Osservo le piccole cose che non riesci a dirmi.
Osservo perché tu con me non parli, tu con me non vorresti starci.
Osservo e poi mi giro appena la tua bocca si avvicina a lei.6.
Silenziosa e sola cammino verso di te Intrecciando i piedi per schivare le pozzanghere, le foglie, arrivai anche a schivare i fiori, iniziai a cercare il marciapiede in cui c'era ombra, questo per raggiungerti, non ti parcheggiavi mai davanti scuola.
Nel periodo tra ottobre e maggio eri sempre presente alla fine delle lezioni, però sostavi lontano, come solitamente siamo noi due.
Facevi compagnia alla mamma di una ragazza, lei era sempre sistemata, aveva un aspetto diverso rispetto a quello che avevo visto su di lei durante l'inizio dell'estate, aveva un abbigliamento esagerato come se non dovesse solamente prendere la propria figlia a scuola, tu forse anche più di lei, a tratti non sembravi tu, anche nel modo di approcciarti, notai tantissime altre cose ma decisi di tenerle per me e non farti sentire i miei lamenti come avevo già iniziato a fare qualche mese prima ma forse non avevo neanche bisogno di disturbarti con le mie paranoie, sapevo di non sbagliarmi, i tuoi gesti confermavano tutto ciò che vidi una sera nel tuo cellulare.
Mi piacerebbe essere trasportata nel mondo, da te, ma sai solo lasciarmi dalla nonna, la quale abitava a pochi passi dalla mia scuola, ma tu ti ostinavi a venirmi a prendere in macchina, ma ciò non lo facevi per me.
Fuori dal finestrino non mi accompagni, hai altri impegni, uno dei tanti è quello di vederti con lei, parlare con lei, ma ti ricordi che voce ho io?
I miei occhi cambiano direzione se vedono te e lei in alcuni atteggiamenti, ancora adesso, ma non so esattamente perché, non si tratta di gelosia, neanche per mamma, è talmente inconscio questo gesto che forse è più semplice capire perché mi mangio le unghia mentre rido con una risata rumorosa.
Gli occhi quando stiamo in macchina passeggiano davanti a me, davanti ai paesaggi, non c'è mai un momento in cui loro decidono di guardarti, io lo so che i tuoi paesaggi sono le donne, ma io dei tuoi paesaggi sono l'aria, non mi vedi.
Serviresti tu ad indicarmi la strada che non hai preso, in modo tale da non sbagliare, ma con me non parli mai, ed è per questo che i tuoi atteggiamenti li osservo, li studio così che non possano entrare nelle mie azioni quotidiane.E se fossimo foglie, fragili a periodi e poi corazze pronte a coprire chi avanti non sa andare, cadiamo con un po' di vento, con le giornate storte, ci lasciamo trasportare dagli eventi, da lui.
Ogni cosa nella mia testa non ha un posto, solo il disordine sembra averlo, mi rendo conto che il rumore mi fa sentire viva, la mia stanchezza è generata da te.
Non trovo silenzi, sono inesistenti.
Ho così tanto rumore nella mia vita, che qualsiasi suono passa inosservato.8.
Mi è capitato di sentire il tuo profumo, non so se è quello che utilizzi ancora oggi, probabilmente l'avrai cambiato, mi dicevi spesso di volerne provare un altro, oggi chissà che essenza ha la tua pelle...chissà se mai potrò associare qualche altro profumo a te
Mi è capitato di sentirmi confusa, a tratti sembravo pazza, urlavo per buttarti fuori dai miei pensieri, ma iniziavi a disturbare anche intorno a me, iniziasti ad esistere in luoghi che non hai mai visitato, ti limitavi ad esistere senza mai tornare, diventasti un' immagine proiettata nella noia, perché la maggior parte delle volte non riuscivi a non farmi divertire, eri il mio guinzaglio, non mi lasciavi fare domande ad altre persone, ascoltavo senza mai incuriosirmi, eppure non c'eri fisicamente per potermi fermare se fosse successo il contrario.
Mi è capitato di incrociare il tuo sguardo, ho avuto la sensazione che è rimasto lo stesso nei miei confronti, l'ho riconosciuto, tu invece, con il mio vi siete presentati o riconosciuti?.
Ho visto troppe domande nel tuo ma penso di essere stata abbastanza esaustiva nelle risposte, ricambiandolo.
Mi capita spesso di memorizzare la targa dei veicoli, ho cercato la tua in questi mesi, distraendomi fuori dal finestrino non ascoltando le conversazioni che si affrontavano seduti sui sedili, ma dopo un po' si affollavano altri pensieri e mi dimenticavo della possibilità di trovarti.
Mi capita di fare caso a chi fa caso a tutto, perché un po' mi sento in tua compagnia, perché un po' mi mancano le tue domande, anche le più semplici, ho bisogno di attenzioni costanti, ma devo fare più attenzione se dovesse capitare nuovamente qualcosa che sembri così costante
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Le mie stazioni
General FictionSono brevi storie della mia vita, ognuna ha un introduzione, anche essa dettagliata.