CAPITOLO 2

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"Hai davvero intenzione di farmi visitare la scuola?" Mi chiese il moro.
"Cosa? Non è questo quello che mi ha chiesto il preside? E non è quello che tu dovresti fare?"
"Certo, ma non è quello che ho voglia di fare" disse in tono ovvio.
"Beh dobbiamo farlo, altrimenti andrai tu a dire al preside che non hai voglia"   "Oppure..possiamo andare a farci un giro per conoscerci no?"
"Non pensarci neanche, io me ne vado"   "Bene allora dirò io al preside che sei andata via nel mezzo della guida "turistica" "
Mi girai di scatto e gli lanciai un'occhiataccia.
"Facciamo così, io ti faccio il giro della scuola mentre tu stai zitto, oppure vado dal preside e chiedo di essere sostituita" dissi così a voce decisa.
"D'accordo, come vuoi" disse.
"Seguimi" senza girarmi capi che mi stava seguendo.
"Qua, c'è il laboratorio di chimica" dissi mentre indicavo una porta verde.
"Mentre più in fondo all'ultima porta c'è la palestra"
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19.05

Il pomeriggio era andato bene, lui continuava a fare battute ma erano gradevoli, dopo invece  sono tornata a casa, e ho studiato per l'interrogazione di francese, o almeno ci ho provato dato che nonostante mi fossi fermata 2 ore sul secondo capitolo, non avevo ancora capito niente.

Erano già le 23.00 quando fu la ventesima volta che mi rigiravo di qua e di là nel letto.
Non riuscivo a dormire, non avevo sonno così mi misi a leggere un libro preso a caso dalla libreria.

Cercai di aprire gli occhi ma sembravano appiccicati, ma nonostante questo riuscivo a notare un leggero fascio di luce che entrava dalla finestra.
Mi spostai a destra per accedere la luce.
"Porco cacchio" urlai dal dolore, succedeva sempre, ogni mattina è previsto che il destino mi faccia cascare da questo maledetto letto.
Mi alzai ancora dolorante e mi diressi in bagno, dove presì subito lo struccante e una salvietina per togliere quel mascara ormai colato.
Appena finita la doccia scesi in cucina e mangiai al volo una fetta di pane con la marmellata e uscì di casa.

Arrivata in cortile  senza accorgermene mi scontrai con una persona, alzai la testa per guardare meglio, ed è proprio lì che avrei preferito non guardare e andare avanti.
"Sta attenta nana"  "Non puoi parlarmi così solo perché sei popolare Colton"
Sputai schifata, "E tu non puoi sbattere contro la gente solo perché sei una Rodriguez", lo guardai male e me ne andai via, sentendo però la sua risata unita a quella dei suoi stupidi cagnolini.

Andai nel mio stesso posto, quello dove non c'era mai nessuno, o almeno prima di sta mattina.
Un espressione di disgusto si formò sulla mia faccia quando vidi l'immagine di alex e Margaret  limonarsi a più non posso, dovevo però passare di li per andare dentro scuola così decisi di passare lo stesso, ma sbandata come sono, incianpai in un sasso, "oh caspiterina" imprecai a voce bassa. Alzai la testa e notai che era rimasto solo Alex che mi stava fissando, mentre cercava di trattenere le risate.
"Wow, da quando non sentivo la parola caspiterina?Ah no aspetta, hanno smesso di dirla molto prima che nascessi" ma non troppo bassa per Alex, a quanto pare.
"Sta zitto"
"Stavo soltanto scherzando Beatriz, un pò di gioia dai" scoppiò a ridere per il suo stesso tono che aveva usato per proferire parola, ma io feci tutto tranne che ridere.
"Ho un'interrogazione di francese, Colton e suoi amici sono sempre piu insopportabili, e Margaret ha già trovato un'altra preda da consumare nel mio posto" dissi velocemente, riferendomi ovviamente a lui alla fine.
"In realtà l'ho trovata io" disse.
"Non mi importa, ora se non ti dispiace me ne vado" fecì per andare,
"Aspetta" sentì tirarmi per un braccio.
"Possiamo andare a farci un giro così, tu ti calmi e salti l'interrogazione di francese, che ne dici?"
"Sei impazzito o cosa? Assolutamente no Alex."
"Eh dai, perché no? Non dirmi che non lo hai mai fatto." Disse improvvisamente serio.
"Io non faccio queste cose, io non sono cosi"
"E mai lo sarò" dissi prima che lui possa aggiungere qualcos'altro.
"Da oggi comincerai, dai, solo due ore poi torneremo, e ci inveteremo una scusa, non ci scopriranno mai, forza Beatriz, c'è sempre una prima volta, ed ora è giunta la tua"
"Va bene, ma solo due ore" Incredula di ciò che stessi dicendo anche io, mi misi al suo fianco, per andare fuori senza che nessuno ci veda.
"Ti presento la mia ragazza"
Cosa? Ha una ragazza? E io dovrò fare da terza incomoda? No, okay, sapevo che sarebbe  stato meglio rifiutare.
Si spostò leggermente, per far apparire dietro di sè una moto, una bellissima moto, ma sulla quale io non ci sarai mai salita.
"Bella eh?" Disse notando la mia faccia sorpresa.
"Si stupenda ma non salirò mai."
"Poche storie" disse passandomi il casco.
Lo presi senza aggiungere altro, ormai consapevole del fatto che se avessi provato a dire no, avrebbe ricominciato con i discorsi di prima.
Non posso crederci che lo sto veramente facendo,  so che me ne pentirò presto. Ma la curiosità ha sempre il meglio su di me.

NIGHTMARE OR DREAM?Where stories live. Discover now