- Mary non fare sempre quella faccia! È Natale!
Questa è la frase che ogni anno mi ripetono quando il periodo natalizio si avvicina.
Mi chiamo Mary (non so se l'avevate capito), ho quasi diciassette anni e sono il Grinch.
Sì, perché non sopporto il Natale, tutte le lucine, la confusione, le riunioni di famiglia, eccetera eccetera.
Non riesco proprio a farmelo piacere e nessuno lo capisce.- Senti mamma, non è che, il giorno di Natale, posso scappare da qualche parte? Poi ritorno, promesso - butto lì, anche se so già a memoria la risposta.
- Mary, ma cosa dici?! Perché non riesci ad essere normale ogni tanto? - mi risponde mia madre scandalizzata, come da copione.
- Tesoro, perché non provi ad apprezzare questo magnifico giorno? Non capisco proprio il perché non ti piaccia - dice mio padre, sparapanzato sul divano a guardare la TV.
Sbuffo infastidita e mi dirigo in camera mia.
Le scuole sono finite ormai da quattro giorni e oggi è la vigilia di Natale, ovvero il 24 Dicembre.
Domani sarà il giorno più fastidioso dell'anno, in cui tutti i parenti e gli amici dei miei genitori verranno a mangiare a casa nostra, tanto per cambiare.INCUBO.
Il giorno dopo...
Mi sveglio sotto le coperte, disturbata dalla luce che irrompe dalle mie finestre.
Sotto sento già un vociare molto fastidioso e cerco di non farci caso.
Non so se l'avete notato ma ho detto fastidioso "poche" volte fino ad adesso.
Mi faccio la doccia, mi vesto, mi trucco e scendo di sotto, dove trovo un cantiere natalizio.- Ciao tesoro! Hai dormito bene? Hai visto quanti regali ha portato Babbo Natale quest'anno?? - esclama mia madre, piena di gioia.
Non hanno ancora capito che ormai so che Babbo Natale non esiste.
Mi hanno rovinato l'infanzia a dodici anni: eravamo andati da Decathlon per "vedere" dei pattini a rotelle che desideravo da tanto tempo. Dopo aver discusso su che numero prendere, che colore e che modello (tutte informazione derivate puramente dalla curiosità dei miei, ovviamente), io e mia mamma siamo andate verso le casse, mentre mio papà (con la scusa della pipì) è andato a prendere proprio quei pattini lì.
Come lo so? Beh, non si era impegnato molto nel coprirli quando ci ha raggiunte.
E fu così che anche la mia credenza in Babbo Natale finì nel gabinetto.- Tesoro, indossa il tuo sorriso migliore e aspetta gli ospiti davanti alla porta! - dice mia madre euforica.
Con passo strascicato mi dirigo verso l'entrata e aspetto che qualcuno suoni.
La prima ad arrivare è nonna Rosetta, la baciatrice più appiccicosa del mondo.
Ovviamente vuole baciarmi su tutte e due le guance e non riesco ad oppormi.Mentre cerco di togliermi la bava, suona nuovamente il campanello.
Fuori dalla porta ci sono tutti i fratelli e tutte le sorelle di mamma, anche loro tutti contenti di volermi baciare sulle guance.Voglio morire.
Dentro casa ci sono almeno quindici persone e già non le sopporto più.
Quando il campanello suona per la terza volta, vado ad aprire con una specie di ringhio disegnato sul mio volto.
Mi comparve davanti una visione angelica: un ragazzo alto, bruno, con gli occhi di un verde brillante.
Credo di essere rimasta imbambolata per almeno due minuti perché la visione paradisiaca fa un leggero colpo di tosse per farmi capire che dovevo togliermi di mezzo.
Imbarazzatissima, mi sposto dall'ingresso e lo feccio entrare, quasi chiudendo fuori la sua famiglia per quanto sono sulle nuvole.
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Concorso di scrittura
Short StoryDal contest di @AmoreTiOdio. TRAMA 1: "Il giorno di Natale è sempre stato uno dei più amati dalla gente, il giorno più bello del mondo per i bambini, la gioia dei nonni che riabbracciano i nipoti, l'occasione perfetta per dimostrare affetto alle per...