Se avessimo fatto caso alle distanze non avremmo urtato contro le pareti della nostra relazione. Mi chiedo perché non ci siamo mai guardati le spalle a vicenda, invece di voltarci.
Se avessimo avuto qualche centimetro in più di coraggio avremmo mancato l'ostacolo. Altre volte, invece, mi chiedo come sarebbe stato se invece di pensare avessi osato, sfidato.
Se ci fossimo fidati delle parole le avremmo usate, come scudo, o come un'arma per contrattaccare. Tanto vale lenire le ferite che prevenirle.
Se avessimo fatto affidamento ai segni non resterei qui a chiedermi perché mi hai insegnato ad amarti.
Se avessi guardato avanti, quella sera, invece di girare lo sguardo altrove non mi troverei qui a decimare le tracce del tuo ricordo. Ma se avessi seguito l'istinto non saprei dirti dove sarei, o cosa rimarrebbe del nostro amore. Dilaniato, quel tanto che basta a farne un segno inscindibile della mia sofferenza.
Scotta l'asfalto sotto i piedi quando ripercorro quelle strade, in cui distrattamente, ti accorgesti di me. Brucia il resto, quando me ne sto da solo e non vorrei.
Mi capita di resistere senza che io me ne accorga, difetto di forma di chi ha imparato a sopravvivere troppo presto. Il resto già si sa, quando i miei occhi hanno incontrato i tuoi.
Ti alzerà il velo, ti prometterà di proteggerti, dirà tutto quello che già sai. Te ne ricorderai poi, quando preparerai le verdure e lui guarderà la televisione. Glielo ricorderai, nei primi litigi, nei primi appigli, nelle volte in cui rimarginerai le ferite. Nelle volte in cui mi penserai e darai a lui la colpa. Come se non ti facesse sentire abbastanza.
Mi ripenserai, nuovamente, quando ti girerai nel letto e non prenderai sonno. Quando suonerà presto la sveglia, quando potrai e quando non vorrai, quando sarà già sera e non ci crederai.
Sarai in grado di destabilizzare il ricordo, le persone come te ci riescono, non so come. Guarderai negli occhi i tuoi figli, assomiglieranno a te, ma avranno i suoi occhi. Passeranno gli anni e non ti sentirai bella come ora, rimpiangerai i giorni d'oro, ti ricapiterà di ripensarmi. Ma sarà meno lucida la mia immagine nelle tue palpebre, non ricorderai bene di che colore fossero i miei capelli, se io preferissi baciarti sul collo o tra la guancia e il naso. Mi confonderai con il tuo lui. Ti confonderai in un cinema vuoto, nel mezzo di un film romantico.
Ti sbaglierai guardando un passante, poi un altro, e un altro ancora. Mi prenderai per un commesso, un barista, un prete, un poliziotto. Mi confonderai nelle note di un pianoforte, dopo un bicchiere di troppo di vino rosso, con il tuo vestito più bello indosso.
Mi afferrerai e mi lascerai andare. Più volte. Per gusto o per timore.
Io ti rivedrò dovunque, ti rivedrò comunque.
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IL TEMPO DELLE NOSTRE VITE
General Fiction«Alcuni amori nascono per affronto alla realtà, quando si è stanchi di provvedere alla casualità delle circostanze, mentre è il mondo che gira e noi restiamo fermi.» Lorenzo e Giulia si sono conosciuti in un agosto atipico, amandosi il più in fretta...