Jessie's Pov.
Si, io, Jessie, o meglio... Psyco J.
Sono stata sconfitta, ero debole, e questa è la punizione che mi spetta, la sconfitta... O forse no...
Quando li odio, lui e la sconfitta, due cose che non riuscirò mai a sopportare... Ma sopratutto lui... Lui é la cosa più insopportabile e schifosa che abbia mai conosciuto e scoperto...
Ma io non mi arrenderò...Ero una bimba di 7 anni, felice e senza molti problemi, si, ne avevo problemi, ma erano quelli delle bambole, che o non ne avevo mai abbastanza, o si rompevano oppure ancora volevo proprio quella specifica bambola che mostravano alla tv che poteva cantare, poi aveva un intero set di vestiti da cambiare... Quanto la adoravo e desideravo, infatti facevo di tutto pur di ottenerla.
Poi, in un caldo giorno primaverile, dove i fiori sbocciavano, gli animali nascevano, ed era tutto più nuovo e vivo, i miei decisero di farmi una sorpresa.
Quel giorno, saremmo stati tutto il dì fuori casa a mangiare gelati, divertirci al parco e infine... La sera mi portarono al negozio di bambole e mi comprarono proprio quella bambola... Sì, proprio lei.
Ero talmente felice che sentivo il mio cuoricino battere forte e sentivo quasi di scoppiare dalla felicità, quando vidi che me la diedero fra le mani.
Quando eravamo in macchina in viaggio verso casa, la stavo togliendo dalla sua scatola delicatamente, con quella piccola lucina negli occhi che ha ogni bambino quando è felice.
Poi ad un tratto, non sapevo perché, mamma e papà cominciarono a gridare e subito dopo... Non capivo più niente quando mi risvegliai, mamma che mi urlava di correre, papà che chiedeva pietà ad un ragazzo che io non riuscì a vedere bene a causa dell'impatto che mi sfocò la vista momentaneamente, poi capì, riprendendo un poco la vista...
Mamma e papà erano morti, bloccati dall' auto per via dei colpi di coltelli nei loro cuori, e il ragazzo che mi prese per un braccio e mi trascinò con se verso il bosco.
Poi sentì una grande botta alla testa, dopo che mi lasciò quando vide la polizia avvicinarsi, stava cercando di uccidermi, fallendo miseramente, e mi risvegliai in ospedale, 5 settimane dopo.
Al risveglio cominciai a piangere disperatamente, chiedendo dei miei genitori, e mia nonna, una grande donna, mi spiegò tutto nel più semplice dei modi.
Nel tempo mi argomentai su questo fatto, dai telegiornali, dalla polizia, dai testimoni che erano arrivati al rumore delle sirene quella sera... E arrivai al suo nome, al nome della persona che mi rovinò la vita è quella di altre migliaia di persone... Jeff, meglio conosciuto come "Jeff the killer".
Quanto odiai e disprezzai quel nome (anche tutt'ora) e una cosa era certa:
Io volevo la mia vendetta.