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(Vi consiglio di ascoltare il capitolo con la canzone che vi ho lasciato qui sopra. Buona lettura <3)

Come ogni martedì,mi sto recando nella biblioteca comunale ,posto che personalmente amo

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Come ogni martedì,mi sto recando nella biblioteca comunale ,posto che personalmente amo.

È il mio piccolo angolo felice,capace di farmi sentire a casa anche nei giorni no.

La frequento ormai da 4 anni,e ne vado fiera.

Entro dentro,sbattendo i piedi nel tappeto per rimuovere l'eventuale neve attaccatasi alle scarpe durante la breve camminata da casa mia a qui.

Siamo solo a fine novembre ma a Vancouver fa un freddo polare.

Il caloroso odore delle pagine dei libri mi innebria le narici,facendomi tirare un lungo respiro,a pieni polmoni.

«Giorno katie» dico salutandola allegramente

«Giorno juniper ,come mai così felice?» mi domanda la signora sulla cinquantina

«Non vedevo l'ora di continuare "Romeo e Giulietta",e visto che ho terminato i compiti per domani mi è venuta l'idea di fare un salto qui,come ogni martedì,solo un po' prima.» affermo camminamdo verso lo scaffale dei classici letterali.

Lo cerco nei vari scomparti e con mio grande stupore lo trovo fuori posto,o almeno,fuori dal posto dove l'ho lasciato io due giorni fa.

Alle poche persone che vengono qui non piace la letteratura,bensì preferiscono i gialli o gli horror.

Lo prendo andando a sedermi nel mio solito angolo,ovvero un piccolo tavolino posizionato nella parte inferiore della biblioteca,in cui solitamente non va mai nessuno. È illuminato dalla luce soffusa proveniente dalla finestra,ottima per leggere.

Hanno da poco aggiunto anche un caminetto a muro,che da al tutto un'atmosfera magica,soprattutto,come oggi, nelle giornate in cui la pioggia martella contro il vetro.

Comincio a leggere qualche pagina,stando attenta ad ogni minimo particolare. È una lettura intrigante,che ti fa venire voglia di leggere e rileggere le stesse pagine,senza mai stancarsi,e personalmente,amo questo tipo di scrittura.

A malincuore noto l'orario sul l'orologio. Le 19:57.

Sono costretta a rinchiudere il libro è tornare a casa.

Decido di lasciarlo sul tavolino,sapendo che katie conosce perfettamente dove lo ripongo.

Prendo il mio zaino indossandolo,così come la sciarpa.

Mi affetto ad uscire,dopo aver fatto un gesto con la mano per salutare katie,e poi proseguire fino a casa.

«Ciao mamma» dico venendo invasa dal dolce calore famigliare,che tanto amo. Mi tolgo il giubbotto e la sciarpa,appoggiando lo zaino vicino l'attaccapanni.

Vado da mia madre,intenta a cucinare,salutandola con un abbraccio.
«Andato tutto bene in libreria?» domanda staccandosi,aggiungendo del sale nella padella contenente delle patatine.

«Si. Sono arrivata all'incirca a metà libro,e lo amo sempre di piu»

«Ne sono felice. Ora vai a lavarti le mani che è pronto da mangiare» mi avverte «papà?» chiedo «tornerà più tardi,deve sbrigare delle faccende extra in ufficio» posa il polpettone in tavola,sbrigandosi a togliere le verdure dal forno

«Oh ok» vado verso il bagno,richiudendo la porta alle mie spalle,fermandomi a guardare la mia immagine riflessa nello specchio,accorgendomi delle,ormai evidenti,occhiaie formatesi sotto gli occhi.

Prendo il sapone,aprendo l'acqua,facendola scorrere sulle mie mani,ricoperte da schiuma. Le asciugo,tornando in cucina.

«Mi ha chiamato la preside» comincia mia madre. Inizio a preoccuparmi,tagliando con le mani tremanti la fetta di polpettone davanti a me.

«Dicendomi che,dato la tua eccellenza in ogni materia,avrai la possibilità di andare in un college non molto distante da qui» mi rivolge un dolce sorriso e il mio cuore scoppia dalla felicità «s-sul serio?»

È sempre stato il mio sogno ritrovarmi in uno di quei college americani,come nei film.

«Si,e ti dirò di più. Un ragazzo di un altra scuola ha avuto la tua stessa possibilità,e partirete insieme. La preside vuole che vi conosciate,in modo da non ritrovarvi soli una volta li»
Le rispondo con un semplice ok. Alla fine non sarà così male.

«E questi sono per te» dice una voce davanti alla porta,facendomi girare. Vedo mio padre con un enorme scatolo marrone,e con un sorriso stampato in faccia. Guardo mia madre che mi fa cenno di andare da lui,così poso coltello e forchetta,raggiungendolo.

«Io e la mamma siamo molto fieri di te,perciò abbiamo deciso di farti un piccolo regalo» termina poggiando la scatola

Mi affetto ad aprirla e mi blocco,notando cosa contiene.

Porto una mano alla bocca,sentendo le braccia di mio padre stringermi in un abbraccio. Mi faccio scappare qualche lacrima,continuando a sorridere.

«Ti piace?» Chiedono guardandomi speranzosi «Certo che mi piace! Ho sempre desiderato un giradischi» ammetto elettrizzata

«Vallo a mettere in camera su» mi incita porgendomi la scatola,con il giradischi e qualche vinile.

Corro su per le scale,stando attenta a non farlo cadere,sentendo le risate dei miei.

Apro la porta,richiudendola e mettendo la scatola per terra. Inizio a guardare i vinili,leggendo i nomi delle varie band the neighbourhood,arctic monkeys,chase Atlantic,Kendrick lamar,Miguel,e altri nomi di band e cantanti degli anni ottanta e non. Mi domando come abbiano fatto a trovare i vinili delle mie canzoni preferite uscite in questi ultimi anni.

Lascio da parte i pensieri,sistemando il giradischi giallo su un mobiletto di fianco alla scrivania. Prendo il disco di "void" dei neighbourhood e facendolo partire.

Mi getto sul letto felice come non mai,lasciandomi cullare dalle dolci note di questa canzone.

𝐛𝐨𝐨𝐤 𝐛𝐨𝐲 // 𝐅𝐢𝐧𝐧 𝐖𝐨𝐥𝐟𝐡𝐚𝐫𝐝 IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora