Prologo-parte 1

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15 agosto, 1855

Era una fredda notte buia sulle Alpi, una coltre di nebbia ricopriva tutta la valle circostante. Il vento soffiava forte, stridendo al passaggio tra le fronde dei numerosi alberi, l'atmosfera era tetra e cupa.

Annabelle stava attraversando il bosco in tutta fretta, per una signorina non è bene stare da sola a quell'ora della notte in circostanze così inospitali; ma per la ragazza poco contava l'etichetta impostale dalla sua benestante famiglia, il il pericolo o  freddo. Lei era innamorata, e proprio verso il suo amante correva in quella fredda notte di ferragosto.

Al limitare del bosco dovevano incontrarsi, quel bosco che separava le loro case, così diverse. Lui, umile falegname, aveva poco più che una capanna mentre Annabelle, figlia di ricchi proprietari terrieri, viveva in un grande casale dalle pareti bianche, con un ampio giardino pieno di fiori colorati e dai mille profumi. Proprio da quel casale paradisiaco fuggiva con tanta fretta la bella diciannovenne dai capelli dorati, ansiosa di essere nuovamente tra le braccia del giovane conosciuto qualche giorno prima nella piazza del paese.

I rami secchi scricchiolavano ad ogni passo della giovane che più volte rischiò di inciampare; finalmente da lontano apparve la luce di una torcia. Era lui, Robert, un giovane alto e misterioso, con un fisico temprato dal duro lavoro e neri capelli lunghi raccolti in una coda.

Gli occhi di ghiaccio furono la prima cosa che Annabelle notò quando lo conobbe, erano magnetici, avrebbe potuto fissarli per ore; così limpidi ma che parevano celare enormi segreti,fascinosi e inquietanti, erano i più belli che la ragazza avesse mai visto.

Con gli occhi color nocciola pieni d'amore Annabelle gli corse incontro e si strinse forte al suo ampio petto respirando a pieni polmoni il profumo rassicurante del suo amato.

Lui, poggiando le mani sul vitino stretto di lei le diede un lungo e appassionato bacio stringendola forte a se. Questo è il paradiso- penso Annabelle. Robert le prese una mano e la tiro dietro a sé, le fece chiudere gli occhi e la condusse in un grande campo isolato, separato dal paese da una spessa cinta di vegetazione.

Si sdraiarono sull'erba a guardare le stelle e un profondo senso di pace li invase. Erano solo loro, la natura e le magnifiche stelle, splendenti nel cielo limpido. Tutto era perfetto e così, tra baci e dolci carezze, Annabelle si lasciò sopraffare dal sonno e si addormentò tra le braccia forti e sicure di Robert.

Le prime luci dell'alba svegliarono Annabelle da un sonno profondo e senza sogni. Il suo sguardo andò subito all'amante e, ritrovandolo al suo fianco, sorrise compiaciuta; solo quando si girò su un fianco per baciarlo si rese conto che la sua pelle non aveva più il solito colorito abbronzato, ma era pallida e fredda, inespressiva.

Lei fece rapidamente scorrere il suo sguardo sul corpo di lui e la vide: una profonda lacerazione tra lo sterno e l'inguine da cui erano usciti fiotti di sangue a giudicare da quanto era inzuppata di umori la sua camicia bianca.

Robert era morto. No, Robert era stato assassinato.

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