Roxen e Alexander - Se la storia fosse andata diversamente

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Prima di leggere volevo avvisare che questa one shot prende vita dal mio libro Prophecy - Ruby, i protagonisti sono gli stessi, ma viene narrata una storia diversa come se quello che accade nel libro non fosse mai successo e di come si sarebbero svolte alcune dinamiche. Potrebbe essere un po' spoiler per certe cose per chi non ha finito di leggere Prophecy. Detto ciò vi lascio alla lettura, spero che sia dono gradito agli affezionati e che invogli i nuovi lettori ad andare a conoscere i veri fatti della storia. Buona Befana a tutti!

Roxen vide da lontano Algidea e Riscke fare ritorno al villaggio. Era affacciata alla finestra della sua camera, intenta a fissare distrattamente in direzione del Castello di Bran. Il cuore le balzò in gola per la gioia, si precipitò giù dalle scale, attraversò la cucina, dove sua madre e sua nonna stavano preparando dolci e delizie varie per il Yule* e corse fuori spalancando la porta.

Dietro Algidea e Riscke stava suo padre, che camminava poggiandosi a un bastone. Roxen rimase per un secondo impietrita: suo padre era stato ferito. Subito però scosse la testa pensando positivamente: era vivo e quello era ciò che contava davvero.

A passi veloci lo raggiunse e con le lacrime agli occhi gli posò un braccio attorno alle spalle e lo aiutò a raggiungere casa.

Mildred uscì sul prato, pulendosi le mani sul grembiule e vedendo il marito mal concio trattenne un singhiozzo, ma anche lei si fece forza e lo attese sulla soglia. Sapeva perfettamente che l'uomo odiava essere guardato con pena, troppo orgoglioso per accettare l'aiuto altrui. Solo quel diavolo rosso di sua figlia riusciva ad aggirarlo, mettendolo a tacere incurante delle sue proteste.

- È finita, signori. La guerra è finita – disse Riscke sorridente, mentre con una mano dava una pacca sulla spalla di Algidea.

La donna dai capelli corvini barcollò sotto la forza del demone, ma subito riprese equilibrio scoccandogli un'occhiataccia. - Fortuna che alla fine ti sei unito a noi, altrimenti avrei dovuto farti fuori – un sorriso sghembo apparve sul volto di entrambi.

Mildred rise di gusto e quando Roxen le passò accanto col padre le lanciò un tacito sguardo di approvazione. Ioan però si arrestò sull'uscio e sussurrò a Roxen di lasciarlo andare. L'uomo si eresse fiero, soffocando il dolore che la gamba ferita gli provocava e con decisione afferrò la moglie per la vita, stringendola a sé.

Mildred non riuscì più a trattenere le lacrime e abbracciandolo gli bagnò tutta la giacca sdrucita. - Ioan, amore mio – singhiozzò mentre le dita del marito le accarezzavano la folta chioma color ciliegia.

- Sono qui e non vado più via, abbiamo vinto. Ora siamo in pace – le sussurrò caldo all'orecchio.

Roxen, imbarazzata, li lasciò soli e si rivolse ad Algidea - È tornato anche il signor Kropowskji? -

La strega sorrise beffarda – Che c'è? Muori dalla voglia di andare al Castello, piccola Roxy? -

Roxen avvampò sotto lo sguardo malizioso della donna e imbronciata sbottò – Posso andarci quando voglio al Castello, non mi servono scuse. È tornato sì o no? - si mise le mani sui fianchi con fare impaziente.

- Sì è tornato, ma Roxy... a Bran c'è fermento. Sta attenta – l'ammonì la strega.

La ragazza la guardò incuriosita – Che vuol dire? -

Algidea e Riscke si lanciarono un'occhiata eloquente, poi la donna si rivolse di nuovo a lei - È morto il Principe delle Tenebre: uno dei demoni della fazione nemica aveva un manufatto della Sterminatrice e l'ha ucciso a tradimento, colpendolo alle spalle. -

Roxen spalancò gli occhi capendo immediatamente cosa stava a significare tutto ciò. Sollevò il cappuccio ricoperto di pelliccia di montone, afferrò i lembi della lunga gonna di lana cotta e senza dire nulla iniziò a correre in direzione del Castello, attraversando a per di fiato tutta la Foresta Incantata.

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