Capitolo Due

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"Buongiorno Skye! Ho preparato la colazione. Spero che ti piacciano, uhm, i toast bruciacchiati."

Prendo posto su una delle sedie in cucina e mi stropiccio gli occhi.

Joy mi porge un piatto con dei toast neri.

Sbadiglio. "Tranquilla, si sistemerà tutto con un po' di marmellata."

"Oh, ne sono contenta!" Esclama prendendo posto vicino a me.

Spalmo un po' di marmellata all'ananas su due fette di toast e ne porgo una a Joy, mentre addento l'altra.

"Cazzo! È proprio bruciata." Rido facendo una smorfia.

Joy trattiene una risata e fa finta di farmi il broncio.

Mi alzo dalla sedia dopo aver finito la mia piccola colazione, e vado a vestirmi togliendomi di dosso il mio pigiama, che consiste in dei pantaloncini e una canotta, con delle pizze disegnate sopra.

Mi infilo i miei leggins dell' Adidas, una canottiera bianca con su scritto 'angel' in stampatello minuscolo.

Mi infilo ai piedi le mie Fila, e mi trucco leggermente con un po' di mascara.

"Dove vai?" Chiede curiosa Joy mentre da una sistemata alla cucina.

"Vado a fare un giro per l'università."

"Oh, okay. Hai per caso delle chiavi in più? Uscirò anche io tra poco..."

Arriccio le labbra pensando.

Se non sbaglio dovrei avere delle chiavi di riserva...

Frugo nel piccolo armadio in salotto, e trovo una copia delle chiavi di casa. "Si eccole! Tieni."

Gliele lancio, le prende al volo e mi saluta ringraziando.

Esco di casa, e appena scendo vedo la mia macchina parcheggiata proprio davanti a me.

Mio padre mi voleva prendere una Mercedes o una Maserati, ma mi sembravano un po' troppo, quindi ho optato per una fiat 500 rossa.

Ci salgo su, e dopo aver messo in moto parto.

Già da casa, grazie all'aiuto di Google Maps, mi sono memorizzata le strade, così posso arrivare facilmente a scuola senza perdermi.

Ho calcolato anche il tempo che ci impiego, da casa mia fino a scuola, ci metto esattamente venti minuti, e per trovare parcheggio, beh sinceramente non lo so.

Quindi basterà partire ogni mattina almeno trenta minuti prima ed è fatta.

Oggi dato che è domenica, trovo facilmente un posto nel parcheggio della scuola.

La scuola è grande, e sinceramente mi piace tanto.

Non volevo andare ad un posto lussuoso, e qui non è né moderno né vecchio. Mi sento già a mio agio.

"Cosa posso fare per te?" Domanda annoiata la donna seduta allo sportello della segreteria.

Ha i capelli marroni, con alcune ciocche grigie, porta degli occhiali appesi al collo con una catenina d'argento, avrà all'incirca una cinquantina di anni.

"Salve, devo ritirare i miei orari." Serro le labbra iniziando a dondolarsi sui talloni.

Che situazione imbarazzante. Ci sono solo io qui, e la tizia non sembra molto socievole.

"Nome e cognome." Sospira mettendosi degli occhiali da vista, e accendendo il computer.

"Skye Miller."

Assottiglia lo sguardo guardando qualcosa su quel ferro vecchio, e poi sorride.

"Sei la figlia di Cloe Maryn."

Annuisco incuriosita. "Perché?"

"Veniva qui, non te lo ha detto? Era la mia studentessa preferita. Passavamo ore a parlare. Tua madre era proprio una brava ragazza."

Resto stupita. Mia madre non mi aveva detto tutto ciò.

È per questo allora che papá ha ceduto così facilmente?

"In ogni modo, ecco i tuoi orari." Dice dopo aver preso un foglio appena uscito dalla stampante e porgendomelo.

Leggo velocemente il mio orario, domani come prima ora ho matematica per due ore, poi un ora di spagnolo, dopodiché abbiamo la pausa pranzo, ho un ora di chimica e come ultima ora ho letteratura inglese.

Decido di andare a dare un occhiata in giro, così almeno domani evito di perdermi.

Appena svolto l'angolo trovo la classe di matematica.

"Quindi? Dove sono?!"

Corrugo la fronte.

Se non sbaglio non ci dovrebbe essere lezione...insomma è domenica!

Mi sporgo dallo stipite della porta, ma non vedo nessuno.

Decido di entrare. Sono sicura di aver sentito una voce maschile.

I banchi sono quelli non separabili, dove ci si deve sedere a coppie.

Infondo intravedo una chioma castana.

"No voglio tutto oggi." Sento di nuovo sussurrare. "Carter portami quel cazzo di pacco oggi!"

Sussulto, il ragazzo si alza da terra e spegne il cellulare, avvicinandosi a me con uno sguardo minaccioso.

"Tu non hai sentito niente. Va via prima che mi incazzi."

Ha i capelli castani, gli occhi color nocciola, è alto più di me e ha un fisico scolpito.

Lo guardo male, ma chi si crede di essere sto qui?

"Huh." Emetto un verso per prenderlo in giro e mi volto uscendo dalla classe.

Appena raggiungo lo stipite della porta rivolgo un ultimo sguardo a quel ragazzo.

"Comunque questo è un luogo pubblico." Dico prima di andarmene.

Che urto questo genere di ragazzi. Non hanno un minimo di rispetto.

Scuoto la testa ed esco dalla scuola. È già l'ora di pranzare.

***

Apro la porta, forse Joy non è ancora tornata.

Sospiro stanca mentre appoggio le mie chiavi sul bancone della cucina.

Mentre mi dirigo in camera mia sento la voce di Joy.

Ah allora è tornata, sarà nella sua stanza a parlare al telefono con qualcuno.

Oh, parlando di cellulari, devo chiamare mia madre.

Cerco subito il suo numero nella mia rubrica e aspetto che risponda.

"Pronto? Ciao tesoro!"

"Ciao mamma!"

"Com'è andata oggi? Sei andata a vedere la tua scuola?"

"Si, ma non mi avevi detto che andavi lì anche tu. E che conosci la signora alla segreteria."

"Ah...ehm...sorpresa!"

Rido. "Perché non me l'avevi detto?"

"Devo essere sincera?"

"Si mamma."

"Me ne sono completamente scordata."

Mi sbatto il palmo della mano sulla fronte e sospiro.

"Stai meglio?"

"Si certo! La gamba è del tutto guarita. E tuo padre mi lascia gironzolare per il giardino."

"Ah bene! Mi raccomando prendi le medicine."

"Certe volte sembri proprio tuo padre!"

"Gnee!"

La sento ridere dall'altra parte del telefono. "Oh, eccolo,mi sta chiamando, devo andare. Ciao tesoro! Ci sentiamo domani!"

"Ciao mamma!"

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