Capitolo 1

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9 agosto 2014

Mi svegliai di soprassalto, scossa da un incubo ormai ricorrente.

Accesi il telefono e guardai l'ora, le 4.32, era la terza notte che mi svegliavo alla stessa ora, strano.

"Dovrei tornare a dormire" penso "alle 6.00 devo svegliarmi per andare in montagna".

Ma l'incubo continuava a tormentarmi, sempre lo stesso, una donna con il volto coperto dai lunghi capelli biondi, in un campo che piangeva. Piangeva ed urlava, senza mai smettere di lacrimare, si avvicinava a me arrancando e si accasciava a terra; puntualmente a quel punto mi svegliavo, era inquietante.

Continuando a pensare al sogno trovai lentamente pace tra le braccia di Morfeo .

6.00: sveglia.

Spensi faticosamente la musichetta proveniente dal mio telefono e svogliatamente mi alzai dal letto.

Aprì l'armadio e mi guardai allo specchio, i miei piedi nudi erano contratti per la differenza di temperatura tra il letto caldo ed il parquet, lo smalto nero sulle mie unghie era rovinato, avrei dovuto rimetterlo prima di partire; dovevo essere perfetta.

Le gambe magre erano scoperte, nascoste solo nella parte alta da una maglia decisamente troppo grande per me che usavo come pigiama. I miei lunghi capelli mori e ricci erano spettinati a mo di siepe, andai in bagno per darmi una sistemata; 10 minuti dopo mi diressi verso la cucina, scesi le scale giusto in tempo per sentire mia madre urlare "Viola! Muoviti che la colazione è pronta". "Arrivo!" Urlai di rimando.

Mi sedetti a tavola e mia madre mi portò una tazza di latte con i cereali, il solito; finì tutto in un baleno, dovevo ancora truccarmi e alle 7 avrei dovuto essere nel parcheggio della parrocchia. Stavamo per partire per una settimana di ritiro in montagna, 12 ragazzi e due animatori, uno spasso; ma il vero motivo per cui ero così impaziente di partire era Roberto: un bellissimo ragazzo di 19 anni, 3 in più di me, con cui c'è sempre stata una certa chimica, non vedevo l'ora di passare una settimana con lui.

Corsi in bagno e misi un filo di mascara sulle mie lunghe ciglia per far risaltare i miei grandi occhi blu, che erano l'unica cosa che amavo di me. Indossai degli shorts di jeans e una canotta bianca, delle converse bianche e legai i capelli in una coda alta. Pronta!

Entrai in macchina con mia madre che ovviamente mi fece le ultime raccomandazioni ma non la ascoltai. La mia mente era completamente concentrata su Roberto, speravo sarebbe successo qualcosa durante questi giorni.

Arrivata nel piazzale della chiesa il pullman delle gite era già pronto a partire. Riposi la mia valigia nel bagagliaio e salii sul mezzo. Mi sedetti affianco a Mara, una ragazza paffutella con un viso simpatico e perennemente costellato di lentiggini, era una delle mie migliori amiche. Lanciai un ultimo sguardo fuori e salutai mia madre.

Si parte.

AnnabelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora