Il giovane Nidkheg

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Vi era un luogo dove i draghi vivevano felici, tra i lontani ghiacci del nord, pochi erano gli umani che osavano avventurarsi in quei luoghi, e loro potevano stare tranquilli, per tanto si costruirono un'unica grande casa per tutti, così da stare tutti vicini e aiutarsi l'un l'altro, ma avevano comunque modo di restare in contatto con il mondo esterno, e molti di loro furono sconvolti dalle notizie... soprattutto gli anziani che volevano mantenere la pace.

Il più sconvolto di tutti era Nidkheg, un giovane drago dell'aria, il padre era morto in un altro scontro contro Kyusuke, e lui era ora orfano, e presto avrebbe dovuto trasferirsi in una città lontana, dagli zii, e la cosa lo preoccupava molto... la città era dove vi erano tante persone, e lui non amava stare con gli altri, preferiva la solitudine, l'unica compagni che amava era quella di Tronco, un lupo che aveva trovato e aiutato, e che ora era il suo unico e migliore amico.

-Ragazzo, so bene che in questo momento ti senti solo e sperduto, ma ti assicuro che col tempo andrà meglio, ora che ne dici di preparare la tua roba? Sono certa che i tuoi zii adoreranno avere te e Tronco a rallegrare le loro giornate, non avere paura del futuro, sii pronto ad accoglierlo, in ogni sua sfumatura...- disse una vecchia donna entrando calma nella stanza dove il ragazzo riposava su un'amaca, sotto di lui il fedele lupo grigio riposava tranquillo.

-Siete voi la mia famiglia, perché andarmene?- chiese il ragazzo che osservava perplesso le sfumature del legno del soffitto, non degnava nemmeno di uno sguardo la vecchia donna dai lunghi capelli rosati, gli occhi neri e il trucco un po' pesante...

-Noi non siamo la tua famiglia, siamo amici di tuo padre, nulla di più, i tuoi zii sono la tua famiglia, e sono sicura che ti ameranno come un figlio, è sempre così... tu va da loro e prova di conoscerli un poco, sono sicura che tutto andrà per il verso giusto, ora prepara le tue cose, a noi mancherai ma saremo felici di sapere che sei con gente che ti ama... abbi fede nel legame del sangue che ti unisce ai tuoi zii- disse la donna posando sul ventre del giovane un libro, un vecchio diario dalla copertina distrutta dal tempo, aveva delle bruciature ma le pagine erano ancora ben leggibili...

-Questo è il libro dei miei antenati?- chiese il ragazzo alzandosi e prendendo tra le mani il libro, era davvero molto vecchio, ma a lui non importava, si tramandava nella sua famiglia da generazioni, e lui aveva desiderato sin da piccolo poterlo leggere come faceva sempre il padre quando era lì al rifugio.

-Si, il libro che si tramanda nella tua famiglia da generazioni, e ora è tuo, come vuole la tradizione e il legame del sangue, rispettalo e prepara le tue cose, partirai presto per raggiungere i tuoi zii, sono sicura che loro non vedono l'ora di abbracciarti e stringerti forte a loro, avanti...- continuò la donna uscendo leggera come una nuvola di polvere, lo stesso colore della sua vecchia veste.

Nidkheg scese dall'amaca e mise i piedi a terra, osservò Tronco guardarlo perplesso e lui rispose con una carezza sul muso grigio, prese la grossa valigia con cui era arrivata la madre anni prima, vi mise dentro le sue cose, i suoi vestiti, i suoi libri, e la cosa cui teneva di più, la foto della madre con lui da neonato tra le braccia, la ripose con cura sopra la roba, e poi smontò la sua amaca, dono del padre, e la riposa in valigia, quella era tutta la sua roba, e rimaneva molto spazio vuoto, ma non aveva intenzione di potarsi dietro anche i suoi giocattoli da bambino, li avrebbe donati, in fondo non ci giocava da molti anni...

Tronco però non era d'accordo, prese un vecchio peluche e lo mise nella valigia, voleva anche lui un ricordo di quel luogo che lo aveva cresciuto e curato per anni, il guinzaglio lo avrebbero tenuto fuori e usato durante il viaggio.

Quella sera i due dormirono sul vecchio divano di fronte al camino acceso, la mattina riaccesero le poche braci rimaste, dopo di che il vecchio Ittaki li portò all'aeroporto a valle coi cani da slitta, Tronco si divertì a fare un ultimo giro coi vecchi amici prima di prendere l'aereo per andare verso una città lontana e per loro sconosciuta, la città di Garven, dove vivevano gli zii di Nidkheg, che lo attendevano curiosi di conoscere il ragazzo, di vederlo per la prima volta dal vivo, l'unica volta che lo avevano visto era stata con una fotografia, nulla di più che una vecchia foto del piccolo in fasce tra le braccia della madre...

Nidkheg era nervoso, andò a sedersi al suo posto, al suo fianco Tronco, oltre vi era il finestrino, e oltre il cielo e con le sue nuvole candide che si spostavano veloci, e sotto di loro ogni tanto si vedevano terre meravigliose, dove il bianco della neve ben presto lasciò il posto a un bellissimo verde intenso interrotto solo dal grigio delle città... e quando arrivò la notte dall'aereo si vedevano tante luci sottostanti, luci che si intrecciavano in spettacoli meravigliosi...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 10, 2019 ⏰

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I Discendenti dei DraghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora