Il ragazzo che faceva parkour

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Simone si arrampicava sugli alberi e sulle grondaie da quando era piccolo, per sfuggire ai bulletti della scuola che lo perseguitavano.
Spiderman era il suo idolo e il suo sogno era poter lanciarsi da un palazzo all'altro come faceva lui!
La notte usciva dalla finestra senza far rumore e se ne andava in giro per la città, salendo su terrazzi, tetti, davanzali e osservava il panorama dall'alto. Era stupendo vedere tutto da lassù, il mondo gli sembrava immensamente piccolo e lui si sentiva libero.
Di giorno faceva in modo di passare inosservato quanto più poteva, ma il suo carattere un po' scontroso gli rendeva difficile la cosa, specie coi professori e le ragazze.
In realtà aveva molti amici, i più intimi sapevano delle sue doti di "arrampicatore" e a volte si avventuravano con lui su per i tetti.

- Diamine ragno! Stai sempre in mezzo! - Antonio, detto Tony, gli era andato a sbattere contro e aveva dato la colpa a lui come al solito. 

Era uno di quei bulli che gli davano il tormento dalle elementari, e per sua sfortuna se l'era trovato sempre nella sua stessa scuola!

Simone lo ignorò e tirò dritto, non voleva assecondarlo.

- Potresti almeno chiedere scusa...ragno! - continuò Tony afferrandolo per la felpa. Simone si fermò e guardò di sbieco la mano di Antonio sulla sua maglia.

- Lasciami andare Tony - disse calmo. 

- Altrimenti? - lo provocò quello.

Simone strinse i pugni, se lo avesse picchiato questa volta lo avrebbero sospeso.
Antonio sorrise furbo - Ops! Il ragnetto non può fare nulla...sennò mammina lo metterà in punizione! -
Il sangue gli ribolliva nelle vene.

- Se non glielo dai te un pugno glielo do io...mi state intralciando la strada! - Sofia martellava il piede a terra irritata.

Sofia era la ragazza più bella e tosta di tutta la scuola, seconda solo ad Alice.
Loro erano nemiche/amiche: si conoscevano dalle elementari, e ogni volta che ad una piaceva un ragazzo l'altra tentava sempre di fregarglielo. Le voci a scuola le vedevano coinvolte anche in un rissa, per il fratello di Alice, Mattia.

Per un attimo Tony allentò la presa su Simone e questi ne approfittò per allontanarsi, ma Antonio lo riacciuffò:

- Sei proprio un codardo! Farti difendere da una ragazza! - 

Simone caricò su di lui pronto a dargli un pugno - Ma chi la conosce quella! - sbottò e un dolore sordo lo colpì sulla guancia, ritrovandosi col sedere a terra e la faccia dolorante.

Gli altri scoppiarono a ridere, mentre Simone non aveva ancora capito chi fosse stato a colpirlo. Alzò lo sguardo confuso e notò Sofia che si massaggiava la mano destra.
Simone sgranò gli occhi e si rialzò velocemente - Tu? -.
Sofia lo guardò come si fosse appena resa conto della sua esistenza, scrollò le spalle e se ne andò.
Simone la rincorse per il corridoio e una volta raggiunta l'afferrò per le spalle e la voltò verso di lui.

- Dico sei impazzita? Guarda qua! - si indicò la guancia tumefatta.

Sofia roteò gli occhi annoiata e sbuffò - Non hai mai preso un pugno da una ragazza? Beh c'è sempre una prima volta! - 

Simone inarcò un sopracciglio sorpreso da tanta strafottenza.

- Perché l'hai fatto? - 

Il viso di Sofia si inasprì - Io non sono "quella"! Che ti serva da lezione! Ed ora lasciami! - lo spinse via e si allontanò tirando fuori il cellulare.

Simone tornò a casa con la guancia livida e il viso di Sofia impresso nella mente.
Quella ragazza l'aveva colpito e non solo letteralmente! Era stata diretta, non aveva dato spiegazioni e poi...caspita aveva un destro micidiale, nonché due occhi verdi come foglie, che ti stordivano.
Quando sua madre lo vide quasi le venne un colpo:

Brevi racconti romantici: quello che non ti ho mai dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora