XXIX

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(Will Baker)

Il giorno seguente, benché io e Drogo ci fossimo appisolati abbastanza presto, Andy ci costrinse ad alzarci alla buon'ora e scoprimmo ancora di essere assonnati e irritati. Al Nido tutti si alzavano presto, dopo un po' avevo costruito una mia sveglia mentale e mi svegliavo sempre poco prima delle sette. Ero una persona mattiniera, ci voleva un po' prima che mi svegliassi, ma l'umore già nero di Andy e la confusione in testa mi impedirono di supplicare di poter dormire un'altra ora. Di certo mio fratello non avrebbe cambiato la sua routine per colpa nostra.

Karen – che scoprimmo essere la donna senza nome della nostra stessa squadra – ci portò la colazione. Un caffè lungo per Andy con una torta di mele e per me e il mio amico succo di frutta e una brioche alla marmellata. Il sapore non mi piacque affatto, la pasta del dolce era molle e senza sapore, la spremuta piena di zucchero per nascondere il sapore amaro. Al Nido era tutto fatto in casa, i cibi venivano fatti portare da qualche allevamento o campo privato vicino Brimingham e venivano raccolti persino i frutti attorno alle mura.

Drogo e io eravamo ancora in pigiama. Portava una canotta bianca e dei semplici calzoni del medesimo colore, le braccia e le gambe erano percorse da numerosi vecchi lividi e cicatrici. Non aveva segni visibili sul collo, quindi significava che Hejji lo guariva sempre.

«Avete seguito il ragazzo?» domandò Andy senza scomporsi, appoggiandosi all'angolo della cucina.

Karen annuì. Era una bella donna, in fondo, con un'aria distinta e superiore. Doveva essere stata un'insegnante del Nido, più o meno avevano tutti lo stesso atteggiamento. Come copertura doveva essere la nostra tutrice, nonché compagna di Andy: ero molto curiosa di sapere come entrambi avrebbero recitato la parte.

«Keith e Lancer lo stanno seguendo. L'OverTwo ha piazzato un GPS nella macchina dei genitori, per fortuna il ragazzo non ha ancora la patente, perciò seguirlo è facile. Non lo possiamo perdere, siamo collegati direttamente con il satellite. Cosa pensi di fare?»

Andy finì il suo caffè e ci lanciò un'occhiata dubbiosa. «I ragazzini non possono fare niente fino a che i corsi non iniziano, approcciarlo fuori dall'ambiente scolastico è rischioso. Per oggi vado a comprare qualcosa per mantenere in piedi questa casa, cibo e stronzate simili. A te serve qualcosa?»

«Sono vegetariana» lo informò pacata.

Io continuai a mangiare serenamente, fino a quando Drogo non mi rubò il bicchiere di plastica di Starbucks e bevve un lungo sorso della mia spremuta. Gli diedi un calcio sotto il tavolo e per non far girare Andy entrambi fingemmo che non fosse successo niente, riprendendomi con foga quel disgustoso intruglio. Non mi piaceva, ma preferivo bere quello e avere energie piuttosto che aspettare fino al pranzo.

«Tieni d'occhio tu il ragazzo, tenente colonnello» lo liquidò Karen con fretta. «Se dobbiamo fingere una relazione, almeno devi conoscere le caratteristiche di base dell'altra persona.»

Mio fratello di sicuro aveva studiato il fascicolo di Karen e la copertura, ma il fatto che fosse vegetariana doveva essergli completamente sfuggito dalla memoria, da come si stava sforzando di ricordare.

Karen uscì dalla porta di casa senza aggiungere altro. Non mi sembrò offesa, era più grande di Andy e si vedeva, probabilmente si era sentita esclusa o non ascoltata. Mi capitava spesso con lui.

«Sarai un fidanzato orrendo, Andy» biascicai delusa, scuotendo la testa.

Drogo mi imitò. «Donne» si lamentò.

Gli tirai un secondo calcio per farlo zittire e me lo tornò, due volte più forte. Feci per alzarmi e dargli un colpo ben assestato sul braccio, quando Andy ci prese entrambi e ci schiacciò le teste sul tavolo finché non restammo muti.

RyokkuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora