Chapter 2.

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“Aileen, perchè fai sempre così tardi?” Continuo a ripetermi alla ricerca dell'altra scarpa.

“Aileen, perchè sei sempre così disordinata?” continuo picchiettandomi la testa con il palmo della mano.

“Aileen, Aileen, perchè non presti mai attenzione a ciò fai, e a dove metti le cose?” Continuo a parlare, mentre ad ogni parola, alzo di un ottava il volume della mia voce.

“TROVATA! TROVATA! TROVATA! TROVATA! TROVATA! TROVATA!” urlo mentre tiro su la scarpa da sotto il mobile del salotto, e la indosso.

Ancora devo capire come caspita ci è arrivata la mia scarpa, sotto a quel malefico mobile.

E non è la prima volta che succede.

Già un'altra volta ci ho trovato il mascara che mi aveva regalato la mamma per il mio onomastico, l'anno scorso.

E credere che non era ancora finito, era un record.

Di solito lo cambiavo ogni mese, o al massimo ogni due.

Ma va beh, non è un problema ora.

L'unico vero problema, è che sono in super ritardo per il compleanno di Rosalita.

Mi ammazzerà sicuramente quando scoprirà che non sono arrivata in orario.

Non voglio morire giovane.

Non voglio farla arrabbiare. No no.

La cosa peggiore che tu potresti fare, è proprio questo: Fare arrabbiare Rosalita, è la peggior cosa.”

La frase di Johan mi continua a rimbombare nella testa. Quel ragazzo ha proprio ragione.

Santo fratello di Ros, ti adoro per avermi avvertito.

Manca un quarto d'ora all'inizio della festa, e sono ancora in casa.

Va bene che è a due minuti di macchina da qui, ma sono troppo lenta mentre mi cambio, trucco, pettino.

Mentre mi preparo in tutto.

Ros mi ha detto che sarebbe stato qualcosa di tranquillo, e quindi i vestiti mi aveva avvertito che sarebbe stato meglio se fossero stati molto casual.

E in più, mi aveva detto di portare il costume per fare un bagno.

Quindi avevo optato per i miei adorati shorts bianchi, e una canotta corta fino a sopra l'ombelico con le foglie di Marijuana sopra.

Adoro questa maglia.

E poi delle zeppe alte, molto comode.

Avevo sentito anche Oreline, Ros e Felfat per sapere come si sarebbero vestite, e anche loro avevano optato più o meno lo stesso outfit mio, quindi potevo stare serena.

I capelli li lascio sciolti, e piastrati.

Il trucco non lo so.

Sono in crisi.

Anzi, mi metto un po' di matita nera all'interno, tanto tanto mascara, sempre nero.

E un filo di eyeliner nero che termina alla fine della coda dell'occhio.

Perfetto. Posso andare.

Presi le chiavi della macchina, e la borsa, infilandoci dentro tutto il necessario occorrente.

Come ad esempio: Matita, mascara, eyeliner, portafoglio, il mio amato telefono, mentine, e le mie abituali gomme da masticare.

Spensi tutte le luci, chiusi a chiave la porta dell'ingresso e mi incamminai all'auto, che avevo parcheggiato nel vialetto.

The scream of adolescentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora