Greta scosse la palla magica in attesa di una risposta.
Era nera, con il numero otto laccato di bianco, anche se ormai lievemente rovinato dal tempo.
Era un regalo di compleanno di quando era piccola, il suo oggetto più prezioso, per quanto semplice potesse sembrare.
Ricordava ancora quel gelido giorno dinverno; gli alberi erano ricoperti da una spessa mantella bianca, il cielo era grigio e fuori faceva già buio, nonostante fossero solo le quattro del pomeriggio. Il freddo era pungente e il vento sferzante ma lei e Leonardo correvano nella neve, lanciandosela addosso e rotolandosi dentro, incuranti del resto. Avevano 8 anni, erano liberi e spensierati.
Alla fine della giornata, prima di andarsene, Leonardo si avvicinò a Greta per salutarla, infilò la mano nella tasca del giubbotto e ne estrasse quella palla magica, gliela mise in mano e le disse:-Questa è per te- le disse -Se la mamma non ti fa venire da me perché sei stata cattiva puoi parlare con lei, ti risponderà, te lo prometto sul mio criceto- Si mise la mano sul cuore e corse via.
Ed era vero, sembrava avere sempre una risposta a tutto, e anche se Leonardo non c'era più le rimaneva quel ricordo, quelle risposte per tenerlo sempre vicino.
Era seduta sul molo, il sole era calato da un pezzo e l'unica luce era quella fioca dei lampioni dallaltra parte della strada.
Si sentiva persa, come mai lo era stata, come se fosse chiusa in un vicolo cieco, senza alcuna via di uscita, e per quanto potesse essere misera, quella palla era l'unica sicurezza che aveva, l'unico per sempre che le restava.Leo era stato il suo faro nella notte, il suo migliore amico, la prima persona a essere sua amica, la prima a difenderla, a preoccuparsi per lei, era parte di ogni suo ricordo, di ogni attimo felice ma anche il muto compagno delle sue tristezze, la persona che le ricordava quanto fosse forte, quella che con una parola, una carezza, un sorriso, faceva tornare tutto a posto.
Le mancavano da morire, lui, le loro conversazioni, l'avere una persona al fianco nonostante tutto. "Da sola non sei abbastanza" Questo sentiva nel suo cuore ferito. "Da sola non ce la farai mai" pensava solo a quello in quelle sere in cui la sua camera era troppo scura, e il cielo troppo arrabbiato e le stelle troppo luminose.In quel momento aspettava solo di vedere la risposta alla sua domanda comparire sul piccolo display, per sentirsi di nuovo a posto, per aggiustarsi una volta ancora, quando, con un breve gesto goffo, lasciò la presa e, con un lieve tonfo, la palla finì in acqua.
Greta la guardò scivolare via, sospinta dalla corrente, senza cercare di fermarla, con gli occhi spenti di chi non ci prova più, non era neanche incredula o disperata,era incurante; era andata, nulla sarebbe cambiato, aveva perso anche l'ultimo filo del tappeto perfetto che una volta era la sua vita, e tornare indietro sembrava impossibile, il suo passato, il ricordo di chi era si allontanava come la palla magica, lentamente e inesorabilmente.
Si abbracciò le ginocchia mentre calde lacrime le rigavano il viso.Tutto era confuso.
Avrebbe voluto Leo ad abbracciarla, a dirle che tutto sarebbe andato bene, che lui era lì e non se ne sarebbe mai andato, perché gli amici fanno così, non ti lasciano mai.
Pianse come piangeva quando niente tornava, quando nessuno sentiva le sue urla, quando il mondo girava nel verso sbagliato, quando le certezze la abbandonavano come polvere gettata al vento e quando la sua mente era un turbinio di pensieri a cui non sapeva dare una risposta.
Su quel pontile, con gli occhi offuscati dalle lacrime, rotta in mille pezzi, Greta pensava alla sua vita e si chiedeva:Come ci si ritrova quando ti sei dimenticato chi sei?
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These days
Teen FictionUna ragazza distrutta dalla morte del suo migliore amico, un ragazzo logorato dalla distanza tra lui e l'amore della sua vita e un ragazzo rinnegato dalla famiglia poiché gay. These days è un libro sull'adolescenza, le prime volte, l'amicizia e l'am...