NEVERMIND

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"It's not easy but engrave it onto your chest"

E l'ho fatto, l'ho inciso sulla mia pelle e non potrà più andare via.

«Se pensi di essere sul punto di schiantarti, accelera» è ciò che mi avevi detto per tirarmi su di morale quando la sera ero corso nella tua stanza per essere consolato dalle tue braccia dopo una giornata faticosa.

«Non puoi arrenderti, siamo ancora troppo giovani per essere schiacciati da coloro che non ci capiscono e provano a ostacolarci» mi avevi sussurrato all'orecchio mentre mi stringevi a te, la mia testa nascosta nell'incavo del tuo collo e le tue mani ad accarezzare il mio fragile corpo.

«Non puoi cambiare le idee delle persone» avevi risposto alle mie silenziose suppliche di aiuto mentre avevi portato due dita sotto il mio mento per sollevarmi la testa e asciugare gentilmente le lacrime che scendevano lungo le paffute guance.

«Piuttosto vai avanti, lotta e sopravvivi imparando a fregartene dell'opinione altrui» mi avevi guardato con quegli occhi pieni di amore, di dolcezza, di attenzione nei miei confronti.

«Sai benissimo che non riesco. Non da solo. Non se continuano a scrivere tutte quelle cattiverie su internet o, addirittura, a urlarmele davanti» avevo usato la mano per eliminare le gocce che mi si erano depositate sotto al naso, asciugandole con l'aiuto della manica più lunga del mio braccio.

Mi hai detto più volte che mi comportavo come un bambino, mi hai detto che sarei dovuto essere più maturo per certi aspetti, che avrei dovuto prendere coscienza del mondo esterno e cavarmela da solo perché non sempre avrei avuto qualcuno accanto che mi avrebbe dato una mano.

Poi hai fatto quel bellissimo sorriso che non davi occasione di vedere tanto facilmente e che mi scioglieva il cuore. Mostravi quei piccoli dentini che ho sempre amato e sempre continuerò a fare. L'hai detto con così tanta serenità che mi hai dato il coraggio di alzarmi dall'ennesima caduta e correre senza mai fermarmi.

«Non importa» dieci lettere che mi hai insegnato ad usare come mantra, che non smetterò mai di ripetermi perché me l'hai consigliato tu: non posso continuare a vivere pacificamente se continuo ad ascoltare quello che gli estranei pensano di me.

Prima non lo sapevo però, non ero a conoscenza del fatto che avrei dovuto tenerle sempre a mente perché c'eri tu che mi aiutavi a farlo.

Lo ripetevi continuamente, per ogni cosa, tanto che sono arrivato al punto di pensare che non ti interessasse veramente e lo dicevi solo per sbarazzarti di me più velocemente.

«Oh, s-scusa. So che ti da f-fastidio che faccia cose da b-bambino» avevo allontanato dal mio volto la stoffa della maglietta che avevo usato come fazzoletto.

«Non importa, -avevi incastrato i tuoi occhi ai miei per quelle che sembravano ore ma che in realtà erano solo pochi secondi- devo dire che mi piace quando fai così e sono obbligato a coccolarti» e gli angoli delle tue rosee e sottili labbra si erano sollevati leggermente verso l'alto.

«N-non voglio che per te s-sia un obbligo. Torno n-nella mia s-stanza allora» facevo per alzarmi dalle tue gambe ma, una volta messi i piedi a terra, il polso era stato circondato dalle tue calde dita ed ero stato costretto a riavvicinarmi a te, cadendoti addosso.

Con rapidi movimenti eri riuscito a farmi adagiare completamente sul materasso del tuo letto ritrovandomi a pancia in sù, con il tuo braccio a circondarmi la vita, i miei capelli disordinati a solleticarti la fronte e il tuo respiro caldo a sbattere contro la mia clavicola, creando un contrasto capace di darmi i brividi lungo tutto il corpo.

«Sei uno stupido, io voglio che tu venga da me quando hai bisogno di un po' di calore» mi avevi stretto di più, avvicinandomi maggiormente al tuo corpo per sentire realmente quel calore di cui tanto parlavi.

never  mind {m.yg + p.jm}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora