turbato inchiodò lo sguardo, uno scintillio sfrecciò nel cielo dei suoi occhi. Fu un attimo. Potevo anche averlo immaginato, ma non ebbi modo di capire perché riprese a camminare lasciandomi dietro. Confusa perplessa lo guardai allontanarsi e mentre passo dopo passo la distanza aumentava ... – Può essere che...No impossibile. E se fosse ...-
Quella luce poteva benissimo essere un lampo di gelosia. Un lieve sorriso si distese sulle labbra. Lo inseguii fino a raggiungerlo e poi, senza dir nulla gli camminai accanto senza toccarlo. Per il resto del tempo restò strano.
Imboccato il vialetto di casa mi baciò sulla guancia. Un bacio leggerissimo, "Ci vediamo"
"Speravo entrassi" .
"Un'altra volta". Si mosse per andare.
"Ti aspetto". Tornò a guardarmi, gli occhi si incollarono." Stanotte". Un angolo della sua bocca si alzò in un mezzo sorriso.
Poteva essere un Si, volevo esserne sicura. "Vieni?". Con quella mezza curva tra il si e il no tracciò il contorno del mio viso "E' un si?". Sollevò la mano e avvicinandola mi accarezzò la guancia. "Voglio sentirtelo dire".
"Niente e nessuno mi terrà lontano da te".
Allontanandosi mi salutò con la mano. Provai il forte impulso di corrergli dietro.
******
Distesa sul letto, con la sola mente a farmi compagnia,-Entra la notte dalla finestra, le stelle cominciano ad accendersi, il mio angelo sta per venire. Manca poco ormai - Ingannai l'attesa leggendo un libro, ma dopo neanche mezz'ora, impaziente e anche un po' in ansia, abbandonai. - Non riesco a concentrarmi –
Fissai il cielo. La Luna mi sorrise. Gettai un occhio all'orologio erano pressappoco le dieci. –E se non venisse? - Scossi la testa cacciando indietro il pensiero. –Verrà, me l'ha promesso- Tornai con gli occhi al cielo, brillavano le stelle splendeva la Luna pensai a Lui.
- La carezza della voce...Il profumo... - Di rosso scarlatto si accese il viso ricordando.
- Che bello sarebbe se... - Diedi forma ai pensieri; immaginando, morbida leggerezza si posò sulla mia bocca.
Sorridendo silenziosa disegnando nell'aria il suo profilo, mi addormentai. Dormendo lo sognai: < Il suo viso è un piccolo angolo di universo. Risplende il suo sguardo. La luminosità dei miei occhi è tutta per la sua bellezza. Si avvicina. Sorrido. La sua bocca...
A un passo dal tocco, "Ho fatto tutto come hai detto, non è servito". Si dipinse in viso un'espressione triste; il bacio rovinato mutò in una foto mal stampata sulla mia fronte increspata
"Il sentimento è ancora forte, credo in te ma il dubbio che abita dentro me sta prendendo il sopravvento sulle certezze e...". >
Sentii un refolo di vento sfiorarmi, un brivido mi corse sulla pelle del braccio il sogno sbiadì; aperti gli occhi mi ritrovai con lui che dall'alto mi fissava.
"Ti ho spaventata?"
"Spaventarmi, tu? Non potresti mai". Mi alzai a sedere. "Hai fatto tardi. Credevo non venissi più". Mi guardò inarcando eloquentemente un sopracciglio. "Non ero sicura ...si insomma... l'avevi promesso, ma si era fatto tardi...potevi aver cambiato idea"
"Non lo faccio mai"
"Cosa?"
"Mancare una promessa ". Si portò più vicino, lo vidi come in sogno, il cuore prese a palpitare.
-Vuole baciarmi. Sta per baciarmi...- Mi lasciò una carezza con le labbra sulla guancia.
"Avevo delle cose da fare, non pensavo di fare tardi".
-Cose da fare. Un impegno. Con chi?. –. Il timore che l'impegno avesse occhi e labbra di donna mi chiuse la voce.
-E se fosse qui solo perché gliel'ho chiesto? - Non sopportavo l'idea, abbassai gli occhi e fissai le mani in grembo.
Come se fosse dotato di facoltà telepatiche anticipò la domanda." Non è così". Con due dita sotto al mento riportò i miei occhi nei suoi." Sono qui perché lo voglio ". Impigliata nel blu provai un forte desiderio di abbracciarlo. Ma non lo feci o meglio, non mi diede il tempo, perché si allontanò quasi subito.
"Siediti e parliamo" Gli feci posto. Immobile. Dubbioso. Stette a guardarmi.
"Non vuoi sederti?"
"Non è strano, con tua madre a pochi passi?".
"Se devo essere sincera, non avrei mai pensato di poterlo fare, soprattutto con uno appena conosciuto, ma in te c'è qualcosa di assurdo e inspiegabile che mi istilla fiducia". Sorrise appena." Ma se per te non è così?".
"Per me è più che naturale trovarmi da solo con Te". Si accomodò accanto a me, schiena alla spalliera palmi sotto la testa fissò il soffitto.
Piccole rughe d'espressione gli segnavano la fronte. Aveva l'aria pensierosa. Lo sguardo perso in chissà quale pensiero ingombrante.
Lo fissai in silenzio. -Bello da togliere il fiato. Misterioso da spingere la curiosità su pellicole di fantasia. Con la mente chissà dov'è, ora -
Ancora una volta come se sentisse i miei pensieri si girò a guardarmi.Ma non disse nulla, fui io a parlare. " A che stai pensando?"
Affondò il suo sguardo nella profondità del mio, " Jack, perché è finita?"
La domanda non mi sorprese." Diciamo che avevo bisogno di altro". Mantenne lo sguardo fermo. Non convinto." Non era quello giusto, non era quello che credevo". Mi appoggiai anche io alla spalliera. L'intensità del suo sguardo non diminuì.
"L'hai lasciato tu?". Mi chiese poco dopo.
-Quante domande. Cosa crede, che prima del suo arrivo non avessi una vita? - Esitai a rispondere." Non sei obbligata, ma sarebbe importante per me sapere".
La voce roca sussurrata toccò corde del mio essere che mai nessuno prima aveva raggiunto. Le parole mi uscirono fuori quasi come se mi dovessi scusare per qualcosa. "Con Jack ho vissuto momenti irripetibili, è stato il mio primo ragazzo". In preda ai ricordi il passato si sovrappose al presente. "Era il 25 Maggio, Alyssa Casey e naturalmente Eva mi tampinavano per accompagnarle alla partita.
"E' la finale di campionato non possiamo mancare ci sarà tutta la scuola".
Non sono mai stata una appassionata di sport non mi è mai piaciuto fare cose solo perché altri le facevano ma quel giorno mi arresi. Come tutti si aspettavano la nostra scuola vinse, seguirono dei festeggiamenti, alla festa parlai per la prima volta con Jack. Era il quarterback, era un bel ragazzo nel fisico e nel colore dei capelli, un biondo splendente; tutte le morivano dietro ma io ero diversa.
"Per catturare il mio interesse ci vuole ben altro che fama e un bel sorriso". Furono le prime parole che gli dissi. Scoppiò a ridere. Mi prese per mano e sfiorandomela appena con le labbra, "troverò il modo per entrare nel tuo cuore. E puoi stare certa che dopo, con me non ti annoierai mai". Lo sussurrò convinto. Non gli diedi importanza, ma giorni dopo mi sorprese. Come solo un'anima sensibile avrebbe potuto.
In balia del ricordo sorrisi, sicura che la lieve timidezza era lì lì per affiorare abbassai gli occhi. "Silenzioso e incredibile si rivelò il suo corteggiamento. Mi lasciava biglietti, come lettere d'amore, dentro l'armadietto sul banco e persino in mensa corrompendo l'addetta alla cassa. Quello che mi colpì più in assoluto me lo fece recapitare il giorno del mio compleanno dentro a un palloncino a forma di cuore. Lo guardai stranita quando si presentò alla porta di casa. Teneva gli occhi bassi mentre lo tendeva, ma sorrideva. Banale pensai. Ma non volendo ferirlo lo accettai. Nel prenderlo mi disse, e adesso scoppialo.
"Devo scoppiarlo, ho capito bene?". Alzò la testa e sorrise. Mi sembrò una cosa sciocca ma lo feci. Con il botto coriandoli caddero, insieme al biglietto. Lo raccolse Lui per me e me lo porse.
"Un quarto di Luna risplende nel cielo,
con te il mondo sembra un sogno
con te l'intima conoscenza non è desiderio ma profondità dell'anima".
Lo lessi, difficile spiegare cosa mi scatenò ma La Luna la notte le stelle li considero da sempre un nido sicuro dove rifugiarmi, lo presi come un segno e ricambiando il sorriso gli dissi:" Non dovresti scriverlo, dovresti farlo; le parole spesso sono parole al vento i gesti invece..." Qualcosa di velato emerse da dentro i suoi occhi e...

"Ti ha baciata". Il ricordo si frammento alla voce di Nash, ne incrociai lo sguardo. "Il tuo primo bacio". Lo disse con il suo solito sguardo impenetrabile, nella voce però percepii un chiaro nitido tremore che mi fece aggrottare la fronte.
"Non è stato il mio primo bacio". -Ancora quell'espressione indagatoria...- "Il primo avevo tredici anni"
"Ma quella sensazione è ancora così tanto intensa in te da sentirne il calore". Voce più bassa. Sofferente. Mi strinse il cuore fino a farlo dolore.
"Quell'istante resterà per sempre iscritto nella mia memoria come uno dei ricordi più belli, ma è il passato; un passato che non mi riguarda più ". Le parole mi sgorgarono da dentro come un urlo e senza nemmeno rendermene conto presi le sue mani fra le mie.
"Non posso dire di non essere stata felice con Jack; era meraviglioso, affettuoso, premuroso ma voleva cose diverse da me" Lo guardai dritto negli occhi. " Un panino in due, guardarci in fondo agli occhi senza parlare era quello che mi aspettavo ma Lui, non capiva, diceva che dovevamo divertirci uscire frequentare gente... Quando i sentimenti si esauriscono non si può che chiudere e andare avanti"
"E se cambiasse, se per te Lui...". Lo zittii con un dito.
"Hai presente quella sensazione che ti manca qualcosa e non sai bene cosa?". Annuì. "Quando stavo con Jack in un punto indefinito della mia anima mancava qualcosa. Se fosse stata Lui, la persona del cuore, quella mancanza non mi avrebbe mai attraversata".
Non so se fu impressione, ma a quelle parole si illuminò.

Parlammo tanto, di ogni cosa quella sera. C'era la voglia di conoscere di condividere in tutte le domande che ci scambiavamo. Dialogo e complicità ci facevano da collante. E mentre mi ascoltava, mostrava una sorta di sorriso affascinato. Come se ogni piccola cosa avvenimento capitato a me in qualche modo lo appagasse.
-Se mostra interesse per quello che fai, ti vuole bene. Se si riempie gli occhi e il cuore con la tua sola presenza è Amore- Un lampo. Un presagio. Un ricordo lontano. Allora non sapevo da dove quelle parole sgorgavano, ma in quell'istante nella nuvola di pensiero nacque per me una storia. Nuova e straordinaria. La nostra.
Nel fantasticare risi fra me e me. Rimase un istante soprappensiero e poi, anche Lui sorrise. In quella curva, come un dejà vu, vidi me con Lui.
"Appari e scompari come un fantasma, mi guardi di notte...E' una tua abitudine o lo fai solo con me?". Gli chiesi.
"Solo con te". Si accostò lieve al mio orecchio e quasi appoggiandosi a fior di labbra aggiunse, "Tu sei la prima e l'unica".
Il respiro caldo umido mi scatenò un brivido, una scossa elettrica dal basso risalì al cuore, sentii un gemito uscirmi. Serrai le labbra per soffocarlo, mi fu impossibile bloccarlo del tutto. Un suono gutturale si udì distintamente. Rosso sulle guance rosa, chiusi gli occhi per riprendermi. Lo sentii alzarsi. Li riaprii di scatto.
"Dove stai andando?"
"Domani c'è scuola".
Il tempo era passato così velocemente che quando guardai l'orologio, la mezzanotte era passata da ore.
"Il tempo non aspetta, il tempo corre via si sa". Disse rispondendo al mio sguardo sorpreso.
"Ma solo quando si sta bene "
"Può darsi". Mi baciò sulla guancia ancora calda e si mosse per andare.
"Se te ne vai non farò che pensare a cosa non ci siamo detti, se resti invece....Mi sarà più semplice dormire ".
"E se entra tua mamma e ci trova?"
"Ho chiuso a chiave". E accennai un sorriso, che non voleva essere malizioso ma brillò come tale .
Scosse la testa divertito e con quella luce negli occhi a di poco devastante tornò al mio fianco. Mi appoggiai a Lui" Prima di andar via ci penso io alla porta". Iniziò ad accarezzarmi dolcemente i capelli. Come mi piaceva.
" Mi rilassa". Esclamai.
"Lo so". Chiusi gli occhi, poco prima di addormentarmi lo sentii baciarmi la testa.

Misteriosamente,tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora