UN GIORNO DA SHERLOCK HOLMES (trama 2)

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Finisco di leggere l'ultima riga e chiudo il libro di scatto, perdendomi nei miei pensieri.

"Come sarebbe bello avere un amore come quello di Sasha!"

Mi chiamo Mia, ho quindici anni e da grande voglio diventare una sognatrice. È un desiderio un po' bizzarro ma... Se i sogni non sono ambiziosi non vale nemmeno la pena di sognare, no?

- Mia sei pronta? Dobbiamo andare! - mi urla mia sorella dalla camera affianco.

Qualche tempo fa ci hanno invitato a questo lussuoso matrimonio, di cui non so nemmeno chi siano gli sposi, e tutta la mia famiglia e in gran subbuglio per cercare di presentarsi al meglio.
Solitamente adoro i matrimoni: lo considero infatti il suggello dell'amore di due persone, ma oggi ho proprio voglia di rimanere a casa e leggermi qualche altro centinaio di storie d'amore.

Mi dirigo in salotto dove mia mamma, mio papà e mia sorella sono riuniti davanti all'ingresso.

- Ti muovi o no? Sempre persa nei suoi pensieri, incredibile! - mi dice la mamma agitata.

Cerco di vestirmi più in fretta possibile, dopodiché partiamo alla volta del famigerato castello di cui sento parlare da settimane.

"Dev'essere proprio una meraviglia se i miei ne parlano con tanta ammirazione" penso.

Dopo qualche ora arriviamo e mi ritrovo davanti una castello da mozzare il fiato: avete presente Hogwarts, di Harry Potter? Ecco, immaginatevi quello.

Entriamo con il naso all'insù e la bocca aperta, con la bavetta che scende.

- Benvenuti signori! L'invito prego - ci dice un signore che assomiglia ad un pinguino.

- Oh, ma certo. Dove dobbiamo andare? - chiedo mio padre, mentre consegna l'invito al pinguino.

- Seguite le frecce per terra.

"Come all'Ikea".

Arriviamo in una sala già piena di gente e i miei genitori lasciano me e mia sorella all'ingresso per andare a salutare gli sposi.

- Non farci fare figuracce, intesi? - mi sibila mia sorella.

Annuisco, sbuffando.

Mi faccio largo fra la folla ed esploro un po' di qua e un po' di la.

- Ciao! Come ti chiami? - chiede una voce alle mie spalle.

Mi giro di scatto e vedo un ragazzo sui sedici anni con gli occhi brillanti.

- Sono Mia. Tu?

- Jack. Cosa stavi facendo? Avevi un'aria da cospiratrice.

Lo guardo perplessa: mi stava osservando?

- Esploravo - rispondo semplicemente.

Ora è il suo turno per guardarmi perplesso.

- Scusa, ma quanti anni hai? - mi chiede, passandosi una mano nei capelli.

- 78, ma li porto bene.

Jack scoppia a ridere e io mi faccio trascinare dalla sua risata contagiosa.

- Posso esplorare anch'io? - mi chiede con un sorriso.

- Certo.

E così passiamo tutta la mattinata a girovagare per il castello alla ricerca di fantasmi e quadri che parlano.

- Quindi ti piace immaginare - mi dice Jack.

Annuisco: durante la mattinata ci eravamo conosciuti meglio e gli avevo raccontato qualcosa su di me.

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