'till the day I die

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Cinque anni.
Cinque maledetti anni.
Erano passati cinque anni dal mio ultimo giorno di liceo.
Dal mio ultimo giorno con Stiles.
Mi ero ormai arresa al mio destino di buio e solitudine, senza il mio unico punto di luce, il mio punto fermo.
Se ne era andato così, dal nulla.
Mi aveva lasciato un biglietto: non importa come, ma ti ameró per sempre Lydia Martin.
Non ho mai avuto la forza di chiamarlo, di scrivergli, niente di niente, e me ne pento ancora.
Ma nella vita non ho avuto la forza di fare tante cose delle quali mi pento tutt'oggi, però cazzo, questa la dovevo fare davvero.
Passiamo al presente.
Ero sicura che Stiles si fosse dimenticato di me ormai.
Che mi avesse rimosso e che avesse ricominciato una nuova vita, migliore di quella a Beacon Hills, se la meritava infondo, ma di certo non l'avevo perdonato per ciò che mi aveva fatto, per il dolore che mi aveva provocato.

Questa mattina mi sono svegliata, come al solito ho preso il cellulare e ho trovato un messaggio, non potevo crederci quando ho letto il mittente.
Stiles: vieni a prendermi all'aeroporto, 15:30.
Era bastato quel messaggio per farmi saltare di gioia.
Di sicuro gliene avrei dette quattro quando l'avrei rivisto.
Ma ogni volta che mi riaffiorava l'idea di poter abbracciarlo di nuovo cominciavo a piangere di gioia.
Ero troppo felice per pensare che qualcosa potesse andare storto.
Non avevo risposto a Stiles, sapeva che avrei fatto quel che mi aveva chiesto senza che gli dicessi nulla.
Mi chiedevo ancora perché volesse tornare a casa... proprio oggi, il giorno di Natale.

Alle 11:00 in punto mi ero messa in viaggio verso l'aeroporto, volevo essere lì in largo anticipo per potermi preparare emotivamente.
Sono arrivata alle 13:00, da lì a due ore avrei rivisto Stiles, non ci potevo credere!
È passato il tempo... 14:30, 15:30, 17:00...
Ora sono le 22:30.
Sono seduta su questa panchina da più di nove ore, e credo di aver bevuto più di sei caffè in attesa di Stiles.
Non ho intenzione di andarmene da qui.
So che arriverà, lui me l'ha promesso, lui deve tornare.
Non è il mio istinto da Banshee a dirmelo, è solo il mio cuore.

*****

Vedo una guardia avvicinarsi a me, e guardarmi con compassione, poi fa un lieve sorriso e dice: «signorina dovrebbe tornare a casa, è Natale è lei ha passato tutto il giorno in questo aeroporto, non per farmi gli affari suoi, ma dovrebbe andare a godersi la serata, Natale è solo una volta all'anno»
«sto... ecco io sto... aspettando una persona, è davvero importante.»
Non so perché ma l'osservazione della guardia mi ha davvero infastidita, forse perché una parte di me sta gridando che ha ragione.
«va bene signorina, ma secondo me ormai non arriverà più nessuno, Buon Natale» fa un altro sorriso triste, che ricambio
«buon natale» rispondo
Noto che l'uomo scuote la testa e poi torna al suo posto.
Guardo l'orologio.
Sono le 23:00.
Mando l'ennesimo messaggio a Stiles
Lydia: Stiles dove sei???
Precisamente è il ventunesimo messaggio senza riposta.
Sbuffo rumorosamente e rimetto il telefono nella borsa.
Dopo poco vibra.
Stiles: girati
Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti il suo petto.
Oddio è Stiles!?!? È proprio lui!?!?
Mi alzo dalla panchina e con le lacrime agli occhi lo abbraccio più forte che posso senza nemmeno averlo guardato in faccia.
«Stiles» sospiro
«Sono qui»
Sento le sue labbra sul collo e il suo profumo invadermi le narici.
È esattamente come lo ricordavo, e sentirlo di nuovo sulla mia pelle è cosí bello che non vorrei più lasciarlo.

«sono arrabbiata» dico guardandolo negli occhi, anche se ho ancora le braccia avvinghiate al suo collo.
La mia affermazione viene tradita dal mio sorriso di pura felicità, che non riesco a nascondere.
«non mi hai calcolata per ben cinque anni e poi mi hai fatto aspettare dieci ore in aeroporto, pensi davvero che io ti possa perdonare così facilmente?»
Lo osservo meglio e mi accorgo che ha i capelli più lunghi dell'ultima volta, in oltre si intravede un filo di barba.
È bellissimo, come sempre se non di più.
«Lydia...»
«sí?»
«posso baciarti?»
«fallo ti prego»
Le parole mi escono con un misto tra un lamento e una preghiera.
Lascio che si abbassi sul mio viso e che faccia scontrare le nostre labbra.
Appena riassaporo dopo tanti anni la sua bocca perfetta mi dimentico anche perché ero tanto arrabbiata.
Appoggio le mani sulle sue guance come se avessi paura che svanisse da un momento all'altro, o che si rompesse.
Ho paura che la nostra bolla di felicità possa scoppiare troppo presto in una pioggia di ricordi, ho paura di svegliarmi e trovare un altro biglietto d'addio.
Ho paura di perdere un'altra volta stiles, anzi ho paura di non averlo ancora.
«Ti prego non andare via, mai più» sospiro quando ci stacchiamo dal nostro lungo bacio, che ha attirato l'attenzione di tutti i presenti
«Ti giuro che non andrò più via» Sussurra.
Anche la sua voce sembra diversa... meno da ragazzino e più da uomo.
É passato troppo tempo
«sei bellissima» sorride, non posso fare a meno di sorridere a mia volta e poi lo abbraccio di nuovo.
«come faccio ad essere sicura che non svanirai ancora?» domando sempre stretta a lui.
«A proposito di questo...»
Oh no, ora mi dirà che deve ripartire, che non è tornato per stare con me per sempre, che non è pronto per ricominciare la nostra storia...
Ma che pensavo che accadesse infondo? Che venisse qui con un mazzo di fiori a chiedermi perdono per tutti questi anni in cui mi ha lasciata da sola!?
Forse un po' ci speravo.
«Lydia»
Mi fa staccare dall'abbraccio.
Quando sto per scoppiare a piangere però, appoggia un ginocchio a terra e mi guarda dal basso.
Fruga per un po' nella tasca dei pantaloni e poi estrae un cofanetto blu notte.
Oh mio Dio.
«Stiles!?»
«fammi finire» sorride
«Lydia Martin, so di non essere perfetto, so di non essere abbastanza per te, so di averti fatta soffrire andandomene e lasciandoti da sola, so che vorresti uccidermi per essere arrivato in ritardo, eppure so anche che mi ami, perché dopo tutto questo tempo ti sei precipitata all'aeroporto e mi hai guardato con quegli occhi felici, pieni di gioia... e di amore, e non posso sopportare il pensiero di averti tolto la felicità abbandonandoti.
Non so perché... io non mi merito nemmeno un tuo sguardo, ma so una cosa, so che ti amo Lydia, ti amo, e sarei pronto a morire per te, eppure ti ho lasciata da sola è vero, e ti giuro che vorrei prendermi a pugni per averlo fatto, ma ti giuro anche, che non accadrà mai più. Lo sai che mantengo le promesse, infatti, come promesso, non ho mai, nemmeno per un secondo, smesso di amarti, solo questo mi ha dato la forza di continuare a lottare, per te, la mia piccola biondo fragola, la ragazza... beh ormai sei una donna, più tenace e determinata di questo mondo, l'unica donna che amo.
Ti prometto che se mi perdonerai io ti proteggerò da tutto e da tutti, ammazzerò chi ti sfiorerà con un solo dito, combatterò ogni battaglia, anzi un'intera guerra per te.
Quindi... Lydia Martin, ti andrebbe di diventare la signora Stilinski?»

Credo di essere in lacrime da diversi minuti, tutto si è fatto sfocato, tranne lo sguardo speranzoso di Stiles.
Sento come un fischio nelle orecchie che mi impedisce di parlare.
Sono stordita.
Non so come, dopo un bel po', mi torna la voce, e il cervello ricomincia a collegare la bocca ai pensieri
«Sí, Sí Stiles» scoppio in singhiozzi stavolta, e mi catapulto su Stiles senza nemmeno essermi messa l'anello, solo a quel punto mi accorgo che quasi tutte le persone accanto a noi che ci stavano guardando hanno gli occhi lucidi, compresa la guardia!
«Ti amo Stiles!»
Prendo il suo viso tra le mani e lo bacio ovunque più volte, mentre ride della mia felicità.
Siamo praticamente rovesciati sul pavimento, ma in questo momento non potrebbe interessarmi di meno, e non sembra interessare neanche a Stiles
«Ti amo signora Stilinski»
Ridiamo insieme e ci tiriamo sù, poi mi infila l'anello.
È bellissimo, costellato di diamanti che brillano sotto la luce artificiale dei lampioni.
«Andiamo a casa?» chiedo a Stiles
«certo.»

//spazio autrice
:') i miei feels, sto morendo.
Vi piace questa one shot?

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