Prefazione

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Lasciarsi andare è difficile, è un po' come non avere più paura, paura di sognare, di buttarsi, di vivere la vita.

La paura ti intrappola, ti rinchiude in una prigione senza farti uscire. E' un po' come un buco nero, senza via d'uscita.

E, sapete...la verità è che la mia vita sarebbe stata così, senza fuga, anzi non sarebbe stata vita, se non avessi scelto di cogliere quell'opportunità.

<< Questo è un sogno di carta. Se te ne vai ora, salverai il tuo cuore, ma se rimani saremo la tua rovina>>, leggo le parole tratte dal libro Paper Princess ,perdendomi in uno di quei libri che a primo impatto possono sembrare superficiali, banali, ma che in realtà aprono uno spiraglio, ti fanno sognare, sperare nel fatto che quando tutto sembra terribile, disperso, le opportunità arrivano, ti travolgono e ti pongono ad un bivio, davanti ad una scelta, che inequivocabilmente definirà il tuo destino.

Un po' come Ella, la protagonista, mi sento persa, mi sento alla fine di una strada, di un capitolo.

Guardo il mare, leggo, gioco, ma poi mi guado intorno e penso alla mia famiglia, a mia madre, quella donna speciale di cui non so fare a meno e guardo mio fratello, l'orso dalle grandi spalle, e così penso che lasciare tutto questo sarebbe un po' come tradirli, abbandonarli. Rifletto ancora ed il mio pensiero va agli errori, che , restando qui, mi rincorreranno sempre, che mi divorano e mi fanno venir voglia di scappare. Penso alla mia ingenuità, alla mia generosità e al mio essere innamorata dell'idea dell'amore, che mi fa cadere in un tunnel senza fine, un po' come la mia storia con Giacomo, sempre se si può chiamare storia, sapete sono sempre stata una perfetta regista soprattutto quando si tratta di sognare l'amore per me.

Avete presente quelli che leggono storie d'amore fino allo sfinimento, guardano serie tv dove il bel tenebroso si innamora della bella principessa? Esatto io sono più o meno così: la perfetta crocerossina, che non si arrende, che è convinta di poter cambiare le persone, di addolcirle. Una sindrome molto grave insomma.

L'estate è finita. Test di Medicina, fatto...e si sono entrata.

Sarei anche la persona più felice del mondo, se ciò non significasse partire, trasferirmi e ricominciare tutto dall'inizio e lasciare la mia famiglia, amici.

Studiare a Oxford sarebbe un'opportunità incredibile per non dire un sogno che finalmente si realizza e che avrà il suo coronamento con la specializzazione nella grande Manatthan. Magari papà se ci fosse stato avrebbe eliminato molte di queste pippe mentali e proprio mentre alzo lo sguardo verso il cielo, sento <<Elisabetta!! Sali>>, mi volto ed ecco mia madre, una donna alta, un fisico perfetto per i suoi quasi quarantacinque anni, occhi speciali, occhi di una guerriera ed è proprio guardandola che la paura passa, che dentro di me, la gratitudine che sento mi fa così tanto gioire che i dubbi spariscono all'istante , perché so che qualsiasi siano i km che ci separeranno, avrò sempre un posto in cui tornare, un posto in cui non ci saranno più tunnel che mi risucchiano, ma ci sarà una casa, una famiglia, che sia di sangue o elettiva, avrò sempre un posto. Ho la consapevolezza che il mio essere ambiziosa mi porterà ad avere non una sola famiglia, ma ben tre, tanti quanti i miei viaggi e ognuno sempre più straordinario.

A distogliermi ancora dai miei pensieri e mamma che mi urla <<Ma ti sei imbambolata?>>, sorride, io sorrido. Mi vesto, riempio la borsa e salgo, con la consapevolezza che a breve comincerà un nuovo capitolo.



Vivo di sospiriWhere stories live. Discover now